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Il Piano paesistico torna in Aula alla Pisana, testo blindato. Valeriani: "Fare in fretta"

Il piano torna in Aula cinque mesi dopo la bocciatura della Corte Costituzionale. L'assessore regionale all'Urbanistica l'ha illustrato: "Frutto di accordo con il ministero della Cultura"

Il Piano paesistico territoriale della Regione Lazio (Ptpr), cinque mesi dopo la bocciatura della Corte Costituzionale, torna sui banchi del Consiglio regionale del Lazio. A illustrare il nuovo testo, frutto dell'accordo con il ministero della Cultura, è stato l'assessore all'Urbanistica regionale, Massimiliano Valeriani: "La sentenza della Corte costituzionale del novembre 2020 dichiarò decaduto il piano approvato dal Consiglio nell'agosto 2019 perché mancava la copianificazione col Mic". Il precedente testo era infatti stato infatti impugnato da Dario Franceschini, fino ad arrivare alla bocciatura della Consulta.  

L'assessore ha spiegato che il testo è blindato: "Questo testo non si può toccare. Non è possibile continuare col meccanismo di modifica unilaterale, tenendo presente che con la bocciatura si ricomincerebbe daccapo, manterremmo il nostro sistema economico e normativo con un vulnus preoccupante e si produrrebbe un danno ben peggiore rispetto ai benefici che qualcuno può immaginare di apportare. Dobbiamo chiudere questa stagione di conflitto col Mic e farlo nel migliore modo possibile". 

Anche perché la sentenza della Corte Costituzionale "ha prodotto il fatto che sono scattate le norma di salvaguardia" ha concluso Valeriani. "Nelle porzioni di territorio dove ci sono dei vincoli si può fare solo ordinaria e straordinaria manutenzione. È tutto fermo e non ce lo possiamo permettere, perché troppo pericoloso rispetto alla fase economica che stiamo attraversando e abbiamo il dovere di chiudere questa vicenda. Per questo bisogna fare in fretta". 

Valeriani ha poi spiegato il contenuto del nuovo testo: "Abbiamo verificato la possibilità, non toccando i vincoli ma le norme tecniche di attuazione, di provare a trovare una mediazione tra gli interessi economici, le preoccupazioni di amministratori e quelle degli ambientalisti. Quindi, abbiamo approvato un Ptpr diverso nelle norme rispetto all'intesa del 2013. Il piano arrivato in aula nel 2018 lasciava scontenti tutti, considerato troppo rigido da alcuni e troppo flessibile da chi aveva a cuore le sorti della tutela del paesaggio".  

Tra le novità del nuovo testo, il fatto cher viene esplicitato "che i vincoli sono l'unico ambito di azione del Ptpr", il primo. "Chiarisce in modo più netto che, una volta approvato questo Ptpr, saranno dichiarati decaduti tutti i piani in conflitto: i 33 Ptp approvati dal 1998 a oggi più il piano adottato. E soprattutto abbiamo strappato l'aggiornamento della cartografia. Era inconcepibile che approvassimo un piano di tutela paesaggistica con una cartografia del 1998 e nel frattempo il territorio era cambiato e in alcuni casi avevamo conclamati abusi edilizi a carico dello Stato. Avevamo una tutela paesaggistica di tante aree dove intanto erano sorte caserme, ospedali e tribunali". 

Il piano, ha continuato Valeriani, "riconosce la multifunzionalità nelle aree agricole, per le coste marine e dei laghi è stato introdotto l'indice di edificabilità territoriale e le deroghe per le opere pubbliche. Questo Ptpr esclude le autorizzazioni paesaggistiche per gli interventi volti al recupero e alla riqualificazione di aree compromesse o degradate, per le opere di bonifica e di ripristino ambientale, per il completamento di servizi di urbanizzazione primaria e secondaria". 

Infine "scattano le semplificazioni. Le autorizzazioni paesaggistiche necessarie per tutte le iniziative di ordinaria e straordinaria manutenzione, demolizione e ricostruzione, se le iniziative saranno conformi col Ptpr, saranno rilasciate direttamente dai Comuni, insieme ai permessi a costruire", ha sottolineato Valeriani. "Questo significa abbattere di gran lunga i tempi di attesa e di pronunciamento ministeriale della nostra direzione. È un meccanismo di accelerazione che in un momento come questo può essere ben accolto. È importante dare questa risposta di forza, per la fase storica che stiamo vivendo con la fragilità del nostro sistema economico compromesso dalla pandemia". 

Il centrodestra chiede di poter discutere una serie di emendamenti. "Il PTPR proposto dalla giunta Zingaretti è confuso, incapace di rispondere alle esigenze dei territori, delle amministrazioni, e degli operatori economici", le parole del vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e consigliere Lega, Giuseppe Emanuele Cangemi. "Al posto di confronto e condivisione, registriamo anche la poca disponibilità della maggioranza alla discussione in Aula".

Aggiunge il capogruppo di Forza Italia Giuseppe Simeone: "Abbiamo perso la partita con il ministero, sottomettendoci tout court alle sue decisioni, quando la giunta Zingaretti ha optato per la presentazione di una legge rinunciando ad un contenzioso con il Mibact riguardante due leggi regionali che hanno introdotto diverse modifiche ad atti inerenti in materia di urbanistica, edilizia, pianificazione paesistica ed aree sottoposte a vincolo paesaggistico".  

Scrivono in una nota i consiglieri di Fdi: "Questa mattina abbiamo incontrato vari sindaci e amministratori locali all'ingresso della sede del Consiglio a Via della Pisana, per esprimere l'assoluta contrarietà alla delibera del Ptpr".

Di altro avviso il consigliere Marco Cacciatore Presidente Commissione X Urbanistica: "Chi vuole forzare la mano per uno scontro col ministero, non punta allo sviluppo - posto che il PTPR si occupa di preservazione - ma a far decadere totalmente il Piano e con esso i vincoli. Continuare con l'ostruzionismo significa favorire l'insostenibilità".

Attacca Italia Nostra: "Ancora una volta il Consiglio regionale del Lazio si appresta ad approvare un Piano Territoriale Paesistico Regionale del Lazio in spregio al Codice dei Beni Culturali, senza aver completato l'attività di verifica ed adeguamento del Ptpr adottato nel 2007. La Regione Lazio a guida Zingaretti persevera negli errori già fatti, e lascia fuori di ogni tutela, in modo assolutamente paradossale, il centro storico di Roma, patrimonio Unesco", scrive in una nota il Presidente del CRL Lazio Marcello Rosario Caliman.

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