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Piani di zona, Comune e Regione non si presentano in Tribunale: il giudice va avanti con il pignoramento

La nuova legge avrebbe permesso lo stop ma, scrive il giudice, gli enti "non sono comparsi". Asia Usb: "Grave latitanza". Dalla Regione: lunedì un incontro per valutare intervento

Comune e Regione non si presentano in Tribunale, così il pignoramento di una palazzina nel piano di zona va avanti, nonostante la norma contenuta nella finanziaria 2020 blocchi simili procedimenti per case realizzate con finanziamenti pubblici. Sta accadendo a Monte Stallonara dove una palazzina di 14 appartamenti, altrettante cantine e 12 posti auto coperti finiranno all'asta così come richiesto dalla banca creditrice verso la cooperativa fallita. Il motivo alla base della decisione assunta dal giudice del Tribunale civile di Roma risiede nell’assenza del Comune di Roma e della Regione Lazio. 

"La presente procedura rientra nell'ambito applicativo della legge 178/2020" che, si legge nella sentenza, prevede che "il giudice dell’esecuzione proceda alla sospensione del procedimento per consentire" al comune dove sono ubicati gli immobili (Roma Capitale) e all'ente erogatore del finanziamento (Regione Lazio) "di intervenire nella relativa procedura al fine di tutelare la finalità sociali degli immobili e sospendere la vendita degli stessi". Il giudice scrive di aver differito le attività dell'esperto esitmatore e del custode giudiziario per permettere al creditore di "integrare il contraddittorio nei confronti dei suddetti enti territoriali". 
La comunicazione con Comune e Regione, scrive ancora il giudice, è avvenuta tramite Pec. All'udienza fissata per il 4 marzo 2021, però, gli enti territoriali "non sono comparsi" e "non si sono costituiti nella presente procedura". Per questo, conclude il giudice, il procedimento non verrà sospeso. 

Approvata la legge che blocca aste e pignoramenti nei piani di zona

A denunciare l'accaduto è il sindacato Asia Usb, che segue da tempo le vicende relative ai piani di zona: "Roma Capitale e Regione Lazio, nonostante siano state avvisate, non si costituiscono per tutelare la finalità pubblica", denuncia Angelo Fascetti in una nota. Il sindacalista ricorda come, così come avvenuto con molte altre cooperative costruttrici nei piani di zona, “gli inquilini siano stati vittime della solita truffa nei piani di zona: hanno già versato molti soldi senza essere diventati proprietari degli alloggi, e oggi rischiano di doversi ricomprare le case all’asta”. Per il sindacato, inoltre “la norma approvata nella finanziaria prevede che anche gli stessi inquilini interessati possano richiedere la sospensione” non solo le istituzioni competenti”.

Interpellati in merito, dall’assessorato regionale all’Urbanistica fanno sapere di aver convocato una riunione per l’inizio della prossima settimana per valutare come intervenire. 

La norma che blocca pignoramenti e aste nei piani di zona era stata accolta con favore sia dalle istituzioni coinvolte, Comune e Regione, sia da diversi esponenti politici. “La Regione è pronta a fare la propria parte, intervenendo per rilevare la nullità di tali procedure”, aveva detto l’assessore regionale all’Urbanistica, Massimiliano Valeriani. “Finalmente si è raggiunta una unità di intenti”, le parole dell’assessore comunale all’Urbanistica, Luca Montuori. 

Sono centinaia, infatti, gli inquilini che vivono nei piani di zona con case all’asta o in via di pignoramento per il fallimento delle cooperative costruttrici. Gli stessi inquilini che, in molti casi, hanno pagato per anni affitti più alti del dovuto o versato i soldi per l’acquisto di appartamenti di cui non sono mai diventati proprietari.

Attacca Asia Usb: “I fatti stanno smentendo puntualmente le dichiarazioni dal tono propagandistico di chi continua a sostenere che il problema dei piani di zona lo si sta affrontando e si sta ripristinando la legalità. Comune e Regione non stanno fermando la vendita degli alloggi fatta dai curatori fallimentari, che si sentono i padroni delle case per difendere l’interesse delle banche, come sta succedendo a Montestallonara o per gli anziani di Osteria del Curato, dove sono iniziate e mai concluse le procedure di revoca delle concessioni”.

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