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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il Campidoglio non sa che ha fine ha fatto il 30% dei suoi immobili. Ecco il piano per cercarli

Si chiama Atlante ed è stato illustrato da Gualtieri e Zevi. Sarà tutto digitale e accessibile anche da inquilini e cittadini

Roma vuole conoscere tutti i suoi beni immobili. Per farlo, Gualtieri e Zevi hanno presentato "Atlante", il nuovo sistema per censire le proprietà pubbliche inserite nei registri capitolini e sapere se sono vuote o abitate, occupate con o senza titolo da associazioni e aziende, se sono in condizioni ottimali o necessitano di manutenzione. Nell'elenco finiranno anche parchi, scuole e impianti sportivi. A gennaio 2025 la piattaforma sarà pronta. 

Il censimento dei beni di Roma Capitale

Un lavoro, quello per censire tutti i beni immobili di proprietà comunale, annunciato poco più di un anno fa e in parte già iniziato, con un team dedicato composto da 57 persone, 21 dipendenti di Roma Capitale e 36 esterni, che lavora da febbraio scorso: inventariati 732 atti e 839 beni. A questa "impresa" stanno collaborando le tre università pubbliche di Roma (Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre) oltre ad aziende come Almaviva, Ideare, KPMG, Maggioli, Medilife, Nolan Norton.

Un nuovo applicativo che sostituirà i tre esistenti

Nel 2022 è stato svolto uno studio di fattibilità realizzato dalla fondazione Ifel-Anci e grazie al quale si arriverà a sostituire gli attuali tre sistemi usati per la registrazione di atti e beni, cioè Sipic, GeoRoma e Refto. Al loro posto un applicativo unico patrimoniale, inventariale e gestionale accessibile a tutti. Il nuovo sistema, spiegano dal Campidoglio, si baserà su Reftree, software più utilizzato in Italia con oltre 2 milioni di immobili gestiti. "Proprio nell'ottica di una maggiore efficienza e di una più attiva partecipazione - si legge nella nota - dall'inizio del progetto il dipartimento Patrimonio ha garantito più di 450 accessi a Sipic, rispetto ai 40 del 2022, e 24mila accessi interni a Mpic, la mappa del Patrimonio immobiliare comunale, a fronte dei poco più di 700 dello scorso anno. Ciò ha permesso, in particolare alle strutture territoriali di prossimità come i Municipi, di avere una maggiore conoscenza del Patrimonio e dei propri beni". 

Il Campidoglio oggi ignora 1 bene su 3

Una conoscenza che ad oggi vede mancare circa il 30% di beni, presenti ma non nei dati catastali. Ad oggi sono 70.000 i beni di proprietà del Comune, presenti sul database Spici, ma se ne stimano quasi 100.000: "Un bene su tre non è inventariato e dunque sfugge al controllo all'amministrazione" sottolineano Gualtieri e Zevi. 

"Momento importante. C'era bisogno di questo progetto"

"E' un momento molto importante - ha spiegato ancora Gualtieri - perché il censimento del patrimonio è una questione annosa, negli anni passati sono stati fatti molti annunci e ci sono state molte richieste di censimento. Sono stati fatti tanti tentativi, ma a oggi non esiste una gestione completa e integrata con le caratteristiche del nostro patrimonio, che è unico per complessità, che comprende una varietà di beni molto ampia, tra parchi, ville ed edifici di ogni epoca". "Di questo progetto c'è bisogno - ha detto Zevi - perché è un processo di digitalizzazione che accompagna il censimento del patrimonio arrivato a Roma Capitale fino a oggi in modo disorganico. Abbiamo l'ambizione di fare un lavoro organico che da qui a 2, 3 anni ci porterà a dire con certezza che questo è il patrimonio di Roma Capitale. 
 

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