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Politica Ottavia / Via del Casale Sansoni

Peste suina, alla riserva dell'Insugherata scatta la protesta degli animalisti

Gli animalisti chiedono "giustizia per i cinghiali" e contestano la scelta degli abbattimenti

“Giustizia per i cinghiali”. E’ questa la richiesta che arriva dagli animalisti che, nella mattinata del 19 maggio, si sono dati appuntamento in via del Casale Sansoni.

E’ la prima reazione all’emanazione dell’ordinanza del commissario straordinario per la peste suina. Un provvedimento atteso e più volte richiesto dalle amministrazioni locali, ma che, anche per la decisione di avvallare gli abbattimenti selettivi,  è stato fortemente contestato dalle associazioni animaliste. Come l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) di Roma che sta valutando anche un ricorso contro l’ordinanza. 

La tesi degli animalisti

“Molti cittadini ci stanno chiamando chiedendoci di dare voce ai cinghiali, ritenendo che la loro colpevolizzazione sia ingiustificata e che la vera colpa sia solo l’inefficiente gestione dello smaltimento dei rifiuti in limitati quadranti di Roma, quelli dove ancora montagne d’immondizia giacciono nelle strade” ha dichiarato Rita Corboli, delegata dell’Oipa di Roma, alla vigilia del flash mob davanti alla riserva dell’Insugherata. E l'area protetta dov'è stato rilevato il primo caso di peste suina africana nella Capitale e, quindi, rientra nel perimetro della cosiddetta “zona infetta”.

I cassonetti debordanti di rifiuti

Ad avvalorare la tesi dell’Oipa, che mette in correlazione la diffusione dei cinghiali con l'inefficiente gestione dei rifiuti, contribuiscono le immagini girate dagli attivisti di Animal Liberaction, presenti sul posto. Proprio in via del Casale Sansoni, a pochi metri dall’ingresso della riserva naturale, ci sono decine di bidoncini stradali ricolmi di rifiuti. Sono cassonetti di plastica, quindi facili da rovesciare per un ungulato. Fatica che comunque i cinghiali non dovrebbero neppure compiere perché, sopra ed intorno a questi contenitori, sono stati lasciati molti sacchetti d’immondizia, evidentemente non raccolta.

Se la presenza dei cinghiali in città è causata dalla presenza dei rifiuti, assunto su cui convergono anche noti biologi come Francesco Petretti, la diffusione di questa specie è invece imputabile all'introduzione di una razza particolarmente prolifica. “Importata in Italia per compiacere i cacciatori” hanno obiettato gli animalisti che stigmatizzano e reputano paradossale il ricorso alle doppiette per risolvere il problema del sovrappopolamento.

Le responsabilità passate e presenti del comune

“La presenza dei cinghiali in ambito urbano si è evidenziato con il problema della raccolta dei rifiuti, con questa e con la precedente amministrazione, i romani lo sanno bene e non si fanno prendere in giro” ha sottolineato la portavoce romana dell’Oipa che ha espresso inoltre il proprio rammarico per il fatto che il sindaco Gualtieri, che “in campagna elettorale ci aveva convocati promettendoci di essere ascoltati” ha invece “preannunciato gli abbattimenti senza avere consultato le associazioni protezionistiche”.
 

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