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Rifiuti, il sogno di Marino per l'Ama: impianti di trattamento con Acea

Da una parte la raccolta, dall'altra gli impianti di gestione e smaltimento. Così la multinazionale si prepara a mettere le mani sulla monnezza romana

Una partership Ama-Acea per la gestione del sistema rifiuti della Capitale. È questa l'idea a cui sta lavorando su indicazione del sindaco Ignazio Marino il neo presidente e amministratore delegato di Ama, Daniele Fortini che ieri, a margine di un'audizione in commissione Ambiente al Senato, ha confermato l'obiettivo di un'integrazione del core business delle due aziende: “A me piacerebbe comprarla Acea. Guardiamo se abbiamo i soldi a sufficienza ma la compreremo” ha detto ai giornalisti in tono semiserio. “Costerà molto, non certo quattro palanche, ma mettendo i soldini da parte piano piano può anche darsi che...” ha lasciato in sospeso il manager. Per un'azienda quasi tutta braccia e compattatori come l'Ama, che si occupa prevalentemente della parte più costosa del ciclo dei rifiuti, la raccolta, si tratterebbe di chiudere il cerchio con la realizzazione e la gestione degli impianti di smaltimento.

Del resto l'Acea non è nuova a questo tipo di attività dal momento che gestisce da tempo parte dell'inceneritore di Colleferro, quello di San Vittore, mentre ad Aprilia possiede un impianto di compostaggio. Anche il sindaco Marino non ha nascosto il suo interesse verso un progetto del genere. “Vogliamo che venga chiarito bene il ruolo industriale delle municipalizzate. Sul tema dei rifiuti, ad esempio, sono possibili integrazioni del core business di Ama, che gestisce la questione dello smaltimento, e Acea, che ha gli impianti” aveva spiegato a margine dell'incontro di maggioranza di sabato scorso durante il quale erano stati esposti i punti in programma per l'amministrazione per il 2014.

Puntare a chiudere il ciclo dei rifiuti con la costruzione e la gestione di impianti non è una novità per l'Ama. I rifiuti, il cui smaltimento nella discarica di Cerroni ha sempre avuto un costo e per l'azienda capitolina, sono come moneta sonante per chi possiede impianti di smaltimento e la chiusura della discarica di Malagrotta ha aperto uno spazio non indifferente per ora colmato solo dall'oneroso trasferimento dei rifiuti in altre regioni italiane. Se si punterà sulla raccolta differenziata spinta o sull'incenerimento è una questione politica che andrebbe indagata a parte.

Il tentativo di una partnership Ama-Acea per la realizzazione di un impianto di 'valorizzazione' dei rifiuti è una strada già percorsa. Le due aziende capitoline infatti sono da tempo insieme al dominus dei rifiuti romani nell'affare dell'inceneritore di Albano, il cui iter d'approvazione è finito sotto la lente di ingrandimento della magistratura nell'inchiesta che ha portato all'arresto di Manlio Cerroni. Lo stesso affare che le cronache hanno riportato al centro di un incontro tra l'avvocato di Pisoniano e l'imprenditore più potente di Roma, Francesco Gaetano Caltagirone, socio privato, e forte, dell'azienda municipalizzata romana dell'acqua e dell'energia che secondo quanto riportato dall'articolo di La Repubblica si era messo di traverso nell'affare di Albano. E proprio per questo precedente è facile pensare che il costruttore romano guardi con interesse alla partnership tra Ama e la società di piazzale Ostiense di cui possiede le quote per il 16 per cento. Un'operazione che permetterebbe all'azienda capitolina dell'acqua e dell'energia di mettere le mani sui rifiuti della Capitale.

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