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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica Tor Sapienza / Viale Giorgio Morandi

Un QR code per 'leggere' le strade: Bergamo parte da Ipazia

L'idea è stata lanciata dal vicesindaco e assessore alla Cultura dopo l'inaugurazione di un giardino in via Morandi, a Tor Sapienza, alla scienziata e filosofa Ipazia d'Alessandria

A tutti è capitato, residenti o turisti poco cambia, di pronunciare, cercare sulla mappa, indicare nomi di piazze, vie e giardini senza sapere a cosa si riferiscano. Un immenso patrimonio storico e culturale, dedicato a personaggi ed eventi che vale la pena ricordare, scolpito all'aria aperta nella geografia cittadina, purtroppo difficile da decifrare. Il vicesindaco ed assessore alla Cultura, Luca Bergamo, ha lanciato dalla sua pagina Facebook un'idea, per ora sperimentale, che potrebbe rendere le strade romane un vero e proprio libro aperto: un QR code, un codice a barre leggibile da specifiche 'App', con la storia di un luogo. "Voglio sperimentare come il nome di un luogo della vita civile riesca a contribuire alla crescita culturale di tutti". 

Si parte da Ipazia d'Alessandria "donna incredibilmente moderna e coraggiosa, vissuta 1500 anni fa". Proprio l'8 marzo scorso, in occasione della Festa internazionale delle donne, le è stata intitolato un giardino pubblico in via Giorgio Morandi 69, a Tor Sapienza. A scoprire la targa nello spazio verde con area giochi il vicesindaco in compagnia del presidente del V Municipio, Giovanni Boccuzzi. "Un momento di gioia: la dedica di un parco a Ipazia d'Alessandria, donna indipendente, scienziata fine, filosofa e libera pensatrice, per troppo tempo dimenticata dalla storia e da noi. I nomi che diamo agli spazi delle nostre città sono importanti per costruire una memoria collettiva e spero anche per suscitare la curiosità di scoprire vicende che non si conoscono".
 
CHI ERA IPAZIA - Ipazia è stata una matematica, astronoma e filosofa neo-platonica, nata ad Alessandria d'Egitto intorno al IV secolo. Figlia ed allieva di Teone geometra, filosofo e insegnante, Ipazia superò il padre nelle scienze matematiche divenendo il capo della scuola alessandrina. Furono costruiti due strumenti su indicazioni di Ipazia: l'astrolabio, tramite cui è possibile calcolare la posizione di corpi celesti, e l'idroscopio, utile per misurare il peso dei liquidi. Socrate Scolastico definì Ipazia come l'unica erede del platonismo di Plotino. Un'altra testimonianza proviene da Damascio, che descrisse Ipazia "di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene attraverso le scienze matematiche a cui era stata introdotta da lui ma, non senza altezza d'animo, si dedicò anche alle altre scienze filosofiche". L'uccisione della giovane astronoma per mano di alcuni fanatici cristiani la resero "martire della libertà di pensiero". Ipazia insegnò ad entrare dentro di sè guardando al di fuori, seguendo il rigore della scienza.

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