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Pnrr, il Campidoglio è in ritardo: solo il 9% delle opere è cantierizzato

L'Osservatorio sugli investimenti del recovery plan mette in evidenza la lentezza della macchia amministrativa: di oltre 4 miliardi per Roma, ne sono stati messi a gara 110 milioni

Sull'attuazione dei progetti finanziati con il Pnrr Roma corre, ma è in forte affanno. Secondo il monitoraggio dell'Osservatorio inaugurato a inizio 2023, solo il 9% delle opere previste è attualmente un cantiere aperto. Dei circa 4 miliardi di euro arrivati alla Capitale, che finanziano esattamente 2.263 progetti, solo 110 milioni sono stati messi a gara. 

Roma è in ritardo nell'attuazione delle opere finanziate col Pnrr

Una situazione allarmante, se si considera che la dead line per l'Italia e per tutti i comuni è quella del 2026, anno in cui l'Unione Europea chiederà il conto di quanto realizzato. E dalle parti del Colosseo è stato fatto oggettivamente poco: 427 i progetti per i quali è stato ottenuto un codice identificativo gara, fondamentale per indicare in maniera univoca una gara d'appalto, cioè circa 1 miliardi di euro. Dalla costruzione di nuovi edifici scolastici a quella di case popolari, dai lavori sulla grande viabilità passando per i progetti sociali e la mobilità, nella Città Eterna si rischia di restare al palo, anche per quanto riguarda i progetti per l'Anno Santo del 2025, dove però Gualtieri ha intenzione di premere sul gas. 

La decisione di Gualtieri per i cantieri del Giubileo

Per il Giubileo, che inizierà ufficialmente l'8 dicembre 2024 con l'apertura della Porta Santa, il commissario straordinario e Sindaco ha firmato 5 ordinanze con le quali abbatte i tempi per il via ad altrettante opere ritenute fondamentali: piazza dei Cinquecento e dintorni, lo spazio antistante la Basilica di San Giovanni, piazza Risorgimento e il parcheggio interrato, il rinnovo dell'armamento della linea A della metro e il sottovia di Piazza Pia. 

Il monitoraggio sul Pnrr: il 9% delle opere cantierizzate

Il 30 marzo proprio Gualtieri, ospite di un programma televisivo su Rai 3, aveva annunciato che entro la scadenza del 2026 Roma sarà in grado di spendere 500 milioni di euro. La cifra, però, corrisponde esattamente alla metà di quanto viene investito per 427 progetti che ad oggi, secondo l'Osservatorio Pnrr e Giubileo 2025 (creato dall'Orep di Tor Vergata e Ance-Acer Roma) hanno ricevuto il CIG, il codice identificativo di gara. Di questi, il 40% è in fase di progettazione (affidata o conclusa) e di questo 40% il 9, pari a circa 80 milioni di euro, è composto da cantieri già aperti. Mancano quindi 420 milioni di euro alla previsione di Gualtieri, a tre anni dalla scadenza. 

Ciucci (Ance-Acer Roma): "Siamo preoccupati, rischiamo di non farcela"

"Abbiamo fatto un aggiornamento dei dati al mese di febbraio, la situazione è di ritardo rispetto alla messa in gara ed esecuzione - conferma Antonio Ciucci, presidente Ance-Acer Roma, l'associazione di categoria dei costruttori romani - . Per quanto riguarda il Pnrr possiamo dire di essere in linea con le tempistiche nazionali, forse Roma sta un po' meglio. Obiettivamente c'è un po' di preoccupazione per alcuni interventi puntuali". Anche perché non ci sono solo le scadenze imposte dall'Europa, ma anche quelle per il Giubileo, molto più vicino. A impensierire i costruttori sono due opere come quella del sottovia a piazza Pia e il parcheggio interrato da 288 posti a piazza Risorgimento: "Sono due progetti che hanno delle complicazioni tecniche importanti - prosegue Ciucci a RomaToday -. Auspichiamo che si possa fare in tempo, siamo sempre presenti e vorremmo esserci su tutti i tavoli decisionali perché possiamo dare una mano. Comprimere troppo i tempi significherebbe per noi costruttori non riuscire a farcela. Se concentriamo gli interventi in troppo poco tempo rischieremmo di andare in difficoltà come categoria". 

Il portale Open Pnrr

Su Open Pnrr, portale creato dalla Fondazione Openpolis, è possibile avere ulteriore conferma dello stato d'affanno in cui versa Roma nella corsa alla messa a terra dei progetti finanziati dal piano di ripresa e resilienza. In particolare su due interventi previsti nella Capitale abbiamo già mancato le tempistiche: tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano e investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici ed aree naturali. 

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