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Lotta alla prostituzione, che fine fa il progetto Roxanne? Mammì: "Ora lo sportello è gestito da Roma Solidale Onlus"

Dal 23 agosto gli enti impegnati da vent'anni nel programma non stanno più operando e hanno riconsegnato le chiavi. Ecco cos'è successo. L'assessora a RomaToday: "Il dipartimento politiche sociali è a lavoro per una nuova manifestazione di interesse"

Che fine farà il programma "Roxanne" di Roma Capitale, che dall'8 marzo 1999 si occupa di salvare le donne vittime di tratta, strappandole dalla strada, accogliendole in case sicure (le cosiddette "case di fuga") e inserendole in progetti di inserimento nel mondo del lavoro? Secondo gli enti che fin dagli albori ne hanno preso parte, è fermo al 23 agosto scorso. La notizia ha iniziato a diffondersi giovedì 16 settembre, quando il Campidoglio ha chiesto alle associazioni di riconsegnare le chiavi dello sportello d'ascolto di via Galilei 15 e ha fatto sgomberare i locali dai mobili.  Secondo l'assessora alla Persona, alla Scuola e alla Comunità Solidale Veronica Mammì, invece, prosegue normalmente senza alcun contraccolpo.

"Roxanne è attivo"

"La prima cosa che mi sta a cuore chiarire è che il progetto Roxanne è attivo". Esordisce così l'assessora, interpellata a riguardo da RomaToday. "Parliamo di un servizio ampio e articolato in vari aspetti che vanno dall’intercettazione del bisogno alla presa in carico della persona, attraverso lo sportello, le unità di contatto, l’inserimento socio lavorativo e le case fuga - le parole di Mammì, attaccata nei giorni scorsi anche dal candidato sindaco del Centrosinistra Roberto Gualtieri - . Le case di fuga sono regolarmente aperte, lo sportello in via Galilei ha riaperto lunedì 20 negli orari consueti". L'assessora spiega poi il perché dell'interruzione: "La manifestazione di interesse che avevamo pubblicato sia per lo sportello che per le unità di contatto è andata deserta - il resoconto dell'assessora - , il che ci ha impedito di andare in proroga. Proprio per non interrompere un servizio fondamentale abbiamo stipulato l’accordo con Fondazione Roma Solidale per lo sportello". 

Chi è Roma Solidale

Onlus nata nel 2005 col nome di "Handicap Dopo di Noi", ha attualmente come socio unico proprio Roma Capitale, per il tramite dell'assessorato ad oggi retto da Veronica Mammì. Alle origini la Fondazione, presieduta fino a poche settimane fa dal professor Folco Cimagalli (associato di Sociologia all'Università Lumsa), le attività erano prevalentemente indirizzate a soggetti nello spettro autistico e persone disabili, ma col tempo ha ampliato il suo raggio d'azione a tutte le vulnerabilità presenti nel tessuto sociale metropolitano e regionale. 

Un bando andato deserto

Ma al di là delle prevedibili schermaglie da campagna elettorale, cosa sta succedendo in concreto? In primavera, siamo tra aprile e maggio 2021, Roma Capitale decide di mettere nuovamente a bando i servizi dello sportello e dell'unità di strada, che vanno di pari passo. Lo fa con una manifestazione d'interesse. "Si era esaurito il finanziamento - racconta a Roma Today Germana Cesarano della cooperativa Magliana 80, sin dall'inizio coinvolta nel programma - così è stato deciso di aprire una nuova gara, alla quale come già successo precedentemente abbiamo partecipato insieme agli altri enti in un'associazione temporanea di imprese. Ci sono però stati dei problemi in fase di inserimento dei documenti nel portale Tutto Gare del Comune, quindi il bando è come se fosse andato deserto". "Come se", ma non deserto. L'interesse, dunque, c'era: semplicemente per motivi tecnici non è andato a buon fine.

A quel punto le associazioni si aspettavano una nuova gara, una concertazione, magari l'apertura di un tavolo di co-progettazione e co-programmazione come stabilito dal nuovo codice del Terzo Settore e di cui tanto si parla in campagna elettorale. "Ma non è stato così - prosegue Cesarano - e non abbiamo ricevuto notizie. Non c'è traccia di bandi o altro genere di assegnazioni". Ora la traccia c'è, ma gli enti non ne erano informati, fino ad oggi.

Chi lavora allo sportello di via Galilei?

E' la domanda che si fa anche Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo Settore del Lazio e assessora alle Politiche Sociali gli ultimi undici mesi della sfortunata giunta Marino: "Stamattina c'erano tre operatori allo sportello - racconta al nostro giornale - ma nessuno sa chi siano, quali qualifiche abbiano né che tipo di formazione abbiano ricevuto. Per fare questo lavoro bisogna essere estremamente preparati. E' gravissimo che un servizio così importante, portato avanti da un ampio numero di enti e associazioni in tutto il territorio in collaborazione con parrocchie e forze dell'ordine, venga interrotto in un momento così particolare: è un assist alle mafie che gestiscono le tratte di esseri umani". 

"Non abbiamo mai visto gli operatori attualmente impiegati a via Galilei - rincara la dose Germana Cesarano - e posso assicurare che dopo tanti anni conosciamo vita morte e miracoli di tutti. Nel Lazio ci sono un paio di enti con una esperienza specifica nella tratta di esseri umani, inclusi noi di Magliana 80: se nessuno di questi ha preso parte al bando, a chi hanno affidato il servizio?". Di nuovo, la risposta è una: alla Fondazione Roma Solidale onlus. Il grido d'allarme degli enti, però, è chiaro: "Senza sportello e unità di strada, come le portiamo le donne e in generale tutte le vittime di tratta nelle case di fuga? Viene meno un pezzo del programma, una gamba fondamentale". 

Dall'assessorato arriva però una rassicurazione: "Gli uffici del Dipartimento Politiche Sociale - annuncia Mammì - sono al lavoro per ripubblicare la manifestazione di interesse sulle unità di contatto e per l’inserimento socio lavorativo, vincolati per legge ad enti gestori con particolari requisiti il cui elenco è riservato e depositato presso il Ministero del Lavoro, per la maggior tutela delle donne vittime di tratta". 

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