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Parcheggi a pagamento, multa milionaria a Comune e Atac: non hanno rispettato la privacy automobilisti

La sanzione è stata disposta dal Garante della privacy per irregolarità nella protezione dei dati personali degli automobilisti

Il conto è stato salato. Comune ed Atac sono stati condannati a pagare una maxi multa dal Garante della privacy. Non hanno infatti tutelato adeguatamente i dati degli automobilisti che usavano i loro posteggi.

I parcometri incriminati

E’ partito tutto da un utente che si è lamentato per i nuovi parcometri installati a Roma nel 2018. La nuova versione, infatti, prevedeva sia l’introduzione di alcuni servizi (come il pagamento di sanzioni) che l’inserimento del numero di targa del veicolo.  Ma come vengono gestiti i dati personali inseriti nella macchina? Il dubbio che gli utenti si sono posti, è stato accolto dal Garante che, nella successiva ispezione, condotta in collaborazione con il Nucleo speciale Privacy della Guardia di finanza, ha rilevato varie irregolarità.

La privacy non garantita

In particolare è emerso che il Comune di Roma, non aveva fornito alcuna informazione sul trattamento dei dati degli automobilisti e non aveva nominato la società Atac Spa responsabile del trattamento. Non era inoltre stato predisposto il registro dei trattamenti dei dati e tutto il progetto era stato ideato senza rispettare i principi di protezione dei dati, com’è invece richiesto dalla normativa europea. Inoltre non erano stati neppure definiti i tempi di conservazione dei dati ed il personale addetto avrebbe potuto controllare in maniera massiva e ripetuta nel tempo qualunque targa, senza lasciare alcuna traccia. Aspetto che, chiaramente, non ha tutelato gli automobilisti dei quali è stato ipoteticamente possibile conoscere le abitudini ed i luoghi di sosta.

Una multa milionaria

Alla luce delle violazioni riscontrate e dell’illecito trattamento dei dati, il Garante per la privacy ha comminato una sanzione di 800.000 a Roma Capitale, di 400.000 ad Atac Spa e di 30.000 a Flowbird Italia srl, il subfornitore. Nel calcolare la sanzione per l’illecito trattamento dei dati, l’Autorità ha tenuto conto della grande quantità di dati personali trattati ma anche della positiva collaborazione offerta da Roma Capitale e dalle società per risolvere alcune violazioni riscontrate durante l’ispezione. Tuttavia , il Garante ha comunque rilevato il permanere di criticità relative alle misure di sicurezza e ha quindi prescritto anche l’adozione di misure correttive. Comune, Atac ed il subfornitore privato dovranno comunque pagare una multa salata. Soprattutto per le casse di Roma Capitale.
 

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