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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Sanità, l'ospedale Fatebenefratelli lancia l'allarme: pronti tagli ai servizi e licenziamenti

I vertici della struttura ospedaliera sono pronti a un piano lacrime e sangue in assenza di una soluzione: "Aprire un tavolo con la Regione"

Licenziamenti, riduzione dei servizi, tagli ai posti letto. Di fronte alle casse in profondo rosso, con un bilancio in perdita di 8 milioni nel 2011 e di 18 nel 2012, l'ospedale Fatebenefratelli è pronto a un piano lacrime e sangue. Come è stato comunicato ieri dal consiglio di amministrazione della struttura ospedaliera, se la Regione Lazio non troverà una soluzione entro la fine del mese, entrerà nella fase operativa.

LA SITUAZIONE - “Dopo 500 anni l'ospedale sta affondando” l'allarme lanciato dal vicepresidente operativo fra' Giampietro Luzzato, dal direttore generale Carlo Maria Cellucci e dal direttore sanitario Maurizio Ferrante. A rischiare sono ben 170 posti di lavoro e tre servizi. Sono destinati alla chiusura infatti la dialisi, che conta 60 pazienti, il Servizio psichiatrico di Diagnosi e cura, per un totale di 500-600 pazienti e il Servizio trasfusionale. Ridimensionate anche le attività di Ricovero in convenzione, Rianimazione e terapia intensiva al territorio, Radioterapia, Attività terapeutiche oncologiche.

IL DEFICIT - La situazione l'ha spiegata il vicepresidente operativo Luzzato: “Dobbiamo adottare misure drastiche decisioni difficili. Dover licenziare il personale è una decisione angosciante che talvolta però deve essere presa”. Per Luzzato il piano industriale è l'unica via d'uscita “che garantisca la sopravvivenza” della struttura ha spiegato annunciando a breve “un incontro urgente alla Asl per avviare la chiusura dei servizi e fare in modo che i pazienti non subiscano ulteriori disagi”. Anche il direttore generale Cellucci ha confermato l'andamento: “Abbiamo chiuso due esercizi finanziari, il 2011 e il 2012, con 8 e 18 milioni di perdita. Prima chiudevamo in pareggio, perché siamo no-profit. Certamente anche quest'anno sarà chiuso in perdita: non possiamo andare oltre”.

I TAGLI - Tra le cause della drammatica situazione economica dell'ospedale Fatebenefratelli ci sono i tagli alla sanità operati da Stato e Regione negli ultimi anni. L'ospedale ha aperto un contenzioso per il periodo 2006-2009 da 70 milioni di euro, impugnato al Tar (Tribunale amministrativo regionale) c'è anche il decreto Bondi del 2012 che a prestazioni già erogate ha disposto un ulteriore taglio del 7 per cento, la riduzione delle funzioni da 18 a 8 milioni. In sintesi, tra il 2005 e il 2012 gli abbattimenti tariffari e le decurtazioni di budget sono state un totale di 70 milioni, nonostante “il numero delle prestazioni sia rimasto pressoché invariato”.

LA RICHIESTA - La richiesta sul tavolo è quella di un atto politico “per evitare che un ospedale così importante dia un'assistenza mediocre nel centro di Roma”. Come spiegato da Cellucci, “alla Regione Lazio noi non chiediamo soldi o di ripianare le nostre perdite, ma di trovare soluzioni alternative con la redistribuzione delle risorse o la riorganizzazione dei servizi, ad esempio diversificando le nostre attività per trovare un nuovo equilibrio”. Tra le proposte emerse già in passato alla Regione e che possono aiutare a risanare i bilanci, c'è quella relativa al recupero del San Giacomo, l'ospedale di via del Corso chiuso anni fa. “Siamo aperti al dialogo” conclude Cellucci.

LA REGIONE - La Regione Lazio si è dichiarata “disponibile ad aprire subito un tavolo di confronto, purché si tolga la pregiudiziale dei licenziamenti e ci sia un'interlocuzione autorevole per discutere il piano industriale”. L'ente locale però ha precisato che non ci sono mancati pagamenti dal momento che alla struttura ospedaliera la Regione “liquida mensilmente oltre 6 milioni di euro per le attività erogate. Le pendenze relative agli anni tra il 2006 e il 2011 sono state conteggiate e liquidate per un importo di 47 milioni e 500mila euro. Parte di questa somma, pari a 9 milioni e 600mila euro, è stata vincolata al debito Inps”. Inoltre “in attuazione del Dl/35 (il decreto legge relativo ai pagamenti della Pubblica Amministrazione) sono stati liquidati a favore dell'ospedale romano 3 milioni e 500mila euro in quanto somme certe ed esigibili. Le partite ancora aperte e in corso di accertamenti definitivi, dunque ad oggi non ancora certe ed esigibili, potrebbero ammontare a circa 8 milioni. Ci auguriamo che, con questo possibile ulteriore intervento della Regione Lazio, si possano risolvere le difficoltà attuali di una struttura radicata nel sistema sanitario cittadino”.

I SINDACATI - Si dissociano invece le associazioni sindacali “dalle ipotesi formulate dalla presidenza e dalla direzione generale dell'Ospedale durante l'incontro di oggi e ribadite nella conferenza stampa immediatamente successiva riguardo le ventilate ipotesi di chiusura di servizi e reparti e del drastico ridimensionamento delle attività dell’Ospedale” si legge in una nota congiunta di Anaao, Anmirs, Anpo, Arooi, Cgil, Cisl, Ugl, Uil dell'ospedale FatebeneFratelli. "Nel contempo ribadiamo quanto espresso durante l'incontro con l'Amministrazione circa la disponibilità di queste organizzazioni sindacali per una trattativa in sede regionale che coinvolga tutte le parti interessate per la migliore soluzione atta a garantire gli attuali livelli occupazionali e assistenziali”.

CGIL - Dure anche le dichiarazioni del segretario generale Fp Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola: “Non lasceremo che ancora una volta a pagare le conseguenze di scelte sbagliate siano i lavoratori. Se gli esuberi non verranno ritirati ufficialmente e non verrà proposto un vero piano di rilancio della struttura, la nostra risposta sarà durissima”. Continua Di Cola: “Grazie alle richieste dei sindacati, nelle scorse settimane si erano ottenuti i primi confronti in Regione e l’apertura del tavolo aziendale sulla grave crisi del Fatebenefratelli. Oggi finalmente è stato presentato un piano da parte dell’azienda. Un piano irricevibile da parte nostra e degli altri sindacati. Abbiamo già chiesto alla Regione Lazio di riattivare immediatamente il tavolo di crisi Regionale per fare chiarezza su questa vicenda".

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