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Didattica, “le palestre non si toccano”: è un successo l’appello degli insegnanti d’educazione fisica

Oltre settemila persone hanno sottoscritto la lettera d'un gruppo d’insegnanti romano. S'invita il governo a lasciare le palestre scolastiche alla loro funzione: la pratica dell'educazione fisica

“Le palestre scolastiche non si toccano”. La ripresa della didattica in presenza non può avvenire a discapito dell’insegnamento d’educazione fisica. E’ questo il messaggio che, dalla Capitale, è partito alla volta di Palazzo Chigi.

Un appello al Premier

Fernando Bonessio, insegnante romano appena andato in pensione, insieme al collega Claudio Ortale, il portavoce dell'osservatorio sugli impianti sportivi municipali, ha lanciato un appello. La sottoscrizione, che si rivolge al premier Conte ed ai ministri Azzolina e Spadafora, ha in poche ore superato le settemila sottoscrizioni.

L'ora di educazione fisica

“Sottrarre le palestre allo scopo per le quali sono state realizzate, significa abolire 'd’autorità' l’insegnamento di una materia inserita a pieno titolo nei programmi curriculari della scuola italiana, significa ledere quel ‘diritto allo studio’ sancito e garantito dalla Costituzione italiana” hanno fatto notare gli estensori dell’appello. La raccolta firme, attivata su piattaforma change.org, arriva all'indomani della partecipata manifestazione che insegnanti ed associazioni sportive dilettantistiche, hanno organizzato venerdì 17 luglio davanti al Ministero della Pubblica Istruzione.

La chiarezza necessaria

Secondo Bonessio, attualmente coordinatore romano dei docenti di Scienze Motorie, bisogna sgomberare il campo da ogni equivoco. Perchè è “l’assenza di disposizioni scritte e certe”, che alimenta l’ipotesi di utilizzare le palestre scolastiche per farvi lezione. La mancanza di chiarezza nelle indicazioni da seguire, “porta indubbiamente a problemi inediti, difficili da risolvere dove gli Istituti Scolastici, ed in particolare i Presidi che - ha fatto notare Bonessio-  sono lasciati soli”. Ed in questo quadro “non sorprende la scelta con cui sempre più Dirigenti Scolastici pensano di risolvere il problema” degli spazi, puntando sull’ “utilizzo delle palestre”.  

I limiti tecnici delle palestre

L’idea di organizzare la didattica in presenza in palestra rischia di non tenere in considerazione neppure i limiti tecnici che questa opzione comporta. La carente “illuminazione naturale” ed “il riverbero sonoro”, se non rappresentano un problema per lo svolgimento dell’educazione fisica, lo diventano nell’ottica di garantire, per alcune ore consecutive, la didattica delle altre materie. La ripresa delle lezioni, dopo i mesi di quarantena causate dal Coronavirus, deve tenere in considerazione anche queste criticità.

La richiesta d'incontro

Gli insegnanti romani, ora, mirano ad ottenere un incontro urgente con la Ministra Azzolina. Servirà per rappresentare tutte le problematiche elencate nell’appello. Il numero dei suoi sottoscrittori, per la titolare del ministero dell’Istruzione, rappresenta una buona cartina di tornasole. Il tema è avvertito. Ed in questo momento sono più di settemila le persone che lo stanno segnalando.
 

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