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Politica

Case popolari, presidio davanti all'Ater: "Stop a sfratti, distacchi e vendita del patrimonio"

La protesta degli inquilini si è tenuta la mattina del 14 novembre

Fermare gli sfratti e gli sgomberi. Bloccare i distacchi delle utenze idriche. Rilanciare le politiche abitative pubbliche al posto di portare avanti piani di dismissione del patrimonio. Regolarizzare le famiglie senza titolo che presentano i requisiti per l’assegnazione di una casa popolare. Sono alcuni dei motivi alla base del presidio che si è tenuto ieri mattina davanti alla sede dell’Ater, l’azienda che gestisce parte delle case popolari romane, indetto da Asia Usb e dai movimenti per il diritto all’abitare al quale hanno preso parte decine di inquilini che vivono nelle case gestite dall’ente. Una delegazione composta da esponenti del sindacato, da movimenti, abitanti delle occupazioni sotto sgomberi e inquilini dei quartieri più colpiti dagli sfratti ha incontrato il direttore Andrea Napoletano. Nel corso dell’incontro è emersa la possibilità di dare il via a un tavolo permanente con l’Ater.

Il quadro della situazione: dalle case popolari di Testaccio scatta la protesta

“Abbiamo chiesto di sviluppare politiche abitative pubbliche volte a dare risposte alle famiglie che attendono un tetto e di abbandonare quel meccanismo di criminalizzazione degli inquilini che ha fatto finire sotto sfratto anche famiglie in necessità abitativa, fermo restando che è chiaro che chi non ha diritto non può restare”, spiega Angelo Fascetti di Asia Usb. “Nel corso dell'incontro è stata condivisa dall'Ater la necessità di concentrarsi su quanti non hanno diritto a restare in un alloggio popolare al contrario di quanto è accaduto nelle ultime settimane a Testaccio. Nei prossimi giorni verranno indetti tavoli per affrontare la situazione sui diversi casi”.

Aggiunge Margherita Grazioli dei movimenti per il diritto all’abitare: “Abbiamo chiesto ad Ater di mantenere la sua vocazione pubblica, cosa che non accade quando come ente gestore del patrimonio si dedica a piani di dismissione o permette i distacchi delle utenze idriche come avvenuto nei giorni scorsi in via Bembo. Per questo” continua “chiediamo il superamento degli articoli 3 e 5 del Piano casa del governo Renzi che ha dato il via a questi due processi. Consideriamo infine positiva la possibilità di aprire un dialogo per affrontare sia i singoli casi sia un ragionamento più complessivo sull’uso del patrimonio pubblico”. 

Aggiornamento

"La questione dei distacchi è totalmente in capo all'Acea", ha spiegato il direttore generale di Ater, Andrea Napoletano. "Già l'8 novembre Ater aveva promosso un tavolo cui la Regione ha aderito  sull'emergenza a via Bembo e grazie all'iniziativa di Ater ieri tutte le famiglie hanno riavuto l'acqua". In quanto alla questione degli sfratti, ha spiegato, "il problema è la decentralizzazione operata dal comune di operazioni di sgombero che risalgono addirittura al 2013/14". In quanto alle vendite, precisa, "sono stati spiegati i razionali e confutate alcune affermazioni prive di fondamento. L’obiettivo ultimo anche di questi interventi è sempre dare una risposta seria e concreta all’emergenza abitativa”.

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