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A Roma meglio 107 ore l'anno nel traffico che prendere un bus

Nell'indagine Acos solo il servizio metropolitano raggiunge voti sufficienti. Voti negativi sul trasporto di superficie e sui costi dei parcheggi a pagamento

Sono 107 le ore che ogni anno i romani perdono nel traffico. Basterebbe questo dato, che colloca Roma al quinto posto tra le maggiori città europee, per avere un’idea di quale sia la mobilità cittadina. L’agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, con il suo rapporto annuale, è scesa ancora più nel dettaglio.

La premessa

Il rapporto annuale mette in rilievo il fatto che, dal 2020, i voti dei romanisul trasporto pubblico (bus e metropolitane) e sulle strisce blu siano correlati. Migliorano all'inizio dell'anno e calano in autunno quando aumenta il ricorso al mezzo di trasporto privato. Per ACos, infatti, è evidente che ci siaa una correlazione tra le valutazioni ed i volumi di traffico stradale. 

La valutazione sul trasporto pubblico

Andando ad intervistare 5700 cittadini, l’agenzia per il controllo dei servizi capitolini è riuscita a fotografare quale sia, nella percezione dei romani, la qualità della vita e dei servizi pubblici. La valutazione generale è negativa, con voti sopra la sufficienza praticamente solo per il servizio metropolitano (6,1) anche se in maniera variabile. Ad esempio nei municipi centrali (I e II) il voto è di 6,2 ma scende a 5,8 nel territorio che comprende Garbatella, San Paolo e Tor Marancia (municipio VIII). Il giudizio aggregato su tram e bus, invece, riceve la sufficienza solo nel municipio di Roma centro (6,0) mentre in tutte le altre zone della città fa registrare una media del 5,7 (con l’VIII municipio ancora una volta fanalino di coda: 5,5.

Il giudizio sui taxi

L'indagine raccoglie anche le valutazioni dei romani sul servizio taxi. Dall'ottobre del 2021 si evidenzia una diminuzione di gradimento, che lo porta a scendere, nella media annuale, sotto la sufficienza (5,8) raggiungendo il livello del trasporto pubblico di superficie. Un andamento che è stato messo in relazione anche alla curva pandemica. In un periodo in cui i contagi sono saliti è aumentata la domanda, andando a raggiungere anche utenti non abituali. In tal senso, è stato ipotizzato nella ricerca di AGoS, può aver pesato il costo della corsa.

La sosta tariffata

L’analisi prende in considerazione anche la valutazione dei romani sulla sosta tariffata e la mette in relazione con i dati raccolti da ACoS. L’offerta della sosta al 2020 si compone di 73.629 posti a pagamento (strisce blu) – di cui quasi 15 mila ricadenti all’interno di 35 parcheggi di scambio. I romani che ne fanno ricorso segnalano che il costo del parcheggio è un fattore critico. Tuttavia, come emerge dal raffronto con le principali città europee, quello romano è il meno caro. 

Costi sosta a pagamento-2

“Molti romani ritengono che il costo del parcheggio sia eccessivo” viene spiegato nel report “perché in buona parte non reputano che il trasporto pubblico sia un’alternativa valida e quindi il mezzo privato non sembra più una scelta ma una necessità”. E’ una percezione che viene influenzata dai “tempi di percorrenza troppo lunghi e che le linee non siano sufficientemente interconnesse, che la copertura del territorio con le linee su ferro e con la metropolitana sia carente”. La carenza di alternative pubbliche spinge i romani ad avere ad impiegare il mezzo privato. 

Ore perse nel traffico-2

Conclusioni

In una città in cui il traffico incide notevolmente sulla qualità di vita dei cittadini, il servizio di trasporto pubblico locale, soprattutto su gomma, non finisce per soddisfare le esigenze dei romani. Per gli abitanti della capitale il ricorso al mezzo privato diventa pertanto una necessità quotidiana. E di questo ne risente anche la percezione sui costi che, l'auto, inevitabilmente produce. In termini di tempo trascorso nel traffico ma anche di costi per il pagamento di un parcheggio a pagamento.
 

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