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Piano rifiuti fermo, il governo grillino smaschera la Raggi: è lei a dover indicare la discarica

Il ministero, a guida pentastellata, dirime il rimpallo di responsabilità: è la Città Metropolitana a dover indicare i siti per la discarica nel proprio ambito territoriale

Il Governo gialloverde aiuta la Capitale. Lo fa con un atto che, in un solo colpo, mette nero su bianco quello che manca per il piano rifiuti regionale e smonta il racconto degli ultimi due anni da parte dell'amministrazione Raggi, dei consiglieri comunali e dei suoi sostenitori. A bloccare il piano rifiuti della Regione Lazio è l'assenza delle indicazioni della Città metropolitana di Roma, guidata da Virginia Raggi. E' questo infatti l'ente che deve sfornare un atto politico che indichi quali siano le aree idonee nel territorio di Roma e provincia, a ospitare una nuova discarica. 

A dare notizia dell'atto della direzione rifiuti del ministero dell'Ambiente è oggi Il Messaggero. Una notizia che, nei fatti, dà ragione alla Regione Lazio e all'amministrazione Zingaretti ma che ha trovato, nel pomeriggio di oggi, 5 ottobre, una precisazione del Ministero dell'Ambiente che non smentisce il quotidiano di via del Tritone, ma sembra frenarne le conclusioni: "Come ben si sa i lavori sono in svolgimento e il mandato è di chiudere entro il 30 novembre, quindi qualsiasi ricostruzione è fantasiosa. Rammentiamo che l'obiettivo di questo lavoro è un affiancamento tecnico del Ministero dell'Ambiente alle tre istituzioni, coadiuvato dal prefetto: la Regione Lazio, che da sei anni deve stilare il piano regionale dei rifiuti, la città metropolitana per la raccolta dell'indicazione dei siti idonei dai comuni della provincia e Roma Capitale, la quale ha dal suo canto avviato la raccolta differenziata porta a porta per una platea di 130 mila abitanti. Entro il 30 novembre arriverà la relazione tecnica che poi sarà affrontata a livello politico entro il 30 dicembre. I lavori sono in corso e il commento di qualsiasi fase interlocutoria appare prematuro".

La discussione sul piano rifiuti, fermo dal 2012, ha subito un'accelerata dopo le elezioni dello scorso 4 marzo. La rieletta giunta Zingaretti, con in testa l'assessore con delega ai rifiuti Massimiliano Valeriani, su pressing delle altre province stanche di smaltire il pattume di Roma, ha deciso di mettere tutti intorno ad un tavolo. A mancare - l'amministrazione regionale l'aveva ripetuto anche prima delle elezioni - era l'atto della Città Metropolitana con il quale si indicavano le aree dove poter aprire una discarica di servizio, necessaria fino a quando non salirà la quota della differenziata. Ancora oggi i rifiuti della Capitale vengono portati nelle altre province del Lazio o in altre regioni italiane.

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L'ente a guida grillina si era limitato ad inviare una semplice nota tecnica che indicava quali fossero le aree idonee ad ospitare gli impianti di smaltimento della Capitale. All'interno della nota tecnica vi erano contenute solo zone ricadenti in altri comuni della provincia o del Lazio fuori dall'Ambito territoriale ottimale (ATO)  di competenza. Nessun nuovo impianto di trattamento o discarica di servizio sul territorio capitolino. Questo perché la Roma a Cinque Stelle non prevede discariche ma punta a far volare alle stelle la percentuale di raccolta differenziata così da rendere sempre meno necessari gli impianti per lavorare i rifiuti indifferenziati. In due anni, però, questi valori sono cresciuti pochissimo e il sistema ha continuato a lavorare al limite andando in tilt più volte con gli effetti che anche in questi giorni si vedono.

La discarica è quindi necessaria. La Regione, ferma sulla sua posizione, aveva additato la Città Metropolitana. Raggi e tutti i consiglieri grillini invece sostenevano il contrario, rimandando la palla nel campo di Zingaretti. A dirimere la questione ci ha pensato il governo gialloverde, amico della giunta Raggi che, rispettando la legge, ha nei fatti smascherato due anni di bugie. Ora quindi Raggi dovrà indicare i siti e inviare l'atto in Regione. Quindi l'ente guidato da Zingaretti dovrà autorizzare gli impianti, inserendoli nel proprio piano rifiuti.

