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Politica

La polemica politica sulla presunta incompatibilità della candidata Cinquestelle alle regionali

Donatella Bianchi è presidente del parco nazionale delle Cinque Terre e giornalista dipendente in Rai. Dal Pd (e non solo) attacchi quotidiani: "Si attacca alla poltrona"

Donatella Bianchi, candidata del M5S alle elezioni regionali del Lazio, da giorni è sotto attacco degli avversari politici per il suo ruolo di presidente del parco nazionale delle Cinque Terre, in Liguria. Un ruolo che ricopre dall'agosto 2019, su decreto dell'allora ministro Sergio Costa. Inoltre, Bianchi è una giornalista dipendente della Rai, conduttrice da quasi trent'anni di "Linea Blu". Per alcuni dovrebbe rinunciare ai suoi incarichi e mettersi in aspettativa dalla tv pubblica.

La dichiarazione di Donatella Bianchi sull'aspettativa in Rai

In una recente intervista a "Il Fatto Quotidiano", la candidata del M5S alle regionali - scelta da Giuseppe Conte subito dopo Natale - a domanda diretta ha rispost che, in caso di vittoria, si metterà in aspettativa. Una scelta, come ricorda la stessa Bianchi "fatta anche dai predecessori e colleghi Rai Pietro Badaloni e Piero Marrazzo". 

Il doppio attacco di Casu (Pd): "Deve lasciare la tv pubblica"

Già prima di questa dichiarazione, Bianchi era stata criticata dal segretario del Pd romano, il deputato Andra Casu: "La Rai non ha le porte girevoli, ora che è stata scelta dal M5S Bianchi si dimetta dalla conduzione di Linea Blu" aveva scritto su Twitter. Il dem aveva successivamente rincarato la dose: "Dal doppio mandato al doppio incarico", la battuta di Casu fatta il giorno dell'uscita dell'intervista della giornalista, sempre affidata al social di proprietà di Elon Musk. Parole più o meno simili anche dall'ex deputato e candidato per Italia Viva in regione, Luciano Nobili: "Bianchi è attaccata alla cadrega", cioè alla sedia in dialetto lombardo. 

La diatriba sul ruolo di presidente del parco delle Cinque Terre

Ma non è solo il suo ruolo in Rai a far infuriare gli avversari. Lo stesso Giovanni Toti, governatore della Liguria, ha invitato Bianchi a dimettersi da presidente del parco delle Cinque Terre: "Ritengo sia un ruolo totalmente incompatibile" con il ruolo di candidata alla presidenza del Lazio. Inoltre, l'ex giornalista di Rete 4, smentisce quando affermato dall'ex ministro Costa sui giorni in cui si decise la nomina di Bianchi: "Non è vero che la volevo anch'io, non era il nostro nome". 

Federparchi: "Non c'è incompatibilità giuridica"

Ad intervenire sul tema, cercando di fare chiarezza, è il presidente di Federparchi, Giampiero Sammurì: "Dal punto di vista giuridico non c'è incompatibilità - ha dichiarato all'Adnkronos - basta pensare che il presidente del parco nazionale del Cilento è da 3 anni consigliere regionale in Campania e in quel caso si tratta anche della stessa regione. E per impegno e tempo, gli incarichi possono coesistere". 

Ferrara (M5S): "Perché D'Amato non lascia l'assessorato?"

"Prima il Pd invita Donatella Bianchi a un ticket e si lamenta che se non accetterà l'alleanza vinceranno le destre - commenta Paolo Ferrara, consigliere del M5S in consiglio comunale a Roma - . Poi, quando la nostra candidata rifiuta, si attacca a tutto pur di screditarla, anche a cose che non ha ancora fatto. Il dem Andrea Casu, per esempio, ha già deciso che Bianchi è una 'furbetta', perché è sicurissimo che lei non chiederà l'aspettativa in Rai se diventerà consigliera regionale: praticamente l'ha già condannata per un 'crimine' futuro, stile Minority Report".

Ferrara tira allora in ballo Alessio D'Amato, candidato del centrosinistra alla presidenza: "Lui si guarda bene dal dimettersi come assessore regionale alla Sanità - conclude - , e anzi non sembra dispiaciuto dal fatto che il suo ruolo istituzionale gli dia una visibilità indebita. Non siamo nemmeno a febbraio e questi hanno già oltrepassato il ridicolo".

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