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Coronavirus, movimenti e spazi sociali tornano in piazza: "Rompiamo il ricatto tra salute e vita dignitosa"

Per sabato 7 novembre doppio appuntamento: ore 15.30 davanti al Bibact con i lavoratori dello spettacolo e alle 17.30 presidio a Porta Pia

Il corteo di sabato scorso organizzato da movimenti, spazi sociali, sindacalismo di base e realtà solidali cittadine è destinato a non restare una protesta isolata. Per rivendicare reddito universale e incondizionato e investimenti su sanità, scuola e trasporti, intesi come forme di tutela in mezzo alla crisi sanitaria generata dall’epidemia di Coronavirus, c’è un nuovo – doppio - appuntamento di piazza: sabato 7 novembre alle ore 15 davanti al Ministero dei Beni culturali, in via del Collegio Romano, al fianco dei lavoratori dello spettacolo e poi alle 17.30 a Porta Pia, sotto al ministero delle Infrastrutture.

Un ministero dal quale passano non solo le politiche sui trasporti ma anche quelle abitative, particolarmente delicate in una città come Roma dove, mentre lo "stare in casa" è diventato una delle principali misure per arginare il diffondersi dell'epidemia, il piano degli sgomberi dei palazzi occupati al tavolo della Prefettura è stato rallentato ma non ufficialmente fermato. L’appuntamento per le nuove proteste è emerso mercoledì sera nel corso di un’assemblea partecipata da circa duecento persone che si è tenuta in piazza dell’Immacolata, a San Lorenzo, lo stesso luogo dove è confluito il corteo di sabato scorso partito da piazza Indipendenza.

Nessuna posizione negazionista da una mobilitazione che “riconosce quanto il Covid 19 sia un nemico pericoloso” ma l’idea che il diritto alla salute passi anche per la garanzia di misure economiche che permettano di affrontare in modo dignitoso nuove restrizioni se non addirittura un lockdown, come sta accadendo in Lombardia e in Piemonte. Detta con uno slogan: “Dobbiamo rompere il ricatto tra salute e diritto a una vita dignitosa”.

Tra le rivendicazioni c’è quindi la necessità di mettere in campo un reddito universale, così da sostenere anche quelle categorie come i precari, le partite iva o i lavoratori costretti al nero che si sono rivelate le più colpite dalla crisi economica. E ancora: una patrimoniale per tassare i grandi patrimoni, per “trovare le risorse” e affrontare la questione delle crescenti disuguaglianze nel paese. E infine: stop a sfratti e sgomberi, investimenti nel comparto medico, nei posti di terapia intensiva e sulla scuola, e un sostegno alle attività culturali e sociali del paese.

La mobilitazione di sabato sarà animata da un vasto schieramento di realtà sociali e di movimento romane ma ha un respiro nazionale. A Roma, dove limitazioni meno stringenti ancora lo permettono, “faremo sentire la voce di tutti coloro che in questi mesi stanno pagando sulla propria pelle la gestione disastrosa dell'emergenza da parte del Governo”. 
 

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