Capocotta, firme contro Comune: "Senza chioschi torna il degrado"
Con una petizione, sostenuta da Legambiente, si chiede al sindaco di prorogare l'affidamento delle attività in attesa dell'espletamento del nuovo bando
Continua a far discutere lo sfratto dei chioschi di Capocotta da parte di Roma Capitale. Dopo l'appello dei naturisti per “salvare un vero e proprio angolo di paradiso” arriva quello degli ambientalisti. Sui social si sta infatti diffondendo la petizione 'Capocotta deve continuare a vivere', indirizzata al sindaco Ignazio Marino, sostenuta e pubblicizzata da Legambiente Lazio, in cui si chiede di sospendere il provvedimento con il quale il Comune di Roma ha di fatto sfrattato gli attuali gestori dei cinque chioschi che, dopo oltre 10 anni di attività, lo scorso 31 maggio hanno visto scadere l'ultimo affidamento. Negli intenti dei promotori della petizione si chiede di prorogare le “attuali attività di gestione fino ad avvenuto espletamento di una gara pubblica per l’individuazione di soggetti idonei alla gestione dell’area”. Il Comune ha infatti “avviato le procedure per la riacquisizione delle strutture di servizio di Capocotta” senza però individuare con un bando i nuovi soggetti a cui affidarle.
A RISCHIO DEGRADO - La paura è che quel tratto di mare, senza la presenza di chioschi, rimpiombi nello stato di degrado e di abbandono in cui è rimasta per diversi anni. Si legge nella petizione: “Alla fine degli anni ’90, in assenza di qualsiasi presidio, la spiaggia e le dune di Capocotta versavano in un grave stato di degrado. L’area dunale era utilizzata a piacimento come discarica, tendopoli, latrina, luogo di prostituzione e di traffici illegali e sottoposta ad una tale pressione da spingere alcune associazioni ambientaliste a chiedere di trasformare l’intera Capocotta in Riserva integrale, interdetta al pubblico” ricorda la petizione. “Oggi, dopo quindici anni della attuale gestione, questo è solo un brutto ricordo che non si deve rivivere. L’area dunale, grazie al servizio di vigilanza ed alla pulizia manuale, presenta evidentissimi segni di miglioramento e la vegetazione che la ricopre è rigogliosa come mai lo è stata in precedenza.La spiaggia è costantemente sorvegliata, pulita e presidiata da un efficiente servizio di salvamento a mare ed è una spiaggia veramente libera”. Il tutto senza “che sia stato sborsatoun solo centesimo dal Comune di Roma che, anzi, incamera un canone”.
LEGAMBIENTE - “Sosteniamo con convinzione la petizione perché crediamo che lasciare Capocotta a se stessa senza presidi che ne garantiscano la bellezza, la fruibilità, la pulizia e la cura sarebbe una scelta amministrativa sciagurata per la parte più pregiata della riserva del litorale romano” dichiarano Roberto Scacchi e Vittorio Cogliati Dezza, rispettivamente presidente di Legambiente Lazio e presidente nazionale di Legambiente. “Mentre i cittadini stanno firmando a sostegno della petizione e la società civile si sta stringendo attorno a Capocotta per salvaguardarne l'esistenza stessa, chiediamo al comune di attivarsi in maniera altrettanto importante e, recuperando velocemente alle mancanze evidenti di tanti anni che si sono aggravate negli ultimi due, risolvere immediatamente il problema”.