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Piano casa, caos in Regione: fogli in aria e mattoni contro il maxi-emendamento

Bagarre in Consiglio regionale contro la presentazione da parte della giunta del provvedimento che fa decadere tutti gli emendamenti delle opposizioni

Fogli in aria, urla e mattoni come simbolica protesta. Caos ieri in aula del Consiglio regionale alla Pisana durante la discussione del Piano Casa. A infuocare l'opposizione l'arrivo, nel primo pomeriggio, del maxi-emendamento dalla Giunta per blindare il provvedimento e arrivare ad una approvazione rapida nonostante la proposta del centrodestra, accolta anche dal Movimento cinque stelle, di ritirare gli emendamenti e votare il Piano.

BAGARRE IN AULA - Nel primo pomeriggio però l'arrivo del maxi-emendamento fa scoppiare la bagarre. Tra gli scranni si iniziano a sentire le urla "Vergogna". Volano fogli di carta, i consiglieri 5 stelle consegnano dei simbolici mattoni all'assessore competente Michele Civita. Nel parapiglia viene versato anche un bicchiere di acqua. C'è addirittura un duro confronto, ai limiti del contatto fisico, tra il capogruppo Fi, Luca Gramazio, e il vicepresidente d'Aula, Massimiliano Valeriani. Francesco Storace, tra i più infuriati, rivolgendosi alla presidenza ha affermato di essere "stanco di essere preso in giro dall'assessore Civita".

IL VIDEO - Proteste del consigliere M5S Devid Porrello: "Vergogna!!"

DISCUSSIONE RIMANDATA - Dopo la riunione dei capigruppo durata circa 2 ore, il presidente del Consiglio regionale alla Pisana, Daniele Leodori, ha sospeso la seduta sulla proposta di legge 75 relativa alle modifiche al Piano casa, riaggiornandola ad oggi alle 16.  Prima una capigruppo convocata per le 14 deciderà se ritirare il maxi-emendamento e votare gli emendamenti rimasti, riducendone ulteriormente il numero (dei 180 ancora in piedi un terzo sono della maggioranza) o se procedere con il maxi emendamento.

POLEMICHE - “Il maxi emendamento è la fine ingloriosa di un Piano casa che la maggioranza non sa, e forse non vuole, approvare” denuncia Pietro Di Paolo, capogruppo Ncd della Regione Lazio. “Il centrosinistra con questo maxi emendamento apre all'imbarbarimento dei rapporti tra maggioranza e opposizione, tra Giunta e Consiglio”. Il consigliere Pietro Sbardella invece definisce il maxi-emendamento “una scorrettezza istituzionale senza precedenti”. Continua la nota: "Avevamo stilato, d'accordo con l'assessore Civita, un calendario dei lavori d'aula che prevedeva giovedì sera di discutere la legge a oltranza. In tal senso l'opposizione ha ritirato gran parte degli emendamenti, scesi in totale sotto i 200 degli iniziali 2.700, proprio per lasciare quelli più significativi, chiedendone la discussione in Aula”. Conclude Sbardella: “Invece con il maxi emendamento, calato all'improvviso, che di fatto mette una pietra sopra al lavoro delle opposizioni, sono stati stravolti tutti gli accordi presi e si è compiuta una grande scorrettezza, mandando a monte quanto deciso in maniera unanime in sede di capigruppo”.

LA RISPOSTA – La maggioranza difende però la decisione della giunta. "Invito tutti ad abbassare i toni ed evitare sterili polemiche: la presentazione del maxiemendamento è una legittima prerogativa della giunta, prevista dal regolamento del Consiglio regionale” scrive  in una nota Marco Vincenzi, presidente del gruppo del Partito democratico alla Regione Lazio, per il quale "purtroppo, dopo tre mesi di dibattito e una situazione di stallo, si è reso necessario adottare un provvedimento che sbloccasse i lavori del Consiglio e fosse in grado di condurre in porto, in un quadro di legittimità istituzionale, una legge attesa dai cittadini del Lazio, utile allo sviluppo del territorio e che introduce norme più rigorose a tutela dell'ambiente". Nelle polemiche interviene anche Massimiliano Valeriani,  vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio ed esponente del Pd: "Una proposta votata in giunta a settembre del 2013 non può essere ostaggio dell'ostruzionismo d'aula da parte delle opposizioni. Ci siamo confrontati con tutti i gruppi e abbiamo accolto ogni osservazione con la massima attenzione. Se il risultato del dialogo è trovarsi sotto scacco dei poteri di veto, allora la maggioranza ha il diritto di utilizzare tutti gli strumenti democratici per portare a termine l'iter della modifica".

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