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Le partecipate del Comune sprofondano: conti in rosso e bilanci non approvati. La Corte dei Conti convoca Raggi

Raggi convocata dalla Corte dei Conti, faro su Roma Metropolitane e Atac: nel bilancio dell’azienda dei trasporti pesano consulenze e canoni per affitto bus “cinque volte superiori”

Il processo di razionalizzazione "incompleto", tetti di spesa sforati e "ritardi pluriennali" nell'approvazione dei bilanci. Da Atac a Roma Metropolitane, passando per Farmacap e Roma Servizi per la Mobilità è caos per le partecipate di Roma Capitale

Caos partecipate: Raggi convocata dalla Corte dei Conti

A metterlo nero su bianco è la Corte dei Conti che il prossimo 10 maggio ha convocato, "da remoto", la sindaca Virginia Raggi proprio per avere chiarimenti in merito alle società controllate dal Comune ed in particolare Atac e Roma Metropolitane. 

Le aziende del trasporto pubblico: “gestione poco economica ed efficiente"

La relazione firmata dal magistrato Giuseppe Lucarini sviscera il profondo rosso delle municipalizzate romane. Il capitolo relativo alle aziende del Comune che si occupano del trasporto pubblico è quello più corposo nonchè più “nero”.

La compresenza e la parziale sovrapposizione di competenze tra Atac, Roma Metropolitane e Roma Servizi per la Mobilità “rende il modello organizzativo attuale poco conforme ai canoni di razionalità, economicità ed efficienza che invece - fa notare la Corte dei Conti - dovrebbero connotare le gestioni pubbliche”. 

Roma Metropolitane, conti in rosso e scelte "contrapposte" del Comune

“Contraddittorio” l’atteggiamento del Comune su Roma Metropolitane, la società che si occupa della progettazione e realizzazione delle linee metropolitane della città. Oltre a mancare l’approvazione dei bilanci di esercizio 2016-2019, la Corte dei Conti sottolinea le oscillazioni nelle scelte di razionalizzazione della società. Dal Comune “decisioni contrapposte” nell’arco di pochi mesi: nel 2019 viene disposta la messa in liquidazione della società; nel 2020 se ne ipotizza il risanamento con conseguente revoca dello stato di liquidazione, “senza peraltro avere chiarezza sulla situazione finanziaria di detta Società per la riferita mancata approvazione dei bilanci di esercizio, presupposto indefettibile per ogni scelta da parte del socio pubblico”. Intanto Roma Metropolitane ha continuato a produrre ingenti debiti derivanti da sentenze onerose a suo carico, oltre a continuare a produrre ulteriore contenzioso passivo, di rilevante consistenza finanziaria, “cui la Società non è in grado di far fronte, necessitando del continuo soccorso finanziario del socio pubblico”. Ossia il Comune.

Atac: consulenze doppie e report spariti

Non va meglio in casa Atac. Se il costo dell’organo amministrativo della società, interamente partecipata da Roma Capitale, nel periodo 2015 – 2019 risulta complessivamente conforme al limite di spesa prevista, la relazione della Corte dei Conti punta il faro su consulenze e prestazioni professionali relative alla procedura di concordato preventivo con continuità aziendale. Costose. In qualche caso doppie ed evitabili. Emblematica quella richiesta, peraltro su una materia estranea a quella concordataria, in merito alla compatibilità tra il ruolo di Direttore Generale e quello di Presidente del CdA: Atac ha formulato il quesito a due distinti consulenti esterni quando la soluzione poteva essere espressamente rintracciata nell’art. 11, comma 12, del TUSP (Testo Unico sulle Società Partecipate). A fronte dei compensi riconosciuti poca attenzione all’effettivo lavoro svolto dai consulenti: uno dei contributi, si legge nella relazione, “ha riguardato essenzialmente la limatura di alcune bozze di verbale del CDA in materie spesso non attinenti il concordato preventivo e, in alcuni casi, per situazioni precedenti il conferimento dell’incarico”. Non risultano poi documentati i “report bimestrali” di uno dei consulenti incaricati.

Bus Atac, l’usufrutto da gratuito ad oneroso: 4,8 milioni di euro

Scottante pure il capitolo relativo al parco bus. C’è da far luce sul perchè il Comune abbia “unilateralmente modificato l’usufrutto da gratuito in oneroso, con conseguente maggior costo per ATAC, per il triennio concordatario, pari a circa 4,8 milioni di euro” (li pagherà a concordato chiuso)  per 227 bus acquistati da Roma Capitale con procedura Consip del 2018. Una spesa straordinaria tanto che Atac, per compensare, ha modificato il piano concordatario prevedendo l’acquisto di autobus più economici (a gasolio) in sostituzione di quelli più costosi (ibridi e a metano) originariamente previsti. Una “misura correttiva” che ha determinato una riduzione di oltre il 60% di nuovi autobus ibridi, che diventano 100 in luogo dei 250 previsti. 

