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Perché vagoni metro e depositi Atac rischiano di rimanere sporchi

I lavoratori che si occupano del servizio di sanificazione sono in stato di agitazione: "Stipendi in ritardo e niente divise". La Emmetutor che gestisce l'appalto replica: "Pagamenti regolari, evidenziamo però assenteismo selvaggio"

Aria di protesta tra i lavoratori che si occupano della pulizia dei depositi Atac e dei mezzi delle linee metro A e B di Roma. Si tratta dei circa 450 dipendenti della Emmetutor, società tra i consorziati di IC Servizi e Copernico che si sono aggiudicati i lotti dell’appalto Atac per i servizi di pulizia e sanificazione. In particolare operano nelle rimesse di Grottarossa, Montesacro, Prenestina, Porta Maggiore, Metro A, B, B1 e rispettivi depositi. 

La protesta degli addetti alle pulizie per Atac

Numerose però le difficoltà segnalate dai sindacati. “Da quasi un anno registriamo da parte della Emmetutor gravi mancanze che si ripercuotono sui lavoratori e sulla qualità del servizio” - denunciano in modo congiunto Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti. “Gli stipendi arrivano reiteratamente in ritardo e, in alcuni casi, come da dichiarazioni della società stessa, se i lavoratori sono assenti giustificati (per malattia, legge 104, congedi ed aspettative) - denunciano le organizzazioni sindacali - non arrivano affatto e di frequente ci sono errori e mancanze sul calcolo delle maggiorazioni spettanti e sulle trattenute fiscali, oltre al fatto che i lavoratori devono ricevere i crediti derivanti dalla dichiarazione dei redditi direttamente dall'Agenzia delle Entrate. I lavoratori inoltre rischiano di essere considerati anche ‘cattivi pagatori’ perché l'azienda preleva dai loro stipendi gli importi a titolo di cessione del quinto ma non li versa alle assicurazioni e finanziarie che devono riceverli”. 

Gli addetti alle pulizie dei depositi Atac senza vestiario idoneo

C’è poi tutta la questione legata alla mancata fornitura delle divise con gli operai che per tutto l’inverno hanno dovuto lavorare senza il vestiario adatto alla stagione “che - fanno notare i sindacati - per la tipologia del servizio svolge la duplice funzione di abbigliamento e dispositivo individuale di protezione”. C’è infatti chi lavora di notte, in rimesse gelide e su vagoni vuoti e freddi. Dopo i tentativi di interlocuzione e il sollecito ai consorzi affinchè a loro volta intimassero alla società di colmare le lacune evidenziate, è scattata la protesta: sit-in sotto la sede di Atac e la proclamazione dello stato di agitazione. 

L’appello dei sindacati ad Atac 

“Abbiamo bisogno che Atac, responsabile in solido in quanto committente del servizio, verifichi le inadempienze della società ed intervenga a garanzia dei lavoratori che, quotidianamente, prestano attività lavorativa nelle sedi della società del trasporto pubblico locale capitolino” - hanno detto i sindacati criticando la scelta dell’azienda di non riceverli a margine del presidio. “Un atto gravissimo nei confronti della qualità del lavoro che si svolge in azienda e della cittadinanza che merita attenzione nei confronti del servizio di pulizia delle vetture che circolano nella città di Roma. Se Atac ha deciso di scaricare la responsabilità solidale normativamente dovuta nei confronti dei lavoratori, noi pretendiamo che la proprietà dell'azienda il Comune di Roma Capitale, se ne faccia carico”. Chiesto anche un incontro all’assessore comunale alla Mobilità, Eugenio Patanè. 

La replica di Emmetutor

Da parte sua la Emmetutor ha fatto sapere - tramite una nota indirizzata ai sindacati che RomaToday ha potuto visionare - di aver “sempre corrisposto quanto dovuto per retribuzioni ai propri lavoratori”, lo stesso per le maggiorazioni per festività e indennità per lavoro notturno. “Dal gennaio 2023 (dopo che l’azienda ha cambiato istituto bancario ndr.) le retribuzioni sono sempre state corrisposte anche prima della data di scadenza prevista del 15 mensile, tranne - scrive la società - l’ultimo mese limitatamente a non più di 30 persone”. Ritardi che l’azienda, che conta 600 lavoratori in tutto, attribuisce a “IBAN sbagliati, cambiati e comunicati solo all’ultimo momento”. 

Dito puntato contro “assenteismo selvaggio”

Dito puntato poi contro gli assenteisti. La società rileva come su 449 dipendenti applicati sull'appalto Atac, “mediamente il 30% degli stessi rimane assente a vario titolo”. “Questa problematica - scrive Emmetutor - è stata più volte portata all'attenzione delle organizzazioni sindacali al fine di sensibilizzare i lavoratori ad essere più presenti sull'appalto. La risposta ottenuta dalle OO. SS. e delle stesse RSA presenti sull'appalto si è sempre limitata a ribadire il diritto dei lavoratori al godimento di permessi, ferie, 104 e malattie. In effetti, da un'analisi oggettiva della situazione presente sugli appalti, analisi che non è mai stato possibile condividere con le OO.SS., emerge chiaramente una sistematica organizzazione in base alla quale usufruendo ‘ad hoc’ di ferie, permessi e 104 combinate ad arte, riescono ad essere presenti sul lavoro mediamente 72 ore mensili. La Emmetutor - conclude - non ha mai messo in discussione coloro i quali sono colpiti da malattie gravi ovvero vivono una grave situazione in famiglia. Di certo, ha tentato e continua a provare a risolvere la questione dell'assenteismo ‘selvaggio’ che comporta anche costi aggiuntivi per l'azienda dovendo sostituire il personale assente per svolgere tutti i servizi richiesti da capitolato”. Lo scontro è aperto. E il braccio di ferro, con i sindacati pronti a radicalizzare la protesta, rischia di lasciare depositi e vagoni metro sporchi. 

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