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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Piano Casa, non solo Spin Time. Il Comune vuole comprare anche la sede di CasaPound

Una lista di oltre 60 immobili pubblici e privati sarà il riferimento per investire nell'ampliamento dello stock di alloggi popolari, ma anche per scopi differenti. C'è il palazzo occupato da vent'anni all'Esquilino

Gualtieri e Zevi, passata la sfuriata per le chat WhatsApp "incriminate" e finite su giornali e soprattutto tv, vogliono chiudere la partita sul Piano Casa. Il documento, che è stato già inviato per una prima verifica da parte dei tecnici anticipando il voto in giunta, verrà presentato in una conferenza stampa forse già entro la fine di questa settimana, altrimenti nei giorni immediatamente dopo Pasqua. La strategia per mettere mano all'emergenza abitativa di Roma include anche l'acquisizione al patrimonio comunale di una serie di immobili, per ampliare lo stock di alloggi popolari a disposizione: tra questi, oltre a Spin Time e Metropoliz, c'è anche la sede di CasaPound, i fascisti del Terzo Millennio, all'Esquilino.

Il Piano Casa aggiornato con la lista di immobili da acquisire

Nella bozza di Piano Casa aggiornata il 12 marzo e inviata a tutti gli assessori e ai consiglieri capitolini, nel capitolo riservato all'ampliamento del patrimonio di edilizia residenziale, la maggioranza di centrosinistra ha calcato maggiormente la mano sull'acquisizione di stabili in stato di abbandono e/o attualmente occupati a scopo abitativo. In totale, l'assessorato ha messo nero su bianco 64 indirizzi che si riferiscono ad altrettanti immobili, 22 di proprietà pubblica e 42 di proprietà privata. Sono il risultato della sovrapposizione della lista di immobili da sgomberare periodicamente aggiornata dalla prefettura e quella contenuta in una delibera regionale del 2016. 

C'è anche la sede di CasaPound all'Esquilino

Oltre a Spin Time in via di Santa Croce in Gerusalemme e a Metropoliz, l'occupazione-museo di Tor Sapienza, figura anche quella che da ormai vent'anni è la sede di CasaPound, in via Napoleone III 8 all'Esquilino. Nei primi due casi parliamo di immobili di proprietà privata (InvestiRe Sgr il primo, la famiglia Salini il secondo), mentre i "fascisti del Terzo Millennio" hanno preso possesso nel 2003 di un palazzo di proprietà del Demanio e fino a fine anni '90 utilizzato dal ministero dell'istruzione. L'obiettivo di Zevi, a quanto è possibile sapere - anche leggendo la bozza di Piano Casa - non è solo quello di creare nuovi alloggi per chi è in emergenza abitativa e per far scorrere le graduatorie. 

Non solo nuovi alloggi

Se, infatti, è prioritario trovare una soluzione per lo meno alle oltre 3.000 famiglie che hanno dai 30 punti in più in graduatoria Erp (aggiornata al 31 dicembre 2020), il Campidoglio considera anche altre tipologie di destinazione per gli stabili inclusi nella lista, come per esempio la trasformazione in uffici o in sedi di attività culturali e sociali. Non è da escludere che in alcuni casi possano essere luoghi di accoglienza per senza dimora. Quindi, in sostanza, la soluzione trovata per l'occupazione di via del Porto Fluviale a Ostiense non è l'unica sul tavolo. 

Il criterio cronologico: prima le occupazioni "storiche"

Uno dei criteri scelti dal Comune per affrontare l'acquisizione degli stabili è quello cronologico: più un'occupazione è storica (dopo aver verificato, con apposito censimento, che sia ancora esistente) e più in alto è nella lista. Ce ne sono alcune, per esempio, che risalgono agli anni '90: via Federico Borromeo, via San Tommaso d'Aquino, via Ostuni e via dei Basaldelli sono tutte tra il 1994 e il 1999. CasaPound è tra le prime dieci, risalendo a dicembre 2003. C'è anche via Lucio Calpurnio Bibulo, occupazione del 2005, citata più volte dal presidente della commissione politiche abitative Yuri Trombetti come situazione da inserire nella strategia comunale per evitare lo sfratto di quasi 100 famiglie da parte della proprietà dell'immobile. In lista anche l'occupazione di via del Casale de' Merode a Tor Marancia, ex clinica San Michele. 

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