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"I pini di Roma stanno morendo tutti. Fate presto"

I cittadini continuano a chiedere di fermare il taglio degli alberi colpiti dalla cocciniglia tartaruga

L’allarme sulle condizioni dei pini non preoccupa solo i romani. Anche dalle colonne del Washington Post è stato lanciato l’allarme per l’albero “icona di Roma” che sta affrontando “la sua pandemia”.

Ed anche oltreoceano, l’unica soluzione individuata per debellare la cocciniglia tartaruga, la piaga che sta decimando i pini, è stata individuata nelle iniezioni. Quelle che vengono fatte alla base dei tronchi, in appositi fori attraverso i quali far risalire l’abamectina: l’antiparassitario in grado di debellare la temibile Toumeyella parvicornis. Ma, come da tempo ripetono comitati, associazioni e semplici cittadini, bisogna fare in fretta.

Gli effetti della cocciniglia sui pini

“I pini di Roma stanno per morire tutti perché attaccati da un terribile parassita, la Toumeyella parvicornis (detta anche cocciniglia tartaruga), che ne succhia la linfa, bloccando la fotosintesi e portandoli in breve tempo alla morte” ha ricordato Francesca Marranghello, attivista di Italia Nostra e presidente del comitato di Villa Glori. Ed è proprio nella storica area verde del Municipio II che si può ricavare la foto più preoccupante di una città senza pini. 

I pini di Villa Glori

Nella villa infatti sono rimaste circa settante ceppaie. Alberi tagliati perchè “secche o con un’inquilinazione preoccupante” hanno provato a spiegare i tecnici del Campidoglio. Una spiegazione tardiva, arrivata mesi dopo il taglio. E comunque ritenuta insoddisfacente dai cittadini, dal Municipio II ed anche da Italia Nostra che ha chiesto di sospendere l’appalto che stava portando ad abbattimenti ed anche a potature fuori stagione. Anche perchè, tra i cittadini, cova il sospetto che i tagli siano avvenuti perchè i pini erano stati colpiti dalla cocciniglia tartaruga.

Il trattamento da effettuare

“Il parassita può essere debellato facilmente se preso in tempo attraverso la cura endoterapica, una iniezione in tronco di un medicinale specifico a base di Abamectina, un rimedio semplice e poco costoso (una iniezione costa dalle 10 alle 20 volte meno dell’abbattimento), mentre la ricerca di antagonisti naturali della Toumeyella quali alcune specie di coccinella non hanno dato nessuna prova di efficacia” ha commentato Marranghello. “Per evitare l'estinzione di centinaia di migliaia di pini di Roma e del suo litorale, dobbiamo tutti pretendere ingenti investimenti a tappeto altrimenti tra poco non avremmo più le pinete, le ville storiche, i polmone verdi della nostra città”.

Il ritardo del Comune 

Visto che ormai è anche il Ministero delle Politiche Ambientali ha definito un protocollo di cura contro la Toumeyella, intervenire con rimedi adeguati contro il parassita rappresenta una possibilità concreta. Per questo “diciamo no agli abbattimenti ed alle potature indiscriminate - ha ribadito Marranghello, ricordando che occorre puntare su - investimenti massivi sulle cure endoterapiche”. I cittadini, autofinanziandosi, in molti quartieri di Roma hanno già iniziato a farlo. Ma “il Comune di Roma non sta intervenendo con la dovuta attenzione” perchè, ha ribadito la presidente del comitato Villa Glori “pochissimi interventi di cura sono stati fatti, preferendo procedere ad abbattimenti indiscriminati”. Ed è proprio quello che, i cittadini in prima linea nella difesa di questi alberi, stanno chiedendo di evitare.

I fondi disponibili

Bastano però le risorse attualmente disponibili, circa 1 milione e duecento mila euro, per salvare l'albero simbolo della Capitale? “Servono molti più fondi di quelli stanziati. Nella manifestazione che Italia Nostra ha promosso a metà giugno - appuntamento partecipato anche da altri comitati ed associazioni - avevamo chiesto alla Regione di attivare una cabina di regia e di prevedere un decreto attuativo con uno stanziamento di fondi per fronteggiare l'emergenza. Il Comune sta investendo pochissimo, preferendo puntare sul maxi appalto da 60 milioni per tagli e potature. Almeno il 10% di quei soldi andrebbe invece destinato alla cura degli alberi”. Le chiome diradate dei pini, alcuni dei quali sono stati attaccati dalla Toumeyella già dal 2018, dimostrano che non si può aspettare ancora molto. Servono più fondi per trattare gli alberi colpiti dalla cocciniglia. 

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