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Politica Torre Spaccata / Via Roberto Fancelli

C'era una volta il "Pratone": Torre Spaccata sospesa tra il sogno di un parco e il progetto degli Studios

Raccolte oltre 2600 firme per chiedere di rivedere il PRG trasformano il pratone in un parco archeologico ambientale

Tra i palazzoni della periferia sud orientale della capitale s'incunea un’area, di sessanta ettari, che non è edificata. Conosciuto nel territorio come “il Pratone” di Torre Spaccata, questo polmone verde è di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti. 

La petizione

L’area verde, compresa nel territorio del municipio VII, era destinata ad accogliere il Sistema direzionale orientale (Sdo). Il progetto però non è mai decollato, lasciando il pratone confinato dietro una vasta recinzione metallica. Un limite fisico che se da una parte ne ha impedito la fruizione, dall’altra ha finito per alimentare le aspettative di chi abita nel territorio. Al punto da spingere un gruppo di residenti a lanciare una petizione sul sito di Roma Capitale. Alla raccolta firme, cui si può aderire solo accreditandosi con lo Spid, la Cie o la Carta nazionale dei servizi, a 2 mesi dalla sua pubblicazione, hanno già aderito più di 2600 persone che chiedono al Campidoglio una variante urbanistica che prevede “una centralità urbana” con annessi servizi per il territorio.

Un parco archeologico ambientale

Il Piano regolatore prevede che il pratone sia edificato per circa un terzo della sua superficie. E con questa finalità è stato presentato un accordo preliminare d’acquisto tra Cinecittà Studios e Cassa Depositi e Prestiti. Circostanza che è stata confermata anche dal Campidoglio. Ma chi ha firmato la petizione, sta chiedendo all’attuale amministrazione cittadina d’intervenire per modificare la finalità urbanistica del pratone,con l’intenzione di trasformarlo in “un parco archeo-ambientale”. 

L'importanza archeologica

Sul piano archeologico l’area è stata interessata da una serie di scavi esplorativi che, tra il 1997 ed il 2006, hanno portato alla luce 4 importanti ville rurali romane, con funzioni residenziali e produttive: la villa di via Lizzani, la villa di via Sommariva, la villa A204 e la villa del Casale di Torre Spaccata. Per questo si chiede “in continuità urbanistica e funzionale con il parco di Centocelle” si legge nella petizione” di creare un parco che “consentirebbe di fruire di un'area archeologica vastissima che si muove sulle consolari Casilina, Prenestina e Tuscolana, seconda potenzialmente solo al Parco dell'Appia Antica”.

Un simbolo del territorio

Oltre al valore archeologico, la richiesta di variante, nasce anche per valorizzare “il Pratone” in chiave ambientale. “E’ un luogo fortemente identitario – ha raccontato Stefano Becchetti, del comitato che ha promosso la petizione – chi è nato nel quartiere, racconta che lì si faceva il bagno nella marana o ci giocava a pallone”. Ma è anche un polmone verde che nel territorio manca.  Sfruttando dei varchi aperti nella recinzione, “durante le fasi più acute della pandemia – ha ricordato Becchetti – gli abitanti hanno progressivamente ripreso a godere di questo spazio”. Sono state organizzate anche passeggiate, una delle quali è partita anche dal centro cittadino ed attraverso aree le aree verdi della città, ha raggiunto il pratone. “Noi chiediamo all’amministrazione di non mettere altro cemento in questo quadrante, ma di ascoltare le richieste che arrivano dai cittadini”ha concluso Becchetti, del comitato che propone l'istituzione del parco. Un comitato che sta facendo proseliti, attraverso una serie d’incontri che si sono già svolti nel territorio del municipi VII e V, che hanno fatto registrare l’adesione anche di altre realtà, come il WWF.

Un'opportunità da cogliere

“Quello in cui si inserisce il Pratone è un territorio ad alta densità abitativa, con delle previsioni urbanistiche, contenute nel PRG, che dovrebbero essere modificate guardando al futuro della città e dando seguito alle legittime attese dei residenti – ha commentato Raniero Maggini, presidente del WWF di Roma e della Città Metropolitana – Potrebbe essere la volta buona per cambiare registro, approvando finalmente una variante urbanistica nell’interesse della collettività, anzichè del proponente nuove cubature. Il Pratone con il Parco di Centocelle può diventare un importante polo storico e archeologico, connotato da un rilevante valore naturalistico. E’ un’opportunità da cogliere, che non può essere cancellata dal cemento”.

La ricchezza naturalistica

Sul piano naturalistico l’area, ha ricordato il numero uno del WWF romano, “il Pratone, insieme al Parco di Centocelle, sono siti interessanti sul piano dell’avifauna come dell'entomofauna, fruiti da numerose specie di uccelli durante la migrazione. Sempre sul piano naturalistico questi terreni incolti offrono riparo a molti animali che abitano questo autentico scorcio di Agro romano. Penso ad esempio alla Cappellaccia, un uccello tipico di questi ambienti, che è però impossibile trovare in zone colpite dall'inquinamento e dal consumo di suolo e che invece qui trovano rifugio”. E’ quindi puntando sulla salvaguardia e la valorizzazione di questi spazi, viene ribadito dal’associazione ambientalista, che si può compiere un importante passo in avanti per fare di  Roma la Capitale europea della biodiversità.

Intervista a Veloccia sul futuro del Pratone

Le intenzioni del Campidoglio

Per trasformare il “Pratone” in un parco, la strada indicata da chi ha firmato la petizione è quella di una variante urbanistica. Un percorso, quest’ultimo, che non convince il Campidoglio. “E’ possibile coniugare il rispetto e la valorizzazione dell'ambiente con l'occasione di sviluppo data dall'ampliamento degli studios di Cinecittà E il metodo obbligatorio che prevede il PRG -  ha commentato l’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia - è proprio quello della partecipazione e della concertazione con il territorio, quindi non ci troveremo di fronte ad un progetto blindato”. Per il Campidoglio quindi, la strada della variante, non è quella che porta alla trasformazione del pratone in un parco.
 

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