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Metro B fino a Casal Monastero, bocciato il ricorso sull'appalto: "Non ci sono più ostacoli"

Il Cds ha bocciato il ricorso della Cmb di Carpi che aveva perso l'appalto, assegnato invece a un raggruppamento capitanato da Salini. Il minisindaco Sciascia: "Ora avviare i lavori"

Si apre un nuovo capitolo per la travagliata vita del prolungamento della metro B da Rebibbia a Casal Monastero. O meglio: si chiude. Il Consiglio di Stato ha infatti pubblicato la sentenza con la quale ha bocciato il ricorso della società di costruzione Cmb di Carpi che aveva perso l'appalto per la realizzazione dell'opera, assegnata invece a un raggruppamento di imprese capitanata da Salini, Ansaldo e Vianini. A diffondere la notizia il presidente del IV municipio Emiliano Sciascia: “Il Consiglio di Stato si è finalmente pronunciato sul ricorso presentato dalla capogruppo Cmb nei confronti della Salini Costruttori Srl e contro Roma Capitale e Roma Metropolitane, bocciandolo” ha dichiarato in una nota. La società Cmb di Carpi aveva già avanzato ricorso al Tar che nel novembre del 2011 era stato però dichiarato “inammissibile” dallo stesso tribunale. La sentenza era così stata impugnata di fronte al Consiglio di Stato che però ha confermato la bocciatura del ricorso. 

“Con la sentenza non ci sono più impedimenti per dare il via ai lavori” ha continuato il minisindaco che informa di aver già richiesto un “incontro urgente con l'assessore alla Mobilità Guido Improta”.  Per Sciascia infatti il contenzioso aveva rappresentato un ostacolo per l'avvio dell'appalto da parte del Campidoglio “dal momento che se il Consiglio di Stato avesse accettato il ricorso il bando sarebbe potuto decadere”. La sentenza però mette la parola fine al contenzioso: “Il Campidoglio non può attendere oltre per evitare di incappare in rivendicazioni anche da parte delle imprese vincitrici”. Di fronte ai ritardi le imprese avrebbero già alzato la voce avanzando una richiesta di risoluzione del contratto “per inadempienza” con una penale per il Campidoglio intorno ai 100 milioni di euro. Sciascia però specifica: “Non mi è mai stata data comunicazione ufficiale in merito, dal Campidoglio ho sempre avuto rassicurazione che l'opera si farà”.

Chiusa la vicenda del ricorso, un nodo aperto però rimane: quello del finanziamento. L'opera, il cui bando era stato elaborato dalla precedente amministrazione Alemanno, dovrebbe essere pagata in project financing. In altre parole parte del tracciato, da bando, dovrebbe essere finanziato dall'amministrazione capitolina concedendo ai costruttori sette terreni, dislocati da Tiburtino a Rebibbia, da 'valorizzare' con 750 mila metri cubi di cemento per un valore totale di circa 188 milioni di euro su un totale di 556 milioni di euro di spesa totale per la realizzazione dell'opera. Il progetto però era stato stoppato dall'assessore Improta che all'inizio dell'anno l'aveva dichiarato “privo di certezze”. Sul tema era emersa anche la contrarietà delle associazioni ambientaliste e di alcuni consiglieri capitolini che avevano parlato di "mostri di cemento" e dei comitati cittadini.

“Quello delle cubature è un aspetto da rivedere e rimodulare” ha confermato a Romatoday il presidente Sciascia. “Anche perché c'è il rischio che un elevato numero di costruzioni che insisterebbe sul tracciato dell'infrastruttura possa vanificare l'utilità della nuova metro che è invece fondamentale per questo quadrante di città”. Continua il minisindaco: “Detto questo però le cubature non possono nemmeno diventare un motivo per sospendere del tutto i lavori. Ricordo che una parte dei finanziamenti viene da contributi pubblici erogati dalla Regione Lazio (l'ammontare totale è di 167 milioni di euro, ndr). Soldi che ho avuto la rassicurazione che sono ancora disponibili”.

La volontà di proseguire il lavori è stata confermata nel pomeriggio da una nota degli assessorati all'Urbanistica e alla Mobilità: “La sentenza del Consiglio di Stato è un importante chiarimento. Ora, infatti, il Campidoglio ha un quadro certo e un soggetto pienamente legittimato” scrivono Giovanni Caudo e Guido Improta. “Toccherà alla politica e a questa amministrazione avviare i contatti con la ditta Salini per raggiungere una soluzione positiva che riequilibri il progetto risolvendo le problematiche amministrative, finanziarie e di sostenibilità ambientale, sciogliendo gli elementi negativi contenuti nel progetto, voluto dalla giunta Alemanno, che preoccupano i cittadini dei quartieri interessati dalla metro B. Noi consideriamo questa opera essenziale per il trasporto in un intero quadrante della capitale e necessaria anche in un’ottica di Città Metropolitana ma vogliamo realizzarla nel pieno rispetto della sostenibilità economica e ambientale”.

In merito alla vicenda anche la presidente Commissione Mobilità e consigliere Sel Campidoglio Anna Maria Cesaretti: "Il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso presentato dalla capogruppo Cmb nei confronti della Salini Costruttori Srl e contro Roma Capitale e Roma Metropolitane. La sentenza ha così rimosso ogni ostacolo per l’avvio dei lavori per il prolungamento della metro B tra Rebibbia e Casal Monastero. Organizzeremo nei prossimi giorni incontri pubblici con i cittadini come da impegno preso con gli assessori Giovanni Caudo e Guido Improta per confrontarci sul progetto e sui tempi di realizzazione del prolungamento”. 

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