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Differenziata per locali e negozi, la rivoluzione a cinque stelle è un flop: il nuovo modello non decolla

I commercianti lamentano disservizi continui: mancati ritiri, scarsa informazione sul nuovo modello, e pochi riscontri da Ama

I commercianti rimangono ore attaccati al telefono. Chiedono ad Ama di fare qualcosa per l'immondizia che attende giorni prima del ritiro. Non è un caso che il numero verde aziendale, a disposizione dell'utenza per segnalare i disservizi, abbia registrato un notevole calo di prestazioni negli ultimi mesi. Il nuovo servizio di raccolta porta a porta per negozi, bar e ristoranti, appaltato dalla partecipata a quattro aziende private (Sangalli, Avr, Sarim, e Multiservizi) con un bando da 131 milioni di euro, non decolla. E se a dicembre il Comune si giustificava parlando di necessario periodo di rodaggio, oggi sono passati due mesi dall'attivazione. E i riscontri per un modello che la sindaca Virginia Raggi aveva definito "una rivoluzione" sono solo al negativo. 

"Ci sono incertezze sui turni e le coperture orarie del ritiro - spiega Antonella Fortezza, di Confcommercio Roma - ma anche problemi con la gestione della carta, arrivano sanzioni ai ristoratori anche quando gli accumuli sono delle utenze domestiche. E poi l’organico, non viene ritirato con puntualità e siamo costretti a tenerlo dentro i locali", con intuibili fastidi legati agli odori e all’igiene. Qualche esercente, quando Ama non risponde, si arrangia chiamando direttamente l'operatore di turno della ditta privata incaricata, che gli ha fornito il proprio numero di cellulare. "Andrebbe istituita una linea telefonica ad hoc" suggerisce la consigliera M5s Simona Ficcardi. Ma sarebbe meglio risolvere il problema a monte, quanto prima. 

"Tutti i nostri associati si lamentano" denuncia Dario Del Buono, rappresentante di Fiepet Confesercenti. "Non passano a ritirare secondo i calendari fissati, le buste non sono adeguate alla dimensione dei bidoncini, e gli stessi bidoni sono troppo grandi per tenerli dentro, ma fuori dall'esercizio c'è un problema di occupazione di suolo pubblico". Già, quello dei bidoncini sui marciapiedi è un nodo sollevato più volte dalla categoria (QUI LA NOTIZIA). Lo sottolinea anche la consigliera grillina Alessandra Agnello: "Sono ovunque, sui marciapiedi, un'invasione, è da tempo che lo dico"

Insomma, un gran pasticcio. Lo sa bene il presidente della commissione Commercio Andrea Coia, che legge una per una le segnalazioni arrivate via mail dai negozianti. "Siamo ancora a un buon 70% di servizio che non funziona e il tema è molto sentito" ha dichiarato il consigliere. "Faremo altre commissioni (la prossima congiunta con Ambiente è fissata per il 19 febbraio, ndr) per capire meglio come trovare immediate soluzioni". Sottolinea poi che "non vogliamo puntare il dito contro nessuno", ma non manca di far notare il grande assente al tavolo della commissione: Ama. Nonostante gli inviti non c'è nessuno dell'azienda partecipata a dare risposte. 

"L'appalto è interno ad Ama, per cui il polso della situazione sulle difficoltà ce l'ha l'azienda" spiega la dott.ssa Giovanna Geranzani del dipartimento Ambiente. Tra i dati emersi quello relativo al congestionamento del call center di Ama. "Nell'ultimo trimestre del 2018 sono state rilevate delle forti sofferenze della linea verde, che ha subito rallentamenti, abbassando il proprio standard rispetto a quanto previsto nel contratto di servizio. Ci hanno spiegato che è proprio in relazione all'attivazione della nuova raccolta"

Critiche pesanti al servizio arrivano anche da una consigliera Cinque Stelle del VII municipio: "Molti operatori Ama, anche se non ci forniscono i loro orari di lavoro, spesso devono sopperire alla mancanza di personale delle ditte. Ma così si configura un danno erariale". Poi, a margine della riunione, forse pentita delle dichiarazioni fatte, ci chiede di non inserire il suo nome, che ovviamente è a verbale della seduta (pubblica) di commissione. 

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