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Piani di zona, la legge per lo stop ai pignoramenti c'è ma non li ferma: scatta l'interpellanza, ma la risposta suscita polemiche

Il deputato Fassina aveva chiesto chiarimenti al ministero di Giustizia e delle Infrastrutture in merito alla corretta applicazione della norma passata con la legge di Bilancio 2021. La denuncia di Asia Usb: "Nessun controllo e agli enti locali viene impedito di intervenire"

Quando è stata approvata, alla fine del 2020, è stata salutata come la norma che avrebbe bloccato i pignoramenti e le aste per fallimento e liquidazione coatta delle società costruttrici di immobili di edilizia residenziale pubblica e agevolata. Tradotto: stop agli sgomberi per migliaia di inquilini di appartamenti dei piani di zona che, oltre a dover lasciare le proprie case, rischiano di perdere anche i risparmi già investiti.

A distanza di cinque mesi, però, il sindacato Asia Usb denuncia: “Si sta assistendo alla mancata attuazione delle norme” con la conseguenza che “non vengono svolti i dovuti controlli sui mutui dati dalle banche e si impedisce agli enti preposti al controllo, Regione e Comune, di intervenire nelle procedure esecutive e fallimentari per la tutela del bene e del denaro pubblico”. Tradotto: “Ulteriore danno per gli inquilini degli immobili, che nonostante le truffe, le denunce, gli esposti e le migliaia di diffide, oltre le importanti somme versate, si vedono oggi costretti a subire sgomberi e/o vendite all’asta degli immobili pagati con i loro soldi per tutelare i crediti delle banche e di chi ha speculato su quel patrimonio pubblico”.

La legge: basta pignoramenti e aste nei piani di zona

Ne è scaturita un’interpellanza urgente ai ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture da parte del deputato di Leu, nonché consigliere comunale capitolino, Stefano Fassina. La nuova norma, contenuta nella legge di Bilancio 2021, prevede che il creditore comunichi la procedura esecutiva al comune di competenza e all’ente finanziatore, quasi sempre le regioni, per permettere loro di intervenire e tutelare la finalità sociale degli immobili. Di fronte a esecuzioni già avviate, il giudice sospende il procedimento esecutivo. Nel caso in cui a chiedere il pignoramento sia un istituto di credito il giudice verifica d’ufficio la rispondenza del contratto di mutuo stipulato e l’inserimento dell’ente creditore nell’elenco delle banche convenzionate presso il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. In mancanza di uno dei due requisiti il giudice determina l’immediata improcedibilità. In questi mesi, però, sia le procedure di comunicazione agli enti locali sia i controlli sui mutui emessi dalle banche non hanno funzionato come previsto per legge, con il risultato che pignoramenti e aste sono andate avanti.

Per questo il deputato Fassina ha chiesto chiarimenti in merito alla corretta applicazione della norma. La risposta è arrivata questa mattina alla Camera dei Deputati per voce del sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto. In quanto alla comunicazione agli enti, ha fatto sapere Sisto, il legislatore ha stabilito che la comunicazione deve essere effettuata attraverso posta elettronica certificata, ma non sono previste procedure di notificazione o strumenti attuativi. In quanto agli istituti di credito ha precisato che la forma di convenzionamento non è da intendersi con il ministero ma "con le regioni interessate" e soprattutto è da riferirsi solo a "mutui stipulati successivamente all'entrata in vigore della legge di bilancio 2021", lasciando di fatto fuori dalla norma tutte le procedure in atto. 

“Sono sconcertato”, la replica di Fassina. “L’edilizia agevolata riguarda centinaia di migliaia di appartamenti in tutta Italia, per un volume di risorse pubbliche enorme. È necessario intervenire perché questa confusione normativa determina espropri di abitazioni a famiglie che hanno sacrificato tutti i loro risparmi per poterle acquisire. Anche la questione della retroattività sconcerta perché non si sta parlando di prevedere sanzioni. Non sono soddisfatto per la risposta, mi riservo di approfondire”.

Per Angelo Fascetti di Asia Usb così “si proteggono gli interessi privatistici e le lobby bancarie, a dispetto dell’interesse pubblico e dei diritti dei cittadini beneficiari dei programmi di edilizia agevolati”. Il sindacalista “denuncia questo grave comportamento che mira a coprire la gestione speculativa e privatistica di un patrimonio nato per affrontare il disagio abitativo delle famiglie con redditi medio bassi, lasciato colpevolmente in mano a finte cooperative e ditte costruttrici che hanno truffato decine di migliaia di inquilini”. 

Per l’avvocato Vincenzo Perticaro, che da anni difende gli inquilini dei piani di zona “è ovvio che la notificazione alle istituzioni preposte, come previsto dalla legge, vada inoltrata via Pec, ma secondo le modalità previste dal nostro codice civile, quindi attraverso gli uffici preposti a ricevere gli atti giudiziari. Cosa che non è accaduta”. In secondo luogo, per l’avvocato, “l’elenco delle banche convenzionate esiste, è previsto dal decreto ministeriale dell’8 marzo del 1994, esiste anche presso la Regione, ma non è applicato da chi dovrebbe vigilare. In quanto alla retroattività, è sfuggito al sottosegretario Sisto, il comma 377 della legge che prevede la sospensione per i procedimenti in corso. Non c’è quindi alcun effetto retroattivo, perché non si sta disciplinando il passato ma il legislatore ha disciplinato cosa fare per i giudizi in corso. Infine, è grave che in alcuni giudizi i Giudici abbiano rigettato le istanza degli inquilini, non riconoscendo ai cittadini alcun diritto nonostante abbiano versato migliaia di euro per l’acquisto di quelle case vendute alle aste in favore di terzi soggetti”.

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