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti commentando la notizia spiega: "Bisogna prendere atto che il governo conferma quello che anche noi sosteniamo da circa tre anni. Manca un atto. Ci auguriamo che questa sollecitazione porti alla produzione di questo atto per andare avanti". In una nota l'assessore in regione Massimiliano Valeriani apre le proprie porte al Comune di Roma: "Il prezioso lavoro di coordinamento del ministero dell'Ambiente ha permesso di evidenziare competenze e responsabilita' delle varie istituzioni coinvolte nella redazione del nuovo Piano rifiuti del Lazio. In molte occasioni ho ribadito che la Città Metropolitana di Roma avrebbe dovuto indicare attraverso un atto di Consiglio le aree idonee e non idonee alla realizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti nel territorio della provincia di Roma. La Regione sta lavorando da mesi alla revisione del Piano, ma senza quel passaggio politico della Città metropolitana non e' possibile procedere correttamente. Ora auspico che la positiva azione del Ministero, che ha prodotto un'assoluta chiarezza, possa favorire una piena collaborazione istituzionale per individuare in tempi brevi le soluzioni più adeguate alla gestione del sistema dei rifiuti a Roma e nel Lazio".

"Basta giochi sporchi dalla Regione Lazio a guida Pd sui rifiuti di Roma. Il ministro dell'Ambiente Costa ha smentito le fantasiose ricostruzioni dei quotidiani romani, non c'è alcuna tensione con Roma Capitale e nessuna bocciature. Piuttosto è la Regione Lazio che non ha fatto nulla in questi anni, non aggiornando mai il suo piano fermo a 6 anni fa, intanto Roma Capitale ha già un piano 2017-2021 che punta al 70% di differenziata e la riduzione nella produzione realizzando impianti di compostaggio e riciclo materia", dichiarano i parlamentari del Movimento 5 Stelle di commissione Ambiente di Camera e Senato, Stefano Vignaroli e Paola Nugnes e il vicecapogruppo M5S Camera, Alberto Zolezzi

Il gruppo regionale del Movimento Cinque Stelle, dialogante con la giunta Zingaretti, parla di necessità di mettere da parte del polemiche: "Lasciamo lavorare il Ministro dell’Ambiente, Costa. Valgano, come si conviene in un ordinamento repubblicano democratico e parlamentare, le sue parole su chi improvvisa conclusioni in merito all'impasse creatosi sul Piano Rifiuti: sono solo ‘fantasiose ricostruzioni’. Ci auguriamo che si passi al più presto all’individuazione di soluzioni e al lavoro sui temi. Chi ha più testa, la usi: restiamo sempre disponibili a lavorare e a dare risposte concrete ai cittadini". 

A commentare su facebook la notizia è anche l'ex assessora all'Ambiente della giunta Marino, Estella Marino: "Direi che con queste indicazioni del Ministero e del neo Ministro (che d'altra parte non sono altro che quanto previsto dalla norma) si chiudono definitivamente le assurde polemiche degli ultimi due anni, e le fantasiose interpretazioni dei grillini sulla ripartizione delle competenze previste dalla norma".

Linea condivisa anche da Marietta Tidei, consigliera regionale in quota Pd: "Cosa dice ora Virginia Raggi dopo che il ministero dell'Ambiente ha messo nero su bianco la necessita' che sia la sindaca di Roma, nel contesto di un voto da parte del Consiglio della Citta' metropolitana, ad individuare le aree idonee a ospitare le discariche? Ci aspettiamo adesso una decisione repentina e che segua le indicazioni fornite dallo stesso ministero: e' impensabile, come diciamo da tempo, che il peso dello smaltimento dei rifiuti venga riversato sui Comuni dell'area metropolitana. L'aspetto piu' sconcertante di questa vicenda resta però un altro: sono anni che il Pd e la Regione Lazio, guidata dal centrosinistra, ricordano alla sindaca di Roma che spetta a lei individuare le aree preposte allo smaltimento dei rifiuti. Le risposte fornite hanno sempre avuto l'intento di scaricare le colpe e le inadempienze, frutto anche di una grande incompetenza amministrativa, sulla Regione invece di mettersi al lavoro per individuare una soluzione al problema". 



articolo aggiornato alle 16.15 del 5.10.2018

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