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Politica

Caregiver, cosa sta succedendo a Roma dopo l'invio dei questionari "della vergogna"

Il centrodestra si scaglia contro Gualtieri e Zingaretti nel frattempo "scarica" il collega di partito: In una circolare del 24 giugno si chiede di non somministrare la scheda

Cosa sta succedendo a Roma e non solo sul tema dei caregiver, persone che assistono familiari con disabilità più o meno grave o anziani non autosufficienti o parzialmente sufficiente? Il Campidoglio, come anche altri comuni, ormai da maggio sta inviando alle famiglie un questionario di 24 domande, raccontato da RomaToday già il 3 giugno, nel quale si indaga il livello di stress dei caregiver, quanto aiuto riescono a ricevere dal resto della famiglia, le difficoltà quotidiane. Un questionario, ricordiamo, nominativo. E che a quanto fa sapere proprio la Regione con una nota del 24 giugno sera, era stato chiesto a Roma Capitale e a tutti i distretti socio-sanitari di non somministrare "anche a seguito delle segnalazioni ricevute in merito in particolare alla terminologia impattante contenuta e a una non corretta distribuzione ad alcuni caregiver". 

La denuncia di una mamma: "Non capiamo lo scopo del questionario"

Tra le prime realtà a denunciarlo era stata l'associazione "Oltre lo sguardo" di Elena Improta, romana, mamma di Mario, un giovane adulto di 26 anni affetto da tetraparesi spastica. Improta, che si prende cura h24 e 7 giorni su 7 del figlio, aveva raccontato il disagio provato anche da altre persone nel dover rispondere a determinati quesiti: “E’ la prima volta che vengono inviate queste schede – faceva sapere Elena – e tutto nasce da una delibera regionale del 2021, la 341 per il riconoscimento della figura del caregiver. Annessa alla delibera c'è un'autocertificazione da compilare e firmare, fin qui tutto bene perché serve per dichiarare il proprio ruolo. Da quest'anno, però, è spuntata fuori una scheda di cui non siamo riusciti a capire lo scopo”. Tra le domande considerate più imbarazzanti e lesive della privacy delle famiglie si annoverano "desideri sfuggire da questa situazione?" oppure "provi risentimento nei suoi confronti?", cioè nei confronti del familiare disabile o non autosufficiente assistito. 

La prima reazione politica e la delibera regionale

Passano i giorni, di reazioni ce ne sono poche, fatta salva una dichiarazione di Maria Teresa Bellucci, deputata e capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Affari sociali: "Un documento sbagliato nella sostanza, farcito di domande personali e senza alcuna attenzione nei confronti delle difficoltà emotive - scriveva in una nota del 4 giugno - che la condizione del proprio caro a cui si prestano le cure comporta. Gualtieri, l'impercettibile sindaco di Roma, si svegli dal torpore e intervenga ritirando un documento il cui contenuto è totalmente scollato dal fine che intende perseguire. Non si fa gossip sulla sofferenza delle persone". C'è però una delibera della giunta regionale, datata 8 giugno 2021, che stanzia 6,2 milioni di euro per sostenere economicamente l'attività dei caregiver nella quale, fanno sapere dalla Pisana, lo strumento del CBI (il questionario "incriminato") è considerato solo come uno dei vari strumenti utilizzabili per misurare lo stress dei familiari accudenti e la decisione viene messa nelle mani dei comuni e dei distretit socio-sanitari. Inoltre, il 24 giugno dall'ufficio di Nicola Zingaretti viene diffusa una circolare a ulteriore chiarimento: nel testo viene chiaramente ribadito che lo strumento del questionario è uno dei "possibili" strumenti da utilizzare e si conclude addirittura con una richiesta esplicita: "Si raccomanda di NON (scritto proprio così, tutto in maiuscolo, ndr) procedere alla sua somministrazione". Nella delibera viene spiegato che "tutti gli strumenti di indagine che vengono utilizzati per la valutazione dello stress, infatti - stabiliva la giunta Zingaretti - indagano i diversi aspetti della vita del caregiver (carico oggettivo, psicologico, fisico, sociale ed emotivo) e per questo motivo, le linee guida prevedono  che il caregiver, in tutto  il processo di valutazione,  sia attentamente accompagnato dagli operatori professionali incaricati, che dovranno con la chiarezza e la delicatezza del caso, esplicitare l’obiettivo degli strumenti di indagine utilizzati, i suoi contenuti, e la libertà di risposta alle singole domande". Cosa che, denunciavano i genitori e le associazioni, non sarebbe avvenuta.

