Solo il Pd moribondo può trattare con una sinistra che non c'è
Un recente sondaggio in merito alle regionali dà il possibile candidato della federazione a sinistra del partito democratico al 9,2%. Non mettiamo in dubbio la serietà della società che ha portato avanti il sondaggio. Qualche perplessità in più ci sia consentita sulla serietà della federazione di sinistra. Dovrebbe comprendere - si dice - Europa Verde e Sinistra italiana con questi ultimi che insieme agli "ex Sel della Garbatella" di Liberare Roma alle scorse amministrative che hanno eletto Roberto Gualtieri hanno dato vita al cartello Sinistra civica ecologista.
Con loro - tutti pensano - dovrebbe correre Roma Futura, movimento nato attorno alla candidatura di Giovanni Caudo alle primarie per il Campidoglio e che comprende il mondo di Caudo stesso e dei marziani (sostenitori dell'ex sindaco Marino) e Pop! di Marta Bonafoni. Con loro anche Articolo 1 e i fassiniani (corrente legata a Stefano Fassina) che, teoricamente, dovrebbero essere ricompresi nel cartello di SCE. A sinistra però la teoria fa a pugni con la pratica, così come il quadro che vi abbiamo appena illustrato litiga con la realtà.
Semplicemente questo quadro non esiste e legittimarlo dà la misura di come il partito democratico di Roma e Lazio, impegnato in serrate trattative per recuperare l'alleanza, sia ridotto.
Il cartello elettorale Sinistra Civica Ecologista ha raccolto alle scorse comunali il 2%. A comporlo la sinistra di Fratoianni, quella di Fassina, quella di Garbatella (Liberare Roma) e Articolo 1. Consiglieri eletti, due (grazie all vittoria di Gualtieri, ndr). Assessori in giunta Gualtieri, uno, Andrea Catarci (legato a Liberare Roma). Già durante la campagna elettorale le frizioni furono evidenti, con i fassiniani ad esprimere tutto il proprio disappunto per alcune scelte. Il giorno dopo il voto quest'aggregato si è come disciolto, sparito nel nulla. Fassina ha iniziato ad avvicinarsi a Conte e al Movimento Cinque stelle e alle ultime politiche ha espresso tutto il proprio sostegno all'avvocato del popolo. La sinistra di Fratoianni invece ha scelto il matrimonio con i verdi di Bonelli e l'alleanza con il campo largo lettiano, ottenendo collegi sicuri per candidati di bandiera come Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro.
Verdi che alle scorse comunali hanno corso da soli, raccogliendo lo 0,9%. Consiglieri eletti (grazie all vittoria di Gualtieri, ndr): uno. Assessori: zero. Meglio ha fatto la lista guidata da Pecoraro Scanio che ha sostenuto Virginia Raggi e la sua politica sui rifiuti a Roma, sonoramente bocciata con il quarto posto dell'ormai ex sindaca alle scorse comunali. Istanze, quelle dell'ex ministro e di Europa Verde, simili, ma incociliabili per divisioni personali: semplicemente, per voce degli stessi interessati, non possono stare insieme.
C'è poi Roma Futura. Anche di questo cartello elettorale, che ha raccolto il 2%, si sono perse le tracce dopo le elezioni comunali. Consiglieri eletti: due (grazie all vittoria di Gualtieri, ndr). Assessori in giunta Gualtieri: uno, Claudia Pratelli. A comporlo il mondo legato all'ex sindaco Marino e vicino a Giovanni Caudo e Pop! di Marta Bonafoni. Quest'ultima è vicina a Elly Schlein, da poco iscritta al Pd di cui aspira a diventare segretaria.
Questa "cosa indefinita", evidentemente piena di contraddizioni, riesce ad essere l'interlocutore del Partito democratico ed ha ottenuto lo stop del tavolo di coalizione. Teoricamente questo conglomerato dovrebbe essere unanimamente contro il termovalorizzatore e quindi vicino al M5S, con il quale "minaccia" un matrimonio per alzare la posta in gioco al tavolo.
Teoricamente, perché in giunta Gualtieri - che il termovalorizzatore l'ha proposto e lo porta avanti con orgoglio -, ci sono 2 assessori che a dimettersi non ci pensano proprio. Ci sono 5 consiglieri che da domani dovrebbero uscire dalla maggioranza e di segnali di questo tipo non ce ne sono (un consigliere nei giorni successivi all'annuncio ha provato a opporsi alla scelta di Gualtieri in un'intervista a un nostro giornale ed è stato rimesso in riga dal suo partito, ndr). C'è un movimento, vicino all'aspirante segretaria del Pd, che dovrebbe mettersi contro una decisione sostenuta fermamente dal Partito democratico. Ci sono due correnti del partito dello stesso colore che insieme non ci sanno stare e che insieme non ci vogliono stare e che insieme - appoggiando Conte e il M5S - dovrebbero per forza stare. Ci sono leader della sinistra che hanno litigato tra loro, dando vita alla scissione dell'atomo sinistro che in nome del progressismo a cinque stelle dovrebbero mettere da parte i loro dissidi e attenersi agli ordini dell'avvocato di Volturara Appula.
Ad una "cosa" del genere riesce a dare dignità e credibilità solo un partito democratico moribondo che nel sedersi al tavolo guarda allo specchio quello che potrebbe presto diventare, trovando conforto alla propria (disperata) situazione attuale. Alessio D'Amato, candidato del Pd e del Terzo Polo, dovrà trattare con questa "cosa indefinita". A lui il compito di trovare un senso a questa cosa che un senso, evidentemente, non ce l'ha.