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Piano di zona Colle Fiorito, sulla decandeza della convenzione anche il Consiglio di stato dà ragione al Comune

Lo scrive l'assessore all'Urbanistica Luca Montuori: "Il giudice amministrativo ha confermato il corretto agire del Comune"

Il Consiglio di stato ha respinto l’appello per l'annullamento della delibera che ha stabilito la decadenza di una convenzione per la realizzazione di due palazzine nel piano di zona Colle Fiorito, approvata negli anni scorsi da Roma Capitale. Il ricorso della società costruttrice era già stato respinto dal Tar.

Soddisfatto l'assessore all'Urbanistica Luca Montuori: "Come accaduto in primo grado, anche in secondo grado il giudice amministrativo ha confermato la legittimità della decadenza e dunque il corretto agire del Comune che, anche grazie alle segnalazioni da parte degli abitanti del piano di zona, ha accertato una serie di violazioni commesse ai danni degli inquilini e delle finalità sociali di questi strumenti". 

Il concessionario, ha spiegato ancora Montuori "contrariamente ai patti convenzionali, che vietano il trasferimento del diritto di superficie a privati senza la preventiva autorizzazione da parte dell’amministrazione, aveva stipulato dei contratti preliminari per la vendita degli immobili da realizzare a due cooperative, che a loro volta hanno percepito dai cittadini ingenti somme per l'acquisto degli alloggi che, invece, potevano essere solo concessi in locazione". 

La storia: dal sogno di una casa allo sfratto

Gli inquilini, ha ricordato ancora l'assessore, "nonostante le somme versate, sono stati considerati dal proprietario occupanti senza titolo e sottoposti a procedure di sfratto. Tutto questo è avvenuto all'oscuro dell'amministrazione, alla quale il concessionario non ha mai comunicato l'intenzione di vendere, come invece prevedeva la convenzione".

Per Montuori la sentenza del Consiglio di Stato "è una conferma importante, una tappa fondamentale nel percorso avviato da questa amministrazione a tutela dei diritti dei cittadini truffati. Oggi si conferma che il trasferimento dei diritti, l’atto cioè di comprare e vendere case nate per interesse pubblico con modalità poco trasparenti e a fini puramente speculativi non è lecito. E’ importante perché è l’interesse pubblico che ha permesso di edificare queste case, ed è importante perchè è un caso che non riguarda solo Colle Fiorito ma una modalità diffusa che abbiamo già sanzionato anche in altri piani di zona. Abbiamo quindi un precedente importante che sostiene e rafforza ancora di più il lavoro fatto sinora".

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