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Trasformare il “pratone” in un parco: la delibera d’iniziativa popolare arriva in Campidoglio

Undicimila firme per chiedere di destinare a parco l'area su cui è previsto l'ampliamento degli Studios di Cinecittà

Comincia il secondo round della battaglia che alcuni cittadini hanno intrapreso per chiedere di valorizzare un’area verde. Cinquantotto ettari di “Pratone”, quello di Torre Spaccata, una superficie privata che, per chi abita nel quadrante, dovrebbe diventare un parco naturalistico ed archeologico.

Una delibera popolare per salvare il verde

A supporto della richiesta si sono schierate 11mila persone. Tante sono quelle che hanno sottoscritto la delibera d’iniziativa popolare che, il 15 maggio, approda nella commissione PNRR presieduta da Giovanni Caudo. Questi cittadini vorrebbero ottenere una “variante al Piano regolatore generale per destinare l’area a verde pubblico”. Ma “senza ricadute per gli altri territori” ha spiegato Stefano Becchetti, del comitato che ha promosso l’iniziativa. “Per noi non è importante solo salvare il Pratone, ma bloccare un meccanismo che porta al consumo di altro suolo”. Non chiedono di delocalizzare altrove le previsioni urbanistiche previste in quell’area, com’è avvenuto in passato, ad esempio, per realizzare il parco di Tor Marancia.

“Non possiamo essere schiavi dei diritti edificatori e dei sistemi di compensazione” ha ribadito l’attivista “ un’urbanistica razionale in questo momento non può non tenere in considerazione le ricadute ecosistemiche che impattano sulla città, ogni volta in cui si impermeabilizza un nuovo territorio” ha sottolineato il portavoce del comitato. Al contrario si chiede di valorizzare il “pratone”, l’area che si sviluppa tra viale Bruno Pelizzi e via Roberto Fancelli e che, dal parco di Centocelle, è seperato soltanto da viale Palmiro Togliatti.

Il Pratone di Torre Spaccata: l'intervista all'assessore all'urbanistica

L'importanza naturalistica ed archeologica

Oggi quell’area è recintata, perché  di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, ma rappresenta un polmone verde cui i residenti del congestionato quadrante guardano con attenzione. Al di là dell’importanza naturalistica, confermata anche dal WWF di Roma e della città metropolitana, il sito vanta anche la presenza di reperti archeologici: 4 ville rurali romane emerse durante scavi condotti tra il 1997 ed il 2006, ora interrate. Da qui la richiesta, già avanzata con una precedente petizione, di farne un parco d’interesse naturalistico ed archeologico.

Il primo round: la raccolta firme del 2022

Attraverso la delibera d’iniziativa popolare la questione del parco di Torre Spaccata torna quindi all’attenzione del Campidoglio. Vi era già finita, nel 2022, grazie ad una petizione lanciata sul sito di Roma Capitale dallo stesso comitato del Pratone. In quel caso, però, il dibattito si era limitato a qualche commissione capitolina senza mai riuscire ad arrivare in aula consiliare. A differenza di quella petizione, la raccolta firme ha coinvolto un numero molto più significativo di cittadini: “volevamo mandare un messaggio forte al governo della città e per essere forte – hanno spiegato gli attivisti del comitato -  doveva essere condiviso da più persone possibili”. Sono undicimila quelle che hanno deciso di sostenerlo. Tante da meritare l’attenzione del comune. 

Gli interessi sull'area

Perché la discussione riparte dalla commissione dedicata al PNRR? Perché non è secondario il ruolo che giocano i fondi europei in questa partita. Ci sono 300 milioni di euro per lo sviluppo dell’attività cinematrografica italiana e quasi due terzi di questi sono destinati agli Studios. Servirebbero a realizzare dei nuovi teatri di posa a Cinecittà ed anche, o forse soprattutto, nell’area del Pratone. Un’edificazione, peraltro neppure l’unica prevista in quel sito, che spaventa i residenti che chiedono appunto un passo indietro.
 

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