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Piani di zona revocati, il comune studia un piano per acquisire gli immobili

Si dovrebbe iniziare con Spinaceto, ma anche a Monte Stallonara, Borghesiana e Castelverde aspettano da anni. Trombetti: "E' prioritario che si proceda con l'immissione nel patrimonio pubblico"

Quando la Regione revoca i fondi alle cooperative fallite, beneficiarie di sostegni pubblici per realizzare alloggi all'interno di piano di edilizia economica popolare, la palla solitamente dovrebbe passare al comune. Gli immobili andrebbero acquisiti al patrimonio pubblico, ma questo ad oggi non è ancora avvenuto. 

Per questo il 25 maggio si è tenuta una commissione capitolina congiunta casa e urbanistica per fare il punto della situazione, ascoltare le esigenze dei residenti e gettare le basi per un tavolo di confronto che abbia come obiettivo principale quello di affrontare tutte le situazioni in sospeso, che a Roma riguardano soprattutto Borghesiana, Spinaceto, Castelverde, Monte Stallonara. 

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"Quello che il comune dovrebbe fare ogni qualvolta viene revocato un contributo - spiega Yuri Trombetti, presidente della commissione casa e patrimonio - è trascrivere tutto nella conservatoria del registro immobiliare e successivamente censire affittuari, proprietari, eventuali abusivi. Ad oggi, però, tutto questo non è stato fatto. O meglio, in alcuni casi c'è stata l'iscrizione in conservatoria ma ci si è fermati lì". 

Tra allacci di acqua, luce e fogne mai effettuati e ascensori inesistenti o non collaudati, le opere di cui dovrebbe farsi carico Roma Capitale sono molteplici. "A Castelverde (piano di zona B4, ndr) c'è un ascensore che non si riusciva a far funzionare - racconta Trombetti - nonostante un inquilino disabile in attesa da anni. Il punto è che il palazzo non acquisito al nostro patrimonio". 

Quindi, come racconta Giusy Rotunno abitante di Castelverde, la soluzione trovata per far funzionare tre ascensori dopo sedici anni è stata quella "di allacciali alla corrente del cantiere, una toppa peggiore del buco perché la ditta in qualsiasi momento potrebbe decidere di staccare tutto, stesso discorso vale per chi è costretto ad allacciarsi al cantiere anche per l'acqua". Giusy, come molti altri a Castelverde, è un "promissario acquirente": l'appartamento è di sua proprietà perché la quota da oltre 100.000 euro in qualità di socio della cooperativa che ha realizzato gli edifici è stata versata, ma il rogito non è mai stato siglato. 

Nella tabella di marcia abbozzata durante la prima commissione congiunta sul tema, il primo piano di zona per il quale si dovrebbe procedere al rientro in possesso da parte del comune sarà Spinaceto: "Lì tra l'altro ci sono 14 appartamenti vuoti - fa sapere Trombetti - , tutti liberi che potremmo usare per progetti di housing sociale e in generale per affrontare l'emergenza abitativa. Il problema è che più tempo passa prima che li acquisisca il comune, più si alza il rischio di occupazione. Tra 45 giorni ci riuniremo nuovamente, nel frattempo faremo una direttiva spiegando che è prioritaria la presa in possesso degli immobili". E di conseguenza l'amministrazione dovrà stabilire le risorse da inserire in bilancio per finire le opere e svolgere la manutenzione ordinaria e straordinaria. "Alcuni alloggi magari li venderemo - conclude Trombetti - altri li useremo per assegnarli agli aventi diritto, altri sono in affitto per 25 anni prima della compravendita, vedremo caso per caso". 

In sintesi, negli ultimi sei anni al di là della revoca dei contributi non è stato fatto molto altro. L'auspicio dei comitati di zona è che il comune costituisca un ufficio di scopo nel quale impiegati e dirigenti si occupino esclusivamente del tema dell'immissione nel patrimonio pubblico degli alloggi frutto di revoca da parte della Regione, riuscendo ad espletare le pratiche prima che tutti quelli vuoti - in molti casi con proprietari che non hanno mai ricevuto le chiavi - vengano occupati abusivamente. 

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