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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dal Campidoglio 36 milioni per vigili e impiegati, protestano gli imprenditori: “Premio a chi è già avvantaggiato”

La Confapi critica il provvedimento della Giunta Raggi: "Risorse a dipendenti mentre economia muore". L'assesore al Personale, De Santis: "Stipendio non è premio"

Una somma pari a 36 milioni da destinare a impiegati, maestre d’asilo e vigili urbani in base ai risultati raggiunti nello svolgimento del proprio lavoro, alle performance. Circa 10 per “premiare” i funzionari incaricati di posizioni organizzative. La delibera della Giunta Raggi del 20 dicembre scorso ritocca il salario accessorio di 23mila dipendenti capitolini e fa infuriare le altre categorie: dai titolari di medie e piccole industrie private, che rivendicano “fondi per far ripartire l’economia”, ai residenti del centro storico che rimproverano al Comune il mancato risarcimento sui permessi Ztl. 

"Raggi premia chi già avvantaggiato, mentre economia muore"

Per la Confapi, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata, ai il provvedimento del Campidoglio in favore dei dipendenti capitolini sarebbe un “regalo, a pochi mesi dalle elezioni”.

Duro l’attacco alla Sindaca Raggi. "Caro Sindaco, lei non conosce il tessuto economico romano. Le imprese stanno morendo e lei premia quei lavoratori che hanno sofferto, fortuna loro, l'impatto minore della pandemia?” - le parole di Massimo Tabacchiera, presidente di Confapi Roma e Lazio. “Se è vero che tra i dipendenti comunali rientrano categorie che nella fase dell'emergenza hanno svolto un ruolo importanteè anche, e soprattutto, vero che nella maggior parte dei casi, i lavoratori pubblici sono stati quelli più garantiti sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista della tutela della salute. Hanno potuto godere delle ferie, della malattia, hanno percepito lo stipendio puntualmente e pure la tredicesima. È altresì vero, che molti di questi lavoratori non hanno prodotto nulla o non sono stati messi nella condizione di produrre il necessario, a causa di uno smart working monco, tant'è vero che i servizi della città sono peggiorati”.

Per la Confapi “bizzarro” che le risorse a disposizione, si destinano “a categorie già avvantaggiate e la cui produttività sarebbe anche peggiorata, secondo quanto riferito in un'intervista dall'ex assessore al Commercio, Carlo Cafarotti, piuttosto che a opere e investimenti che potrebbero aiutare a far ripartire l'economia reale, il mercato e i consumi”.

I residenti del centro contro Raggi: "Attendiamo risarcimento permessi Ztl"

Tirano per la giacchetta la Sindaca anche i residenti del centro storico. “Ovviamente noi non abbiamo gli elementi per giudicare il merito di questi premi aggiuntivi, benché ci chiediamo come sia stato possibile per i dipendenti capitolini raggiungere tutti i risultati previsti pur essendo stati costretti nel 2020 per la stragrande maggioranza ad un lavoro remoto non supportato da procedure e strumenti adeguati. Ci indigna però vedere come si decida discrezionalmente di riconoscere somme aggiuntive ad una categoria di cittadini, mentre - scrive l’associazione Residenti Campo Marzio - ci si rifiuta di riconoscere il dovuto ad un’altra categoria”. Il riferimento è al mancato ristoro per i permessi di accesso alla zona a traffico limitato per “un totale di quasi otto mesi in cui noi abbiamo pagato quando però tutti potevano accedere liberamente alle ZTL”. 

L'assessore al Personale: "Lo stipendio non è un premio"

E sulla questione delle premialità per i dipendenti capitolini è intervenuto l’assessore al Personale di Roma Capitale, Antonio De Santis. “La delibera del 20 dicembre 2020 è un atto legato al fondo degli stipendi per i dipendenti pubblici. Per inciso, proprio quel fondo che, quando ci siamo insediati nel 2016, abbiamo ricostituito con un lavoro certosino per rimediare a tutte le illegittimità che avevano portato al blocco del salario accessorio.Per i dipendenti, queste illegittimità si erano  tradotte in un lungo periodo di blocco contrattuale, rendendo Roma Capitale protagonista in negativo nel panorama della pubblica amministrazione nazionale nonché provocando l’anomalia del famigerato atto unilaterale. Noi abbiamo doverosamente sanato questa situazione. Questo il concetto, che probabilmente, incredibilmente, a qualcuno va spiegato: gli stipendi non sono premi. Sono, appunto, stipendi. Diritti di chi lavora. La pelle dei lavoratori non è merce di scambio per la propaganda. Sicuramente, non lo è mai stata e mai lo sarà per noi”. 
 

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