'La grande bellezza' premiata in Campidoglio, a Paolo Sorrentino la cittadinanza onoraria
Al regista napoletano questo pomeriggio il sindaco Marino ha consegnato la pergamena e una statuetta in bronzo della lupa capitolina: "Simboli della nostra città"
Tanti applausi e una sala Giulio Cesare gremita di gente questo pomeriggio per la cerimonia di conferimento di cittadinanza onoraria al regista napoletano Paolo Sorrentino. “In questo giorno siamo orgogliosi di essere romani” ha esordito il presidente dell'assemblea capitolina Mirko Coratti in apertura dell'evento. E infatti se tutti i flash dei fotografi sono rivolti al regista de “La grande bellezza”, la sensazione nei vari interventi è che la coprotagonista sia proprio la Città Eterna. “Il suo film è un monumento cinematografico alla nostra città che fa da splendido scenario ai sentimenti umani della solitudine e dello smarrimento dell'uomo moderno” le parole del sindaco Marino che dopo i ringraziamenti ha consegnato al regista la pergamena e una statuetta in bronzo della lupa capitolina “segno che Roma ti annovera tra i suoi più nobili figli”. Attorno al primo cittadino e a Paolo Sorrentino, seduti sugli scranni gli assessori della giunta capitolina. Tra gli invitati erano presenti lo stilista Renato Balestra, il prefetto Giuseppe Pecoraro, il vicepresidente Confindustria, Aurelio Regina, l'attore Roberto Herlizka.
“Ho sbagliato a farmi inviare la lista di altre personalità che prima di me hanno ricevuto la cittadinanza onoraria” ha esordito Sorrentino, per ultimo ad intervenire al termine della cerimonia. Prima di lui sono diventati cittadini onorari della Capitale Manzoni, Marconi, Roosvelt, Pertini, Montalcini, Napolitano. “Di fronte a questo elenco mi viene in mente il titolo di un libro 'Che ci faccio qui'”. Poi continua con le battute. “Ringrazio i consiglieri che hanno votato a favore della mia cittadinanza onoraria ma anche quelli che hanno dissentito: io avrei fatto la stessa cosa”. Nella seduta del 6 marzo infatti è stata proprio l'Assemblea capitolina a esprimersi a favore del conferimento dell'onoreficenza al regista “per il prestigio apportato dal suo contributo artistico all'espressione della città di Roma nell'arte cinematografica mondiale quale attestato di eccellenza” riporta il provvedimento. Poi un accenno al messaggio che, forse, ha voluto trasmettere attraverso con la sua opera: “Carmelo Bene diceva: 'Sbagliando si insegna'. Se fosse vero il contrario, 'Sbagliando si impara', Roma sarebbe come Helsinki. È nello sbaglio che alloggia il meraviglioso, nella capacità dell'arte di stanare il meraviglioso nel disagio di essere vivi e contemporanei”.
Dai problemi di Roma alla sua irresistibile bellezza. “Una bellezza che stordisce” per usare le parole del sindaco Marino, che si è detto sollecitato dal “magnetismo” della pellicola cinematografica “ad agire per rimuovere le brutture materiali e morali di questa città”. L'antidoto per Marino è “incentivare la cultura in ogni sua forma” ha spiegato prendendo l'esempio “del nostro lavoro ai Fori Imperiali con il progetto di fa rivivere la Roma augustea con il lavoro di Piero Angela”. Annunciate anche “i tre percorsi organizzati dal comune per visitare i luoghi del film”. Il pensiero del sindaco è poi andato al cinema dalla preoccupazione per la chiusura di molte sale cinematografiche, “vigileremo sulla loro destinazione d'uso”, al destino di Cinecittà, “dobbiamo preservare il marchio e tutelare quel luogo pieno di maestranze”.
Prima del sindaco, a ringraziare Paolo Sorrentino il regista e attore romano Carlo Verdone che ha paragonato Sorrentino ai registi come Pasolini, Virzì, Bellocchio e Fellini che, pur non essendo romani, “hanno raccontato meglio dei romani l'aria e l'atmosfera di questa città” ha affermato. “Sorrentino merita di essere cittadino romano perché con il suo meraviglioso affresco ci ha ricordato che Roma può resistere al degrado, che non è solo buche e immondizia ma conserva un potenziale meraviglioso”. 'La grande bellezza' come antidoto ai 'mali di Roma' quindi. “Questa città ha bisogno di persone che la amino davvero”. Dopo la cerimonia, un brindisi nella vicina sala della Protomoteca. Prima che cali il sole però lo sguardo non può che cadere sulla 'Grande bellezza' che circonda palazzo Senatorio. La distesa dei Fori Imperiali fino al Colosseo sullo sfondo da una parte. La piazza del Campidoglio dall'altra con i dioscuri a fare da porta sui tetti della città.