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Mafia Capitale, Renzi commissaria il Pd romano: Cosentino dimissionario, partito ad Orfini

Il premier: "Quando vediamo certe vicende viene la rabbia e l'amarezza". Dalle intercettazioni emergono i tentativi dell'organizzazione di Carminati di condizionare le primarie

Il terremoto politico sembra essere appena cominciato. Mafia Capitale scuote il Campidoglio. I primi ad auto eliminarsi sono stati l'assessore alla casa Daniele Ozzimo e il presidente del consiglio comunale Mirko Coratti. Il Pd è coinvolto nell'inchiesta Mondo di Mezzo. I nomi degli indagati sono chiari. Quelli dei perquisiti altrettanto. Quelli dei nominati spuntano mano e mano che vengono scandagliate le 1200 di ordinanza custodia cautelare. Persino le primarie venivano condizionate da Mafia Capitale. E' il caso dello scontro che ha portato al governo del Pd capitolino Lionello Cosentino. Chiaro, chiarissimo, il fatto che anche a livello nazionale qualcuno, segnatamente il segretario e premier Matteo Renzi dovesse parlare. E ieri, ospite di Mentana su La7, Renzi ha annunciato il commissariamento del partito.  

"Sono sconvolto nel vedere una persona seria come il procuratore di Roma parlare di mafia", spiega Renzi. "C'e' la presunzione di innocenza, ma il governo è impegnato per la trasparenza, quando vediamo certe vicende viene la rabbia e l'amarezza. I politici romani devono fare una riflessione profonda. Il centro della vicenda riguarda l'amministrazione Alemanno, ma parte del Pd romano non si può tirare indietro, ho proposto il commissariamento del Pd di Roma nella persona del presidente del partito, Orfini".

"Chi ruba va a casa ma io non faccio di tutta l'erba un fascio", distingue il segretario Pd. Che punta ad archiviare velocemente l'inchiesta romana per andare "avanti tutta" sulle sue priorita', Italicum in testa. Poco prima Renzi aveva incontrato Cosentino a palazzo Chigi. Il capo del partito romano gli ha messo sul tavolo le dimissioni e Renzi le aveva accettate. Lo stesso Cosentino, nel pomeriggio, aveva affidato ad una lettera le sue impressioni:

"Emerge uno spaccato di malaffare, esploso negli anni di Alemanno, ma che evidentemente tocca anche noi. Io penso che bisogna fare puliza. Completa. Il PD romano è a fianco dei giudici, e li ringrazia per il lavoro che fanno - prosegue Cosentino - L'intervento del procuratore Pignatone alla nostra conferenza di sabato scorso è sul sito del PD Roma. Un intervento appassionato, intelligente, preoccupato. Ho voluto invitarlo perché penso che dobbiamo guardare ai fenomeni criminali e corruttivi che si concentrano negli appalti pubblici senza nascondere nulla. Non è in discussione la presunzione di innocenza. Tutti gli indagati sono ovviamente in diritto di essere considerati non colpevoli fino al pronunciamento del giudice. Per un problema di civiltà giuridica. Ma al di là dei singoli è l'intreccio affaristico che colpisce, i legami tra criminalità organizzata e pezzi della pubblica amministrazione e della politica. L'Amministrazione Marino è il segno del cambiamento, della scelta della trasparenza. È per questo che ho voluto pubblicamente dichiarare che sul rimpasto di Giunta il PD non ha nomi da proporre. Decide il Sindaco: questa è la conclusione della Direzione romana. La girandola dei nomi e le trattative dei partiti fanno parte di stagioni per fortuna passate, e che non lasciano rimpianto".

Cosentino era segretario del Pd romano da novembre 2013. Alle primarie aveva battuto Tommaso Giuntella. E proprio quella contesa elettorale è finita nelle intercettazioni e nell'ordinanza. "Come siete messi per le primarie?", chiede il capo dell'organizzazione Massimo Carminati al suo braccio imprenditoriale, Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa 29 giugno, iscritta a Legacoop. "Stiamo a sostene' tutti e due - risponde - Avemo dato centoquaranta voti a Giuntella e ottanta a Cosentino. Cosentino - puntualizza Buzzi - è proprio amico nostro".

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