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Peste suina, il piano di abbattimenti fa infuriare gli animalisti

Contestato il provvedimento della regione che mira ad abbattere 50mila cinghiali

Per evitare il diffondersi della peste suina africana, che nel Lazio ha fatto registrare finora 32 casi, sono state predisposte due ordinanze ed un piano. Quest’ultimo, firmato dalla regione il 14 giugno, ha riacceso le proteste degli animalisti.

Per l’Oipa di Roma, la scelta è criticabile perché punta sulla caccia. "Si fa fuoco su esseri viventi senza neppure ascoltare la scienza” ha obiettato l’organizzazione internazionale di protezione degli animali. A supporto della propria tesi, è stato ricordato il parere dell’autorità europea per la sicurezza alimentare che ha definito la caccia “uno strumento non efficace per ridurre le dimensioni della popolazione di cinghiali selvatici in Europa".

A dispetto delle posizioni espresse dagli animalisti, con il suo piano dispone di "Raddoppiare la consistenza numerica degli abbattimenti previsti nei piani di selezione della stagione 2021/2022". Significa passare dagli attuali 25 mila - in larghissima parte, oltre 21mila, realizzati con la classica ‘braccata’ - a 50mila. Il piano va aggiornato di anno in anno, ma l’obiettivo è chiaro.

I cacciatori e l'immondizia nelle strade

“All’indomani dell’ordinanza del commissario straordinario per l'emergenza peste suina, si è ragionato solo su come sguinzagliare i cacciatori fuori e dentro i parchi protetti invece, per esempio, d’introdurre una raccolta rifiuti porta a porta nel quadrante nord di Roma, dove ancora cumuli di spazzatura giacciono sotto i cassonetti”, ha commenta la delegata dell’Oipa di Roma, Rita Corboli. “I cinghiali non entrano nell’abitato nelle zone dove funziona la raccolta a domicilio: si consideri l’esempio di alcune zone del Municipio Roma 10, accanto alla Tenuta presidenziale di Castelporziano o, fuori Roma, la cittadina di Bracciano, proprio all’interno di un parco protetto”.

Un piano definito crudele

Anche in campidoglio c’è chi ha espresso una netta contrarietà al piano firmato dalla regione Lazio. “La Regione dà il via a un piano di una crudeltà inaudita – ha commentato il consigliere pentastellato Daniele Diaco, nella precedente consigliatura presidente della commissione Ambiente – Lo volevano fare da tempo, ma la peste suina ha dato loro il casus belli definitivo: gli abbattimenti di cinghiali saranno raddoppiati. Oltre 50.000 cinghiali sui 75.000 presenti nel Lazio verranno uccisi con il pretesto di fermare l'epidemia. Morti evitabili, se solo Zingaretti avesse attivato un piano serio e sostenibile di gestione della fauna selvatica, come per anni gli abbiamo chiesto di fare”.

La sperimentazione del vaccino anti peste suina

Secondo il pentastellato Diaco c’è un’alternativa agli interventi di contenimento che sono stati preventivati dalla regione. Il consigliere grillino ricorda infatti che c’è un bando del ministro Speranza che “da 500mila euro per testare il vaccino GonaCon contro la peste suina”. Il virus, estremamente contagioso nelle specie di suidi selvatiche e domestiche, non conosce per ora una cura, né un vaccino. Ma la strada della sperimentazione del GonaCon, secondo Diaco, “è una soluzione decisamente preferibile agli abbattimenti”. Ed è quella che gli animalisti auspicano per affrontare il diffondersi della PSA. Il rischio però è che i tempi della sperimentazione non siano compatibili con la rapidità di propagazione del virus.

La caccia di selezione

Nell’immediato, comunque, si dovrà ricorrere ai “selecontrollori appositamente abilitati” che, secondo il piano, dovrebbero avviare una “caccia di selezione” programmata per classi di età e di sesso. Con un prelievo concentrato soprattutto verso i giovani esemplari (secondo il piano nel 60% dei casi) e tra gli adulti soprattutto verso le femmine (nel 65% dei casi) per riequilibrare gli abbattimenti (soprattutto in braccata) costantemente sbilanciati a favori dei maschi adulti. Ma si tratta di una mera indicazione. La prescrizione, invece, è quella di raddoppiare gli abbattimenti sul territorio regionale. Una scelta, secondo Diaco, di “una crudeltà inaudita”.
 

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