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Profughi, De Priamo-Mori: "Chi garantisce la sicurezza sanitaria dei romani?"

"La notizia di oggi desta inquietudine, ma è l'amara conferma di ciò che temevamo"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

«La notizia di oggi desta inquietudine, ma è l'amara conferma di ciò che temevamo, anche se le parole della Croce Rossa sono volte minimizzare la vicenda: due persone, un uomo ed una donna, provenienti dal Centro di transito per Rifugiati, sono stati ricoverati per tubercolosi, mentre sotto osservazione all'Umberto I è finita, con la scabbia, anche una famiglia composta da una madre e dai suoi due figli di 4 e 6 anni. La gravità del fatto è amplificata dal momento che, delle 70 persone entrate al camping Tiber nel progetto di accoglienza per "richiedenti status di rifugiato", solamente 20 si sono presentate all'ufficio immigrazione della Questura per l'identificazione. Considerato che proprio lo scorso anno, a giugno, il Sindaco Marino aveva ammesso, in una lettera ai Ministri Alfano e Lorenzin, l'assenza di controlli sulle persone che giungono nelle Capitale, ci chiediamo oggi chi abbia fatto qualcosa per prevenire l'emergenza sanitaria sfiorata lo scorso anno».

Lo dichiarano Andrea De Priamo e Giorgio Mori, rispettivamente portavoce romano e del Municipio XV di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.

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