Per il noleggio di bus canone “cinque volte superiore”

Da chiarire anche le cifre per l’usufrutto oneroso di 38 autobus nuovi da operatore economico privato: il canone “risulta superiore di oltre cinque volte” rispetto al canone da corrispondere ai 227 bus di Roma Capitale. E’ vero che la fornitura, diversamente da quella del Comune, include gli oneri di manutenzione, “tuttavia, trattandosi in entrambi i casi di autobus nuovi, con bassi costi di manutenzione, - rileva la Corte dei Conti - non sembra giustificata, allo stato degli atti, la differenza di costo”. Se ne discuterà in adunanza pubblica. 

Lievitano i costi della manutenzione: colpa di mezzi e rete obsoleti

Di questo come dell’aumento dei costi della manutenzione: da quasi 38 milioni nel 2018, a oltre 42 l’anno successivo. “La spesa per manutenzioni è strettamente collegata alla vetustà del materiale rotabile, oltre che della rete, in ragione del progressivo logorio dei mezzi nel tempo e del conseguente aumento dei costi di manutenzione. Tanto evidenziato, si osserva che la vetustà di gran parte delle reti utilizzate da ATAC (metro, tram e tratte ferroviarie) così come del parco mezzi, richiede decisioni di investimento ben programmate e di lungo respiro, tali di ridurre l’attuale, eccessiva, vetustà sia della rete che dei mezzi, con conseguenti risparmi in termini di spesa per manutenzioni, miglioramento dell’efficienza del servizio”. 

Farmacap con i conti in rosso: perdite per 17,47 milioni 

Sarà un’audizione fiume quella di Raggi alla Corte dei Conti. Disastrosa la situazione di Farmacap che, attualmente commissariata, gestisce 45 farmacie comunali perlopiù situate in periferia. Svolge inoltre attività “sociale” mediante assistenti sociali e psicologi. Ma la gestione “presenta gravi criticità”: manca l’approvazione dei bilanci degli esercizi 2013 – 2019, “presupposto indefettibile per ogni valutazione di specifiche criticità gestionali e per la conseguente adozione di appropriate e ponderate misure correttive”. I conti sono in rosso: dal 2013 al 2019, proprio nel periodo del Campidoglio a guida M5s, Farmacap ha fatto registrare perdite per 17,47 milioni di euro con il Comune, che detiene il 100% dell’azienda, a ipotizzare il sostegno finanziario. 

Il Comune “assente” sulle partecipate

Mancata approvazione anche per i bilanci 2015-2019 di Palaexpo che gestisce Palazzo delle esposizioni, Macro e Mattatoio. Realizza eventi culturali, lo stesso compito di Zetema: così il Comune è chiamato a fare valutazioni, una ricognizione ai fini della razionalizzazione, tenendo conto dei profili di similarità e analogia delle attività tra le due partecipate. 

Insomma, scrive il magistrato, “sembra emergere, complessivamente, un quadro di sostanziale ‘assenza’ del socio pubblico nei confronti delle società in house”. 

Partecipate, le opposizioni attaccano: “Raggi le ha affondate”

Le opposizioni attaccano. “Sono trascorsi quasi cinque anni da quando la Sindaca Raggi con la sua Giunta è stata chiamata a governare Roma e, tralasciando le altre gravose criticità, constatiamo come, in tema di società partecipate, il tanto decantato processo di razionalizzazione societaria sia ancora gravemente incompleto e lamenti casi di ritardi pluriennali nell’approvazione dei bilanci d’esercizio, specificando altresì che le attività poste in essere dall’amministrazione Raggi, a detta della Corte, risultano insufficienti ed assenti. Sono anni che denunciamo con interrogazioni, atti, mozioni ed ordini del giorno questa tragica situazione senza mai ricevere adeguate risposte, spesso assenti o comunque insufficienti, ma finalmente la Sindaca Raggi ed alcuni assessori saranno chiamati a darne risposta alla Corte dei Conti ed a tutti i cittadini romani e ovviamente non potrà farlo con i soliti slogan da campagna elettorale” - ha commentato Francesco Figliomeni, consigliere comunale di Fratelli d’Italia. 

“Ormai è diventata ordinaria amministrazione ricordare a questa Giunta, in Aula e in sede di Commissione, che lasciar affondare le partecipate costa alla Capitale tantissimo in termini di perdita di posti di lavoro e servizi immobilizzati. Ebbene ora l’intervento della Corte dei Conti ha fatto emergere quanto denunciato da noi più volte” - aggiunge Maurizio Politi capogruppo Lega in Assemblea Capitolina. “Chiediamo di essere informati sulle strategie che si intenderà mettere in atto per reagire all’impulso dato dalla Corte dei Conti. Noi abbiamo depositato numerosi atti che tracciano nel dettaglio la via, di fronte al fallimento, anche se tardi ci auguriamo che Virginia Raggi li prenda in considerazione”. 
 

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