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"Lo stabilimento Leonardo di Pomezia non deve chiudere": la protesta dei lavoratori

Proteste dei sindacati al Mise e al Mef per la chiusura dello storico stabilimento e il licenziamento di 100 dipendenti

Rischiano di svanire cento posti di lavoro con la chiusura dello stabilimento “Leonardo” di Pomezia. Il colosso della difesa ha infatti deciso di smantellare sei siti italiani, uno di questi nella città laziale. Le attività verrebbero spostate a Roma e a Cisterna di Latina con l’ottica, secondo l’azienda, di massimizzare l’efficienza industriale. 


Chiusura stabilimento Leonardo di Pomezia, proteste veementi


Veementi le proteste dei sindacati, che lunedì 9 maggio davanti le sedi del ministero dello Sviluppo Economico e del ministero dell’Economia e delle Finanze, che detiene il 30% delle quote societarie di Leonardo, hanno chiesto un tavolo di confronto per scongiurare la chiusura dello stabilimento. Una realtà nella quale lavorano 700 dipendenti e 100 di questi, se le cose non dovessero cambiare, potrebbero restare a casa. Si tratta, in particolare, di addetti alla mensa, alla manutenzione e alle pulizie. 

Chiusura stabilimento Leonardo di Pomezia, interviene anche il sindaco


Oltre alle sigle sindacali Rsu di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Ugl era presente anche il sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà. Quest’ultimo, insieme ad alcuni rappresentanti sindacali, è stato ricevuto da Luca Annibaletti, coordinatore della struttura per le crisi d’impresa. Nel pomeriggio la delegazione è stata ricevuta anche dal sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Alessandra Sartori. Entrambi gli enti si attiveranno per l’apertura di un confronto in sede istituzionale sul piano industriale, che prevede la chiusura di alcuni stabilimenti, così come richiesto dai rappresentanti dei lavoratori.


“Un’azienda a controllo pubblico, fortemente supportata dallo Stato e quindi dai cittadini non può e non deve abbandonare il territorio e non può utilizzare fondi importantissimi come quelli derivanti dal PNRR per chiudere stabilimenti industriali di altissimo pregio – ha dichiarato in una nota una nota Fabrizio Potetti, segretario generale Fiom-Cgil Roma e Lazio - stiamo parlando di un’azienda che acquisisce commesse in tutto il mondo ed in particolare nel settore difesa attraverso investimenti pubblici. Per questo motivo non è giustificabile l’operazione di chiusura del sito di Pomezia”.
 

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