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Rom, il Comune denunciato per discriminazione: "Vent'anni di segregazione favorita dal malaffare"

L'esposto finito in Procura è a firma dei Radicali Italiani. Il legale Di Nanna: "Le carte di mafia capitale hanno scoperchiato vent'anni di segregazione favorita dal malaffare e istituzionalizzata"

Già condannato in primo grado per la "gestione discriminatoria" del villaggio La Barbuta, il comune di Roma rischia l'ennesima tegola giudiziaria. Questa mattina in Procura è finita un'altra denuncia per discriminazione razziale, firmata stavolta dai Radicali Italiani. Il reato è quello previsto dall’art. 3 della legge 654 del 197 (Legge Mancini), e riguarderebbe nella fattispecie l'intera gestione del sistema campi. 

"Le carte di mafia capitale hanno scoperchiato vent'anni di segregazione favorita dal malaffare e istituzionalizzata, discriminare è diventato parte di un sistema proprio dell'amministrazione". A parlare il legale dei militanti, Vincenzo Di Nanna. Tra le prove a carico della tesi il docufilm "Dragan aveva ragione", del duo Camillo Maffia e Gianni Corbotti, prodotto nel 2013 per lanciare un allarme, in tempi non sospetti, rimasto ignorato. Due ore di filmati che raccontano il degrado dei campi, quelli stessi gestiti dalle cooperative oggi sotto accusa nella maxi inchiesta. 

"Il film (parte I, 40:51 – 51:51), in particolare - si legge nel testo della denuncia - ritrae la cruda scena dello sgombero (distruzione) di un campo “non autorizzato” sito in via Salviati, quartiere Tor Sapienza, eseguito il 12 settembre 2013 (ordinanza a firma del Sindaco di Roma del 5 agosto 2013,  n. 184, prot. n. 13159), in danno di alcuni rom d’origine serba, fuggiti da quello “autorizzato” di Castel Romano e immortala l’opera gratuitamente distruttiva delle ruspe, messe in azione in una zona neppur evacuata, tanto che si vedono bambini a brevissima distanza". Uno sgombero costato ai contribuenti romani 150mila euro e che a detta dei denuncianti sarebbe chiaramente ricollegabile a quanto documentato dalle carte degli inquirenti. 

"Quali interessi si celano dietro l’esecuzione di uno “sgombero” costato al Comune di Roma “solo” 150.615 Euro, per l’azione di due ruspe e un camion? E quale la “ragione” di tanta “insistenza” per riportare i rom fuggiti proprio nel ghetto, così come previsto nell’ordinanza di sgombero (n. 184 del 5 agosto 2013, Prot. 13159) a firma del Sindaco di Roma, in cui si legge che i “nomadi” saranno ricollocati presso il villaggio della Solidarietà Castel Romano?". Il campo a sud di Roma era gestito dalla Eriches 29, la cooperativa di Salvatore Buzzi, il braccio destro del 'cecato'. Una prova tra le tante di un sistema, per dirla con Marco Pannella, "che da decenni ignora e viola i diritti umani, considerandoli di serie b". 

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