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Mercoledì, 4 Ottobre 2023
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Sanità, lavoratori in stato di agitazione all'ospedale Fatebenefratelli

Tra i nodi da sciogliere, la non corretta applicazione del contratto di lavoro nazionale

La non corretta applicazione del contratto di lavoro nazionale, si aggiunge alla lunga procedura di concordato preventivo (avviata nel 2014) per risanare i debiti e scongiurare il taglio del personale. È questa la condizione dei lavoratori dell’ospedale 'San Giovanni Calibita-Fatebenefratelli', sostenuti dalle principali sigle sindacali.

“È irricevibile la proposta di posticipare la piena applicazione del nuovo contratto- spiegano- riconoscere l'aumento pieno del tabellare solo a partire dal 2022, attribuendo per quest'anno unicamente la quota parte a carico della Regione Lazio (50%), dividere l'una tantum di 1000 euro in due tranches e spalmare gli arretrati fino al 2023. Sono lavoratori che, come gli altri operatori della sanità privata accreditata, hanno visto stipendi e diritti bloccati per 14 anni, e in più hanno vissuto e vivono ancora nell'incertezza sul futuro dell'ospedale” hanno commentato con una nota Giulia Musto, Fp Cgil Roma Lazio, Antonio Cuozzo, Cisl Fp Lazio e Domenico Frezza, Uil Fpl Roma e Lazio.

E con i sindacati si lavora ad iniziative di mobilitazione da parte dei lavoratori, in attesa di ottenere un incontro in Regione. “Come accaduto già in passato con IDI e Cristo Re, anche il Fatebenefratelli rappresenta in maniera plastica il paradosso e le problematiche legate alla gestione e alla trasparenza delle risorse pubbliche destinate ai servizi sanitari in accreditamento in questa regione.

“Ora è urgente che, da una parte, l'Amministrazione torni indietro e eroghi nei tempi adeguati gli incrementi riconosciuti dal nuovo contratto, inclusi gli arretrati da luglio 2020, e, dall'altra, le istituzioni, a partire dalla Regione Lazio, intervengano nel caso specifico per fare chiarezza sul futuro dell'ospedale e le prospettive di rilancio, come, complessivamente, accelerino sulla necessità di rivedere le regole sulla gestione delle risorse e la trasparenza dei bilanci di chi eroga a tutti gli effetti un servizio pubblico". Infine, "con la trattativa per il rinnovo del contratto e' divenuto piu' chiaro anche all'opinione pubblica l'atteggiamento "padronale" con cui l'imprenditoria privata utilizza i lavoratori come armi di ricatto verso le istituzioni” hanno concluso i sindacati.

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