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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Spinaceto / Via Angelo Sante Bastiani

Piano di zona Spinaceto, la 'revoca' non ferma il tentativo di vendita

Una lettera agli inquilini: "Alla scadenza, i contratti non verranno rinnovati"

I contratti di locazione degli inquilini del piano di zona A5 Spinaceto alla loro scadenza non saranno rinnovati. "Allo studio" ci sono "le modalità di alienazione dell'intero patrimonio immobiliare del consorzio". E' questo, in sintesi, il contenuto di una lettera che i circa 60 inquilini del quartiere di 'edilizia agevolata' di via Sante Bastiani 18/20 hanno ricevuto il 25 ottobre scorso, firmata da Emanuele D'Innella, commissario liquidatore ed amministratore giudiziario del Consorzio regionale cooperative edilizie Vesta, in liquidazione coatta amministrativa dal marzo del 2015. 

L'ultimo capitolo di una lunga vicenda che ha investito il complesso di palazzine soprannominate 'Spinaceto 2' dalle quali, nel lontano 2012, partì la prima denuncia su quelli che sono passati alla cronaca come 'affitti gonfiati'. Questi alloggi sono stati realizzati su terreni di proprietà comunale, in regime di 'diritto di superficie', e con il contributo di finanziamenti regionali, in questo caso quasi 4 milioni (3.981.231,19 euro) pari a circa il 60% del costo totale di costruzione, proprio perché destinate ad essere venduti o affittati a prezzi calmierati a 'specifiche categorie sociali'. 

Ne è nata un'inchiesta che ha portato il pm Paolo Dall'Olio, il 24 maggio scorso, ad iscrivere nel registro degli indagati con l'accusa di truffa 8 persone, tra ex membri del consiglio di amministrazione di due cooperative, tra cui il consorzio Vesta, ed ex funzionari comunali. Secondo gli inquirenti le cooperative di costruzione non avrebbero sottratto dal prezzo finale i finanziamenti ricevuti tanto che gli affitti richiesti, e versati per anni dagli inquilini, ammontavano a quote equiparabili a quelle di mercato. Nel 2013 il Comune, con un procedimento in "autotutela", corresse ufficialmente l'ammontare degli affitti. Ancor prima, il 28 novembre 2012, era scattato il sequestro preventivo degli immobili con l'affidamento ai singoli inquilini della custodia giudiziale delle proprie abitazioni. 

Il 19 ottobre scorso l'assessorato all'Urbanistica, di fronte alla protesta di un gruppo di inquilini alle prese con 15 sfratti per morosità, ha annunciato l'avvio della procedura di revoca per tre piani di zona, compreso quello di Spinaceto. Un procedimento di "decadenza della convenzione per la concessione del diritto di superficie" al termine del quale, circa 60 giorni, l'amministrazione capitolina dovrebbe rientrare in possesso degli alloggi.

Meno di una settimana dopo, dallo studio del commissario liquidatore ed amministratore giudiziario sono partite le lettere indirizzate agli inquilini per informarli che, alla scadenza dell'ottavo anno di locazione, i contratti non saranno rinnovati. Il termine per molti scade nella primavera del 2018, data entro la quale gli appartamenti dovranno essere "liberi da cose o persone". Al liquidatore, viene specificato, è preclusa "la possibilità di continuare il rapporto locatizio sine die e/o avviare nuovi rapporti di locazione". Sul tavolo, si apprende ancora dalla lettera, c'è uno studio sulle "modalità di alienazione dell'intero patrimonio immobiliare del Consorzio", con il quale si dovrebbe cedere il diritto di superficie agli acquirenti. Agli inquilini "sarà comunque garantito l'esercizio del diritto di prelazione". Data della missiva: 25 ottobre. 

Fonti certe vicine al commissario liquidatore, contattate da Romatoday, sostengono che la procedura è stata portata avanti nel rispetto della legge e del programma di liquidazione che deve mantenere il valore sociale per il quale sono stati realizzati gli immobili e allo stesso tempo terminare le opere incompiute e la manutenzione, e garantire i diritti di tutti gli attori in gioco, compresi i creditori della cooperativa in liquidazione coatta amministrativa, così come stibilito dal ministero. A tale scopo, il percorso della vendita è stato valutato come il più idoneo. Nel frattempo proseguono le procedure di sfratto per gli inquilini morosi. E' in questo quadro che 'atterra' la procedura di revoca del Comune, i cui effetti appaiono ancora tutti da scrivere.

"Rimaniamo stupiti dell'atteggiamento del curatore fallimentare che non ha tenuto conto del procedimento avviato dal Comune" il commento di Angelo Fascetti, di Asia Usb. "Nonostante la procedura di revoca avviata dall'amministrazione, sta proseguendo con il tentativo di vendita degli alloggi. Una decisione che riteniamo provocatoria. Ricordo infine che in base alla convenzione quegli alloggi dovrebbero essere locati con affitto permanente e i contratti non potrebbero quindi essere disdetti. Anche per la vendita di questa tipologia di patrimonio è necessaria l'autorizzazione in Regione". 
 

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