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Il Piano rifiuti di Gualtieri spacca i sindacati

La Cisl difende il piano, la Cgil lo attacca. Ecco quali sono le due posizioni

Il Piano rifiuti annunciato dal sindaco Gualtieri in conferenza stampa non divide soltanto il giudizio delle opposizioni. 

La questione centrale: dove mettere i rifiuti

Anche le sigle sindacali confederali, ed in particolare la FT Cisl del Lazio e la Cgil di Roma e del Lazio, hanno espresso considerazione diametralmente opposte sul programma con cui Gualtieri punta a migliorare la gestione dei rifiuti prodotti nella Capitale. Per Marino Masucci, il numero uno della FT Cisl del Lazio, “Il Piano per la gestione integrata dei rifiuti di Roma Capitale contiene progetti sull’impiantistica che rispondono finalmente a una domanda che tormenta la città di Roma: ‘dove metteremo i nostri rifiuti’?”.

Il risparmio stimato dalla Cisl

“Chiediamo da anni la chiusura del ciclo sul territorio, che permetterebbe di smettere di inquinare portando altrove i rifiuti su gomma, e comporterebbe un risparmio per la collettività che abbiamo stimato in 180 milioni di euro annui, con l’abbassamento dell’attuale, altissima, Tari” ha sottolineato Masucci. Il piano risponde quindi alla domanda relativa all’ “approdo finale dei nostri rifiuti”. Ed è una questione centrale perché, in assenza di risposte “diventa molto più difficile garantire l’efficienza dello spazzamento e dei servizi nella loro totalità”.

Il Piano rifiuti annunciato da Gualtieri

La bocciatura della Cgil

Per Natale di Cola, il numero uno della Cgil di Roma e del Lazio, invece, le proposte contenute nel piano “rappresentano un passo indietro rispetto al programma elettorale sugli obiettivi sulla raccolta differenziata e sulla conce” ha premesso il segretario del sindacato di Corso d’Italia. “Eravamo e siamo molto preoccupati perché non vediamo nessuna strategia per ridurre significativamente i rifiuti prodotti” ha sottolineato di Cola che, sentito dall’agenzia DIRE, ha riconosciuto di non avere registrato novita sul fronte impiantistico rispetto a quanto già annunciato ad aprile”. 

Il no al termovalorizzatore

"Se il comune avesse accolto le nostre proposte – ha aggiunto di Cola - non sarebbe necessario costruire un nuovo termovalorizzatore e le risorse potrebbero essere impegnate per costruire la multiutility dell'economia circolare e sull'innovazione tecnologica nei sistemi di raccolta”. Dal punto di vista del cronoprogramma “ci saremmo aspettati dal sindaco, e su questo lo solleciteremo, di sapere come saranno affrontati i prossimi 18 mesi nella gestione dei flussi” perché, ha obiettato Di Cola “non sarebbe tollerabile un’altra crisi in autunno”. Restano quindi le divergenze e la sensazione già avvertita ascoltando i commenti degli esponenti dell’opposizione capitolina. Il piano rifiuti, per ora, non cambia le posizioni che erano in campo prima del suo annuncio. 
 

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