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Vendita immobili Comune, da ristoranti a concessionari di moto: si tratta sulla lista

Con un mexiemendamento sono state stralciate delle proprietà, alcune delle quali poi riammesse, e aggiunte delle altre. Da zone di pregio ad associazioni passando per attività commerciali, nell'elenco c'è di tutto

Immobile in vendita. Anzi no. Forse. Si è allungata, e poi ristretta, e poi nuovamente allungata la lista degli oltre 700 immobili che il comune di Roma ha intenzione di vendere all'asta, contenuti nella delibera 88 in discussione in questi giorni in Aula Giulio Cesare. Ad accendere il caso il maxiemendamento presentato ieri nel primo pomeriggio in commissione Patrimonio nel quale si proponeva di aggiungere alcune proprietà capitoline e di stralciarne invece altre con la finalità di destinarle ad attività socioculturali e imprenditoriali con procedura di evidenza pubblica. Spicca via dell'Arco di Monte 99, a due passi da Largo di Torre Argentina, dove ha sede l'associazione Emergency. Ma a creare subbuglio tra i banchi dell'opposizione sono altri indirizzi. 

"Tra gli immobili che la maggioranza con il maxi-emendamento stralcia c'è via di Tor Marancia 29 dove risiede un'associazione di street art presentata da Catarci, a via Monte Croce 10-12 (Tufello, ndr)  c'è il ristorante 'La Paranza' con 61.900 euro di contenzioso, a via dei Dalmati 2 (San Lorenzo, ndr) c'è 'Tutto marmo industriale' che vende cucine, a via Ostiense 137/B c'è un locale chiamato 'Osteria vegana' dove hanno anche fatto un corso alcuni consiglieri municipali, a via Portuense 29 (Testaccio, ndr) c'è un concessionario moto e al 31 un negozio di carta da parati" ha denunciato il capogruppo del Pdl in assemblea capitolina, Giordano Tredicine. "Tutti questi immobili non hanno alcun fine sociale e peraltro i locatari sono tutti morosi” ha sottolineato Tredicine che ha aggiunto: “Sto predisponendo un subemendamento per eliminarli dal provvedimento della maggioranza. Chiediamo inoltre che il sindaco e l'assessore Sabella intervengano quanto prima sul maxi-emendamento per capire il criterio con cui vengono tolti gli immobili e per capire se si manifesta un danno erariale per il mancato incasso dei canoni dell'amministrazione comunale fino all'espletamento del bando pubblico". 

Scoppia la polemica. Si lavora così a subemendamenti e modifiche allo stesso maxiemendamento. Nella lista di quelli da stralciare, salvo verifiche degli uffici competenti ed eventuali emendamenti da sottoporre alla discussione del Consiglio, rimangono solo i non residenziali di via di Tor Marancia 29, via dei Dalmati 2 e via Pisino 9-11-13-15-17 e i tre residenziali di via Pisino 6. tornano in vendita tutti gli altri, compresa la sede di Emergency. 

Altri immobili invece vengono aggiunti. Ce n'é uno Monteverde, a pochi passi dall'ospedale Spallanzani, in viale di Vigna Pia 33 dove ha sede un casale dove si organizzano ricevimenti. Via Giovanni Palombini 15 dove hanno sede degli uffici capitolini del dipartimento Gestione Patrimonio compresi quelli della Romeo Gestioni spa, per anni società amministratrice di parte del patrimonio capitolino, compresi gli immobili attualmente in vendita. E ancora. Alcuni locali destinati ad uffici municipali in via Nomentana 423 e infine una posizione di pregio: piazza Navona 68 piano 2 interno 5, piazza Navona 68 piano 5 interno 13. 

In bilico anche i locali di proprietà capitolina in via dei Cerchi e via di San Teodoro: "Abbiamo chiesto come opposizione di inserire tutto il blocco dei locali commerciali di via dei Cerchi, ai civici 25-27-31-33-35-37, attualmente liberi, e stessa cosa per i locali di via di San Teodoro 72 e 74", ha spiegato Tredicine. Risponde però il consigliere radicale eletto con la lista Civica Marino Riccardo Magi: “Sia gli immobili di via di San Teodoro sia quelli di via dei Cerchi non possono sicuramente essere inseriti nell'elenco degli immobili in vendita in quanto beni vincolati e, come ha fatto notare la collega Paris nel corso della commissione, rientranti nell'ambito strategico e monumentale dell'area centrale. Per questi beni si possono immaginare molti modi per metterli a reddito, ma di certo non la vendita". Poi ha aperto un capitolo tutto nuovo: “Adesso che abbiamo iniziato a occuparci del patrimonio comunale” ha puntualizzato Magi “bisogna affrontare tutto il tema dei beni dati in concessione ad associazioni e soggetti di vario tipo, discussione che alla fine non è stata affrontata con la delibera 88, ma che sono una parte molto consistente e di valore del patrimonio del Comune: sarà necessario rivedere tutte le concessioni e valutarne le caratteristiche e i motivi di sussistenza". 

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