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Le paure della Raggi fanno fuori il Pd: "Per le riforme dialogo diretto tra me e Conte"

La sindaca non vuole nessun sottosegretario per la Capitale. Nessun intermediario. "Sui poteri speciali sto facendo lavoro puntuale"

"Non vedo assolutamente la necessità di avere un sottosegretario, a meno che non vogliate nominare il sindaco della Capitale". La sindaca lancia un messaggio chiaro. A margine della presentazione dei nuovi bus a Ponte Mammolo, risponde in merito al lavoro del nuovo governo per una riforma che dia a Roma Capitale poteri speciali e uno statuto rinnovato. E sulle trattative vuole l'esclusiva

''Credo che Roma Capitale debba dialogare direttamente con il premier e con i ministri". Il riferimento è ai rumors di questi giorni sull'istituzione di un sottosegretario ad hoc, magari in quota Pd, che prenda in mano il dossier Roma. Raggi non è d'accordo

Non le servono intermediari. Anche perché la pace con il partito democratico, all'ombra del Marc'Aurelio, è pura fantasia. E la prima cittadina non si fida nemmeno dei suoi a livello nazionale. Con il premier Giuseppe Conte - e quasi solo con lui - la sindaca ha un rapporto diretto da sempre e lo rivendica. Lo incontrerà nei prossimi giorni. ''Sto facendo un lavoro molto puntuale sui poteri speciali di Roma Capitale". Una stoccata che tra le righe sembra diretta agli alleati democratici, nel caso si stessero muovendo per scavalcarla. 

"Agiamo tutti per il bene di Roma" ha detto più volte il capogruppo Pd in Campidoglio Giulio Pelonzi, che ha già avviato un'interlocuzione con palazzo Chigi e la sua parte "rossa". In particolare con il ministro agli Affari regionali e autonomie Francesco Boccia, che a quanto si apprende sarà direttamente competente per le riforme che interesseranno Roma. Una corsa tra alleati - non proprio tali in Campidoglio - a chi porta a casa prima e meglio il risultato. 

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