Municipio VIII, Pace reagisce: "Ci sono le parlamentarie, attaccano me e Raggi per avere visibilità"
Il Presidente Pace rivela il clima interno al M5s del Municipio VIII. Difende la scelta del suo Vicepresidente e va all'attacco: "Attacchi sospetti, arrivati in un momento delicato nell'amministrazione capitolina"
La tenuta del Movimento 5 stelle vacilla. Almeno nel Municipio VIII dove lo scollamento tra la Presidenza ed una buona parte dei Consiglieri è sempre più evidente. In attesa del confronto che si terrà in Campidoglio martedì 10, il Minisindaco Paolo Pace si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Ed ha spiegato qual è la situazione in cui si è prodotto questo clima di evidente sfiducia.
Presidente, i dissidenti nel gruppo di Maggioranza sono in fibrillazione. Cosa le stanno chiedendo?
A me ufficialmente non sono state poste questioni, ma so che vogliono revocare le deleghe al mio Vicepresidente, ridimensionare i poteri dell’Assessore all’ambiente Daniela Altera e poi, cosa non meno importante, vorrebbero sottoporre ogni iniziativa della presidenza e della giunta, alla loro approvazione.
Lei è disposto a venire incontro a queste richieste?
Assolutamente no. Serafini e Altera sono dei professionisti con importanti competenze. Sul Vicepresidente Serafini poi la loro richiesta è una provocazione. Io ho accettato di avviare quest’esperienza politica, solo dopo aver ottenuto la sua disponibilità a collaborare con me e non è stata cosa facile. Tra l’altro è stato lui che, nei mesi precedenti alle elezioni, li ha supportati: ha chiamato professori universitari per fare dei corsi ai nostri futuri consiglieri sul diritto amministrativo. E questo è il loro ringraziamento.
Sembra che stiano cercando di commissariarla.
Si tratterebbe di un commissariamento sui generis. Sottoporre ogni nostra iniziativa alla volontà di questo gruppo di consiglieri, significa che loro decidono ed io mi assumo la responsabilità legale delle loro scelte. Poi, se qualcosa non va per il verso giusto, sarei io a pagarne le conseguenze. Tra l’altro propongono spesso cose inattuabili perché contrastano con i diritti acquisiti di terzi, come nel caso dei Mercati Generali.
A cosa si riferisce?
Spesso le iniziative che i consiglieri dissidenti ci sottopongono collidono con leggi, norme e regolamenti. Quindi ogni volta proviamo a spiegarglielo ed a quel punto te li sei fatti nemici. Il caso degli ex Mercati Generali è eclatante. Vorrebbero riscrivere il progetto da zero. Io invece sono dell’idea, e non sono il solo, che essendo arrivati in un momento in cui le questioni sono in uno stato avanzatissimo, con tutte le autorizzazioni ottenute, ci si debba muovere solo negli ambiti ancora possibili per non pregiudicare l’esito finale del progetto e costringere Roma capitale a soccombere in un contenzioso legale dai risvolti economici devastanti per la cittadinanza, senza parlare del sequestro del cantiere che andrebbe avanti per un decennio con buona pace dei residenti che sarebbero costretti a rimanere con un “cratere” sotto casa. Ma questo non significa essere amico dei costruttori, semplicemente bisogna essere realisti e cercare d’immaginare le conseguenze delle scelte. Ogni volta che mi confronto con i comitati, mi chiedono quando verranno chiusi i lavori. Quell’area è stata sottratta per quindici anni al territorio. Inoltre si verrebbero a creare 3500 posti di lavoro. Quindi ripeto bisogna operare sui margini d’intervento che abbiamo, per realizzare magari un ambulatorio sociale o un ponte pedonale. Invece ho la sensazione che ci sia chi soffia sul fuoco e, approfittando della loro ingenuità, gli dice di puntare a distruggere l’attuale progetto e rifare tutto.
Chi è che soffia sul fuoco? E’ vero che c’è una linea dettata da Lombardi e De Vito?
Che io sappia non esistono correnti all’interno del Movimento, anche se essendoci tante persone di estrazioni diverse non escludo che ci siano alcune diversità di vedute. Soprattutto in ambiti più allargati come può essere il Comune. Certo non mi sfugge ed anzi m’insospettisce che gli attacchi di questi consiglieri municipali siano diventati così esasperanti. Proprio ora. Voglio dire, è da agosto che ci sono pressioni per provare a controllare l’operato della presidenza. Ma è soltanto adesso, in un momento delicato per l’amministrazione capitolina, che si è arrivati a questo muro contro muro. Io tra l’altro proprio ieri, dopo un incontro fatto con tutte le persone vicine all’attuale amministrazione, ho elaborato una controproposta. L’ho sottoposta a questi consiglieri dissidenti e l’hanno rifiutata. O si accettano le loro condizioni, o niente da fare.
Ma come si è arrivati a questo punto dello scontro? C’è stato un pretesto?
E’ successo un fatto importante. Circa 20 giorni fa ho appreso della nomina di un consulente del Municipio esterno all’amministrazione sul contenzioso I-60 pendente innanzi al TARin sostituzione a quello interno all’Amministrazione a suo tempo nominato. Ho quindi approfondito la questione chiedendo agli uffici l’esibizione di tutta la documentazione attestante l’iter amministrativo. Da una prima analisi ho ravvisato delle presunte irregolarità non solo di natura amministrativa ma probabilmente anche di rilevanza penale. Mi sono informato con alcuni docenti universitari esperti giuristi della materia, e me ne hanno dato conferma. Ho provato a contattare l’Assessore all’Urbanistica Rodolfo Tisi, ma si è sempre sottratto al confronto. Ho fatto presente ai Consiglieri di maggioranza questa situazione e per tutta risposta sono stato attaccato dal gruppo dei cosiddetti dissidenti che ha invece confermato che non si è trattato di affidamento diretto, che tutta la procedura è regolare e cristallina eche la procedura per la nomina del CTP era –secondo loro – stata esperita nel rispetto di tutte le procedure amministrative previste. Questa mia preoccupazione, come detto confermata dai legali contattati, è stata volutamente e pretestuosamente mal interpretata volendo far credere che questa mia attenzione al caso di specie fosse un mero pretesto per poter rimuovere l’assessore Tisi, che, a loro giudizio, va difeso a prescindere che abbia o meno rispettato la legge solo per il semplice fatto che dice di combatte i costruttori, erroneamente pensando che l’appartenenza al M5S consenta agli stessi di operare al di sopra delle regole. L’assurdo che l’assessore de quo a sua volta chiede addirittura le dimissioni del direttore tecnico e del direttore apicale, ha contestato il direttore del PAU e una sua Dirigente che era tra l’altro coinvolta come CTP nel contenzioso presso il TAR.
Cosa farà ora?
Per conto mio, trasmetterò tutti gli atti alla magistratura, perché oltre a volertutelare la collettività ed il M5S che ricordo anche io rappresento, voglio comportarmi in maniera corretta fino in fondo. Attenderei quindi gli esiti delle indagini della Procura per comprendere se si è seguita una procedura corretta. Nessuno vuole giudicare nessuno, per questo esistono gli organi di controllo preposti allo scopo.
Possibile che, dietro a questa operazione di sfiducia, vi sia anche una ricerca di visibilità?
E’ un sospetto che ho anche io. Adesso ci sono le parlamentarie e magari contrastare la Sindaca Raggi per qualcuno può rappresentare un modo per ottenere una certa visibilità e soddisfare ambizioni personali.