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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Case prima dei servizi: il Pd scarica le colpe sull'assessore Caudo

Il capogruppo D'Ausilio e il presidente della commissione urbanistica Stampete spiegano: "Visto che i primi 6 mesi sono trascorsi invano, il Pd ha valutato in aula di estendere la proroga a un anno affinché l'Assessore avesse il tempo necessario per agire"

Tra i democratici romani il nervo dell'urbanistica è scoperto e provoca evidente fastidio. Dopo l'approvazione della proroga della delibera 70, finiti travolti dalle polemiche della base e dagli appelli dei consiglieri municipali a sostegno dell'assessore Caudo, i responsabili del Pd in Campidoglio provano a reagire. Lo fanno mettendo in chiaro la faccenda con una nota congiunta del capogruppo Francesco D'Ausilio e del presidente della commissione urbanistica Antonio Stampete. A loro si accoda, in maniera molto meno politically correct, un altro consigliere democratico capitolino Marco Palumbo che affida ad un commento su facebook uno sfogo che la dice lunga del clima nei confronti dell'assessore: "Io trovo surreale che in sei mesi ancora un assessore non sia stato in grado di preparare una, dico una sola delibera sulle materie di sua competenza. Tra l'altro era stata anche approvata in giunta". In mezzo, in un convulso sabato sera pre natalizio, arriva la nota di Caudo che prova a gettare acqua sul fuoco. Ma andiamo con ordine e raccontiamo quanto accaduto.

E' di ieri l'appello, di cui abbiamo dato conto, firmato da numerosi consiglieri municipali di Sel e Lista Civica Marino di sostegno all'assessore Caudo, la cui proposta di proroga di sei mesi è stata bocciata a favore dell'emendamento Cantiani (nuovo centro destra) che di mesi di proroga ne proponeva 12. Il voto del Pd con il centrodestra non è andato giù a tanti e da lì la polemica.

D'Ausilio e Stampete, rispettivamente capogruppo e presidente della commissione urbanistica provano a fare chiarezza. "Troviamo surreale la polemica che è scaturita a seguito della proroga della delibera 70, ci auguriamo che sia solo il frutto della disinformazione. La delibera 70 è arrivata in assemblea capitolina proprio perché proposta dall’assessore Caudo in giunta. Lo stesso assessore, del resto, appena insediatosi 6 mesi fa disse pubblicamente che non vi sarebbe stato bisogno di un’ulteriore proroga della delibera in quanto egli stesso avrebbe elaborato un nuovo schema di convenzione da sottoporre all’Assemblea capitolina". Traducendo quindi è Caudo che ha portato la delibera in aula.

La nota però continua, così come lo scaricabarile nei confronti dell'assessore. "A distanza di tutto questo tempo, tuttavia, l’Assessore, non avendo prodotto il nuovo schema di convenzione, con senso di responsabilità ha proposto una proroga della delibera per ulteriori 6 mesi. Il Partito Democratico, visto che i primi 6 mesi sono trascorsi invano, ha valutato in aula di estendere la proroga a un anno affinché l’Assessore avesse il tempo necessario per agire, evitando così anche il ritorno al vecchio schema di convenzione sul quale tutti hanno espresso forti criticità".

E Stampete e D'Ausilio chiudono la nota con un invito a Caudo a "mettersi subito al lavoro": "Ora nulla toglie che un nuovo schema possa sostituire comunque la proroga anche prima della scadenza. Invitiamo quindi l’Assessore a mettersi subito al lavoro e produrre un nuovo schema di convenzione da sottoporre all’attenzione della Commissione Urbanistica e quindi dell’Assemblea capitolina così da consegnare alla città nuove disposizioni in materia come da tutti auspicato".

Condivisa su facebook dal consigliere Palumbo, c'è chi contesta il voto alla delibera: "Io trovo surreale la delibera", fa notare un amico a Palumbo. A questo punto il consigliere commenta senza troppe interpretazioni: "Io trovo surreale che in sei mesi ancora un assessore non sia stato in grado di preparare una, dico una sola delibera sulle materie di sua competenza. Tra l'altro era stata anche approvata in giunta".

Alle 20.30 è Caudo a rompere il silenzio: "Da qualche ora si è diffuso in rete un appello firmato da 36 consiglieri e assessori di diversi Municipi appartenenti a tutti i partiti della maggioranza e sostenuto da tante altre persone e associazioni. Nel corrispondere con quanti hanno voluto in modo del tutto spontaneo ribadire l’importanza di scelte urbanistiche che mettano al centro l’interesse pubblico, chiarisco però che, al di là della lunghezza della proroga concessa alla delibera 70, resta l’impegno di tutta la maggioranza e mio ad approvare il prima possibile un nuovo schema di convenzione che costituisca una giusta sintesi tra le legittime esigenze di sostenibilità economica delle imprese e quelle dei cittadini che chiedono quartieri vivibili e dotati di servizi".

Siamo però riusciti ad apprendere che, fuori dalle note ufficiali, il fastidio di Caudo, manifestatosi giovedì nell'abbandono dell'aula, nasce dal fatto che il nuovo schema è in realtà in dirittura d'arrivo. Di questo la maggioranza è stata evidentemente informata e quindi il voto pro Cantiani è stato letto da Caudo come una mancanza di fiducia nei suoi confronti.

All'appello a favore di Caudo si affianca poi la pesante, pensatissima, lettera inviata dall'osservatorio CarteinRegola al nuovo segretario Renzi, ai deputati e ai senatori, al Segretario della Federazione romana  Cosentino,  ai Presidenti e ai consiglieri dei Municipi,  alle sezioni romane del Pd. La lettera, che trovate a questo link, parla  di "cambiamento che, nonostante una certa dose di buona volontà del Sindaco Marino  e dei suoi assessori, non appare condiviso da  buona parte della maggioranza capitolina, che sembra intenzionata a continuare le peggiori tradizioni "bipartisan" delle passate consiliature, senza preoccuparsi  neanche di salvare le apparenze. E noi di Carteinregola, che abbiamo presidiato per quattro mesi l’aula contro le delibere urbanistiche di Alemanno, saremo costretti a ricominciare daccapo, quantomeno come impotenti testimoni (e, per quanto ci è consentito, volenterosi megafoni) di un  degrado politico  che sembra non toccare mai il fondo".

Dura la chiusura: "A Roma, ormai, a un Partito Democratico che si faccia interprete degli interessi della collettività e non di quelli di sempre, ci crede solo più chi crede ancora a Babbo Natale…"

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