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Partecipate: "Buco da 440 milioni di euro in tre anni, ora razionalizziamo"

La sindaca, insieme agli assessori Colomban e Mazzillo, ha presentato gli esiti della ricognizione sulle partecipate. "Dopo il risanamento, rilanciamo i servizi"

440 milioni di euro di perdite economiche, solo per gli esercizi degli ultimi tre anni. E un deficit annuo da 823 milioni di euro. Sono solo due numeri che compongono quella "pesante eredità" delle partecipate capitoline, una galassia formata da 40 società e 47 mila dipendenti sulle quali l'amministrazione Raggi ha deciso di mettere mano con "un'operazione verità". Un primo "lavoro di ricognizione" è stato presentato questa mattina, a poche ore dalla visita della Guardia di Finanza in Campidoglio, nella sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini dalla sindaca Virginia Raggi e dagli assessori alle Partecipate e al Patrimonio, Massimo Colomban e Andrea Mazzillo, con una conferenza stampa dal titolo 'Società partecipate di Roma Capitale. Da pesante eredità del passato a risorsa per il futuro'. "Razionalizzazione", "recupero dell'efficienza", "risanamento" da un lato; "rilancio dei servizi per rispettare standard soddisfacenti di qualità" dall'altro, il doppio binario che ha intenzione di seguire l'amministrazione. Anche se per arrivare a questo, Colomban non lo ha mai nascosto, "serve un processo lungo che richiede costanza e impegno". 

La "polvere sotto il tappeto da spazzare via", per usare le parole della Raggi, pesa 1,6 miliardi di uscite all'anno per il Campidoglio, solo la metà delle quali "trova copertura tramite tariffe o dividendi". Dalla gestione delle partecipate, quindi, "emerge un deficit che vale 823 milioni di euro all'anno, "senza considerare le numerose ricapitalizzazioni a reintegro del capitale per perdite di gestione". In quanto alle partecipate, "hanno generato perdite economiche, solo considerando gli ultimi tre esercizi, per quasi 150 milioni di euro all'anno negli ultimi tre anni". A tutto questo si aggiunge "un indebitamento bancario che oggi ammonta a quasi 800 milioni di euro e produce enormi interessi annui per oltre 40 milioni di euro". 

Sul destino delle singole partecipate, nessuno strappo al decreto Madia che "impone una razionalizzazione delle aziende in base ai vincoli di scopo pubblico". Nessun particolare, però, su come muterà la geografia delle aziende capitoline: "L'amministrazione adotterà dei piani di razionalizzazione in base alla rilevanza strategica, allo stato di salute (fatturato, risultati economici) e, qualora si tratti di aziende che svolgano attività analoghe a quelle svolte da altre società, studierà il loro accorpamento o posizionamento sul mercato come previsto dalla legge". Colomban ha spiegato: "Stiamo liquidando 7 società, dove non siamo soci di maggioranza, anche se voglio sia chiaro che ci penseremo bene prima di lasciare a casa delle persone". Il capitolo partecipate potrebbe essere riaperto anche con il Governo: come accaduto sul piano di rientro, "sul quale c'è stata un'apertura da parte della presidenza del Consiglio e del Mef" ha fatto sapere Mazzillo, "lo stesso approccio ci dovrà essere sulle partecipate". In quanto alla Governance, ha spiegato Raggi: "L'amministrazione partecipata con i lavoratori ci attira molto". 

E se per Farmacap Colomban ha annunciato "una buona notizia", riferendosi al fatto che nel "2016 chiuderà in positivo", la "vera malata" per l'assessore veneto è Atac. "Ha prodotto perdite per 215 milioni nel 2013, 161 nel 2014 e 66 nel 2015 per un totale, sugli ultimi tre anni, di circa 440 milioni. Una volta risanata Atac avremo risanato il bilancio delle partecipate". La principale difficoltà, per l'assessore è rappresentata dall'età avanzata della maggior parte dei mezzi pubblici: "Il 30% dei mezzi andrebbe rottamato e il 20% si rompe frequentemente. Così i costi di manutenzione sono alti e si creano disservizi. Questo è il vero problema per ristrutturare Atac. Ma ringiovanire il parco mezzi costerebbe 400 milioni. E' illusorio che in 3 o 6 mesi si possa risolvere il problema, non avendo né i mezzi né le risorse". 

Altro capitolo delicato è Ama. Le dimissioni dell'ormai è assessore Paola Muraro non sembrano spaventare Virginia Raggi che, assunte le deleghe su di sè, ha assicurato: "Non terminerà il lavoro di risanamento dell'azienda che abbiamo già inziato". La nomina del direttore generale Stefano Bina scadrà il prossimo 31 dicembre ma "è già stato pubblicato il bando per reperire il nuovo dg". 

Nel corso della conferenza stampa l'assessore Mazzillo ha esposto anche una serie di azioni "per il recupero dell'evasione e il miglioramento dell'efficienza in tutte le partecipate con l'obiettivo di reperire nel patrimonio comunale le risorse necessarie per risanare il bilancio di Roma Capitale e finanziare gli investimenti del parco mezzi e delle infrastrutture". Le economie complessive "stimate sono di almeno 70 milioni una tantum e 90 milioni l'anno" ha spiegato. Diverse le azioni che verranno messe in campo: dall'efficientamento e razionalizzazione di attività e servizi comuni a più società partecipate (risparmio stimato di 10 milioni di euro all'anno) alla riduzione degli interessi passivi per i quali è "necessaria una rinegoziazione" (altri 10 milioni di euro) passando per il recupero dell'evasione su Tari e biglietti Atac (50 milioni di euro di maggiori entrate stimate). E ancora. Digitalizzazione dei fascicoli, la verifica e l'aggiornamento dei canoni di concessione e locazione su 800 immobili di patrimonio indisponibile, 900 disponibile, e 28.000 alloggi Erp (altri 10 milioni l'anno e 20 una tantum), accelerazione di oltre 190.000 pratiche di condono edilizio (50 milioni una tantum) e infine permessi a costruire, affrancazioni, convenzioni (10 milioni di euro all'anno). 

Il Patto per Roma? "E' ultimato. Lo proporremo al nuovo primo ministro e credo che ci risponderà positivamente come già successo per altre città. Crediamo che lo stesso Governo non riterrà la nostra proposta inaccettabile. Non stiamo chiedendo la luna". 

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