Il grido d'allarme da Nettuno 

Il 24 giugno, inoltre, Repubblica ospita una articolo della blogger e scrittrice Valentina Perniciaro, mamma di Sirio un bambino disabile, nel quale la donna si aggiunge alla denuncia puntando il dito contro il Campidoglio e chi costringe le famiglie a compilare moduli "per cui proviamo vergogna e che andrebbero solo stracciati". Tutto parte dalla denuncia di alcune famiglie di Nettuno, altro comune che ha diffuso le schede. 

Gli strali del centrodestra

A questo punto si apre il vaso di Pandora. Le opposizioni di centrodestra si susseguono in frecciate più o meno al vetriolo nei confronti della giunta Gualtieri ma anche quella regionale di Nicola Zingaretti, perché è quello l'ente che diffonde i questionari: "I questionari sono una vergogna e un’offesa alla dignità di persone colpite da disabilità e ai parenti che li assistono" le parole di Andrea De Priamo (FdI) presidente della commissione trasparenza in comune. Sulla stessa linea il coordinatore romano della Lega, Alfredo Becchetti: "Gualtieri si dia una svegliata - le sue parole - quel vergognoso questionario è stato inviato anche alle famiglie romane, che hanno parenti con disabilità gravissime. Un questionario proposto e ritenuto valido dalla Regione Lazio". Anche la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, si scaglia contro i comuni diffusori del questionario: "Pretendiamo di conoscere nomi e cognomi dei responsabili di questo scempio - dichiara -. Bisogna fermare subito questa iniziativa ed evitare che questo questionario possa essere utilizzato anche in altre Regioni e comuni, oltraggiando altre famiglie e cittadini fragili".

L'Asl si svincola

Nel frattempo l'Asl Roma 6, quella che copre anche il comune di Nettuno, se ne tira fuori: "Non abbiamo inviato o redatto alcun questionario inviato alle famiglie con disabili per le valutazioni sui caregiver - fa sapere il direttore generale Camponi -. Nello specifico si tratta di un questionario per l’erogazione dei fondi per la disabilità, ma le Asl non sono state interessate nella realizzazione e nell’invio di questi questionari”. 

L'imbarazzo del Campidoglio

L'imbarazzo da parte del Campidoglio è forte. L'assessora alle politiche sociali e della salute, Barbara Funari, sempre a Repubblica fa sapere che "ciò che non ha funzionato e non funziona è un vuoto normativo nazionale e regionale - sottolinea -. Ci sono diverse proposte di legge depositate relative al ruolo del caregiver familiare, che eviterebbero anche errori procedurali e che consentirebbero di mettere in campo una cornice seria. Quando si chiede di monitorare appunto lo stress - continua Funari riferendosi ai questionari della discordia - ci si deve riferire ad elementi oggettivi. A quel punto i medici hanno ritenuto di utilizzare uno strumento riconosciuto a livello internazionale nel mondo scientifico, abbastanza accreditato. Ma parliamo di aspetti su cui, a mio avviso, non c'era bisogno di entrare".

Il questionario è sospeso

Per questo Roma Capitale già da ieri 24 giugno ha deciso di sospendere i questionari: "Non è utile chiedere certe cose ad un genitore che si prende cura del figlio disabile - conferma Funari - io non lo farei mai, ma sulla scientificità di quello strumento non ho mezzi per poter fare una valutazione più tecnica. Mi preoccupo invece del fatto che ancora oggi per i caregiver familiari è stato fatto molto poco".

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