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Raggi tenta il bis "contro quelli di prima" e l'ex assessore Berdini attacca: "Ignora la zona grigia"

Paolo Berdini, ex assessore all'Urbanistica della Giunta Raggi, è intervenuto con un articolo sul sito di Micromega

A pochi giorni dall’ufficializzazione della ricandidatura di Virginia Raggi per la corsa a sindaca di Roma, con il M5S romano diviso in due e il possibile asse con il Pd sempre più lontano, arrivano le parole dell’ex assessore all’Urbanistica della prima giunta pentastellata, Paolo Berdini. “Virginia Raggi ignora la zona grigia” è il titolo del suo intervento pubblicato ieri sul sito di Micromega.

Il Movimento 5stelle tenterà di utilizzare lo stesso schema politico e culturale che ha consentito nel 2016 un trionfo elettorale: non far tornare quelli di prima”, scrive Berdini riferendosi alla frase con cui Raggi ha annunciato la sua ricandidatura: “Non ci sto ad apparecchiare la tavola per far mangiare quelli di prima”. Però per l’ex assessore “da allora ad oggi qualcosa ha incrinato, per sempre, l’immagine del movimento”.

Berdini cita il caso di Raffaele Marra, “arrestato per corruzione”, gli arresti di “un altro suo pupillo”, l’avvocato Luca Lanzalone, “posto in men che non si dica a capo della più grande azienda romana, l’Acea”. E ancora l’arresto del presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito, per il quale la Procura di Roma ha chiesto rinvio a giudizio. 
Attacca Berdini: “Negare l’evidenza è da sempre un comodo artificio per la peggiore politica per nascondere colpe ed evitare di cimentarsi con i fenomeni reali. Ed è questo il punto di maggior gravità delle dichiarazioni di Virginia Raggi.Sindaca per quattro anni, avrebbe dovuto apprendere che non esiste la comoda suddivisione manichea della realtà. Nella lezione del grande scrittore, poeta e intellettuale Primo Levi, esiste la “zona grigia” che interroga sempre ciascuno di noi nelle proprie azioni. Per il mondo semplificato dei 5 stelle la zona grigia non esiste. Ci sono i puri e “quelli di prima”, per chi ancora ci crede”.

Terreno fertile, per Berdini, l’urbanistica contrattata, in primis, in questo momento, lo Stadio della Roma. “La corruzione di Raffaele Marra derivava dall’opacità della conduzione dell’urbanistica romana. La presunta corruzione di Lanzalone e De Vito deriva analogamente dal non aver voluto archiviare con la necessaria decisione il più grande scandalo urbanistico della Roma moderna, quello dello stadio della Roma a Tor di Valle”. Continua Berdini: “Se non si toglie il macigno della contrattazione urbanistica che tutto può risolvere a patto di praticare le strade della corruzione, Roma non potrà tornare ad avere l’ambizione di coltivare idee nuove, adatte per affrontare la difficile ripresa autunnale”.

Con il M5S che si ricandida per “tentare di realizzare l’inutile stadio” per Berdini il quadro verso la prossima sfida amministrativa è quello di tre schieramenti politici, dai pentastellati al Pd passando da centrodestra, favorevoli continuazione di “quell’urbanistica neoliberista che alimenta da sempre la zona grigia dei faccendieri e dei corrotti”. 
Una via d’uscita? “L’unica speranza è che da settembre si apra lo spazio per costruire uno schieramento politico e sociale culturalmente alternativo al liberismo”, dal rispetto dell’ambiente a un sistema di trasporto pubblico su ferro. “Si tratta ‘soltanto’ di avere il coraggio di cambiare paradigma culturale”.

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