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Politica Casal Bertone / Via Maria Brighenti

Sanità, presidio alla sede della Asl Roma 2: "Fate chiarezza sul piano vaccini"

La mobilitazione è stata indetta dal Comitato Popolare per la Sanità Pubblica: "Troppe segnalazioni di disservizi, i più fragili non si stanno vaccinando"

Fare chiarezza sul piano vaccini. È questo l’obiettivo del presidio di questa mattina davanti alla sede della Asl Roma 2 di via Maria Brighenti, a Casal Bertone, organizzato dal Comitato Popolare per la Sanità Pubblica. “Ci sono giunte molte segnalazioni di gravi disservizi”, dicono dal Comitato, nato all’inizio del 2021 per denunciare le difficoltà del sistema sanitario regionale durante la pandemia.

“Abbiamo aperto uno sportello per raccogliere le segnalazioni dei cittadini e abbiamo constatato che una mole consistente si riferiva alla vaccinazione”, raccontano a Romatoday dal Comitato. “All’inizio chiedevano assistenza per la prenotazione, perché in molti non avevano idea di come funzionasse. In seguito abbiamo riscontrato vere e proprie difficoltà per le persone vulnerabili ad avere accesso”. Per i manifestanti la campagna vaccinale della Regione Lazio “non è riuscita a raggiungere i più fragili in quanto la modalità telefonica non è attiva e la prenotazione online per alcuni è un vero e proprio ostacolo”. 

In un documento che è stato consegnato alla Asl vengono sottolineate inoltre una serie di problematiche relative ai centri vaccinali: “Non sono rari casi di assembramenti e file all'esterno”, scrivono. “Allo stesso modo si sconta una carenza di spazi e personale addetto unicamente all'osservazione dei soggetti appena vaccinati”. 

Un gruppo di manifestanti si è quindi presentato questa mattina sotto la sede della Asl Roma 2 chiedendo un incontro con direzione generale della Asl Roma 2. Sullo striscione esposto la scritta: “Troppe carenze sui vaccini. Qual è il piano della Regione?”. Al presidio è intervenuta anche Elisabetta Canitano, candidata sindaca di Roma per Potere al Popolo: “Il servizio pubblico è stato distrutto e trasformato in una serie di prestazioni informatiche dalle quali i più fragili restano esclusi”, ha detto durante il suo intervento.

Il comitato chiede alla direzione generale della Asl Roma 2, alla quale ha chiesto un incontro, “se ci sia un piano di vaccinazione della Regione Lazio per i soggetti vulnerabili, per i soggetti non deambulanti e, in futuro, per la vaccinazione di massa”. Chiede inoltre il “numero e la percentuale dei vaccinati per ciascuna fascia di età e per le categorie fragili sul territorio”, quali “saranno gli investimenti e i potenziamenti previsti”, quale “sia e quale sarà il ruolo dei presidi territoriali e quale invece quello dei soggetti privati”.

Si legge infine nella nota: “Siamo pienamente coscienti delle difficoltà che una pandemia avrebbe comunque causato, tuttavia non possiamo non constatare e denunciare che le difficoltà che osserviamo sono la deflagrazione delle politiche decennali di tagli, privatizzazione e demansionamento della sanità pubblica nel suo complesso”.

Aggiornamento.

Durante il presidio gli attivisti hanno ottenuto un incontro con il Direttore Sanitario del IV distretto dell’ASL Roma 2 e il Responsabile della Logistica della stessa ASL. “Confermata la carenza di personale e strutture, rimpallando le responsabilità del piano vaccinale e delle scelte economiche e politiche sugli organi regionali, ciò che maggiormente ci ha messo in allerta è il numero dichiarato di vaccinazioni domiciliari giornaliere previste. 18. La Asl Rm2 può garantire 18 somministrazioni vaccinali al giorno attraverso 3 autovetture a ciò preposte. Numeri, questi, non certo degni di un territorio così vasto e di una campagna vaccinale di massa durante una pandemia”.

Questo il commento di Canitano: “Con l’incontro siamo riusciti a risolvere i problemi delle segnalazioni che ci sono arrivate in questi mesi. Questa è una vittoria. Quando le persone si organizzano ottengono risultati. Ma sappiamo che la vera soluzione per incrementare la campagna vaccinale e l’efficienza del servizio sono assunzioni ed investimenti nella sanità pubblica”.

Conclude il Comitato: “Continueremo a portare avanti la nostra attività che, sicuramente, vorrà essere di supporto alle categorie maggiormente in difficoltà, ma non per sostituirsi all’istituzione pubblica e al personale preposto bensì per far pressioni e avviare una battaglia comune”.

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