rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Piano rifiuti, decine di consiglieri aderiscono all’appello: “Serve un processo partecipativo”

Sui rifiuti proposta una commissione di esperti ed un confronto pubblico per superare il “deficit democratico”

Guardano con preoccupazione alle decisioni prese da Roma. E chiedono di rivedere i meccanismi che hanno portato alla stesura del piano rifiuti. Una quindicina di consiglieri della città metropolitana, a cui se ne sono aggiunti otto dell’Aula Giulio Cesare, hanno sottoscritto un appello.

L'appello che parte dalla provincia

E’ indirizzato al sindaco Gualtieri ma anche al premier Draghi affinché, prima della fine del proprio mandato, prenda in considerazione la richiesta di coinvolgere esperti e cittadini nelle decisioni da adottare per migliorare la raccolta dei rifiuti. La lettera è stata preparata dalla “rete tutela Roma sud”, un network di associazioni cui prendono parte 8 comitati di quartiere, due circoli di Legambiente, una sezione d’Italia nostra ed una della Cgil. Tutte realtà dell’ex provincia perché è lì, si legge nella lettera, che “si riverbera l’emergenza rifiuti di Roma, prima con l’utilizzo dell’inceneritore di Colleferro” poi con  “la riapertura della discarica di Albano e del TMB di Guidonia”.  

La rete dei sindaci contro il piano rifiuti di Gualtieri

“La maggior parte dei Comuni dell’area metropolitana hanno ormai raggiunto percentuali di raccolta differenziata superiori al 70%, contribuendo alla realizzazione del piano rifiuti regionale approvato nel 2020 e al perseguimento degli obiettivi europei di sostenibilità, che vedono come priorità la riduzione e il recupero di materia.  È evidente ormai – si legge sempre nell’appello –che la raccolta differenziata porta a porta sia l’unico strumento in grado di responsabilizzare il cittadino e migliorare il decoro delle città, a partire dall’eliminazione dei cassonetti stradali”. Una considerazione che però non è così condivisa da Ama il cui presidente, proprio in Campidoglio, ha spiegato di considerare prioritaria la differenziazione dei rifiuti, non la modalità di raccolta

I tecnici ed il dibattito pubblico

Cosa fare quindi?  Viene proposta l’istituzione di una commissione tecnica “composta da esperti dell’Enea, dell’Ispra, della Scuola Superiore S. Anna e altri enti di ricerca con esperienza in campo ambientale” affinché “prenda inconsiderazione tecnologie più moderne e meno impattanti”. “Questa commissione – ha spiegato il consigliere di Albano Laziale Marco Alteri (lista civica identità e bene comune) – dovrebbe poi sottoporre le soluzioni alternative al dibattito pubblico. E’ quanto prevede il codice degli appalti: le opere che superano investimenti di 300 milioni di euro devono essere sottoposte ad un dibattito pubblico, che dura 45 giorni”. 

Il superamento del deficit democratico

Per superare il “deficit democratico” non si deve passare dal piano rifiuti elaborato da un singolo commissario straordinario. Al contrario, secondo l'appello della “rete tutela Roma sud” e per i consiglieri di comune e provincia che l'hanno sottoscritta, occorre passare attraverso le soluzioni individuate da una commissione di esperti e dal dibattito pubblico che ne dovrebbe scaturire. “Auspichiamo che questo dibattito non si esaurisca con la pubblicazione di meri atti amministrativi - ha commentato Nando Bonessio, capogruppo di EuropaVerde e tra i sottoscrittori dell'appello lanciato dalla rete tutela Roma Sud - confidiamo quindi nel fatto che il sindaco tenga fede all'impegno preso con le forze politiche della maggioranza, affinchè il dibattito sia mantenuto sul piano tecnico-politico. Altre forme - ha concluso Bonessio -sarebbero solo pseudo partecipative”. E non risolverebbero, quindi, il problema di deficit democratico da più parti segnalato. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Piano rifiuti, decine di consiglieri aderiscono all’appello: “Serve un processo partecipativo”

RomaToday è in caricamento