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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Atac, 'tempo pieno' per le feste: cresce la protesta. Venerdì l'incontro

In merito al 'full time' per Natale e Capodanno monta il malcontento tra i dipendenti. Venerdì mattina l'amministratore unico Manuel Fantasia incontrerà il coordinamento rsu

La richiesta di effettuare turni a tempo pieno nei giorni di Natale e Capodanno continua ad agitare le acque di Atac. L'anticipazione era stata diffusa nei giorni scorsi: il nuovo amministratore unico, Manuel Fantasia, voluto dall'amministrazione pentastellata per guidare la municipalizzata capitolina, avrebbe in mente di far lavorare a tempo pieno i dipendenti in modo da offrire a romani e turisti un 'servizio completo' anche nei giorni festivi. Turni non contemplati dal contratto di servizio tra il Comune e l'azienda che finirà quindi sul tavolo della discussione con il coordinamento delle Rsu interne ad Atac. La convocazione da parte di Fantasia è arrivata oggi ed è stata fissata per il prossimo 9 dicembre negli uffici di via Prenestina. Oggetto: “Esercizio festività”. 

Secondo le anticipazioni, ecco gli orari che Fantasia vorrebbe provare a concordare con le parti. Si inizia il 24, la vigilia di Natale, quando, anzichè fermarsi alle 21, il servizio si interromperà alle 24. Il 25 poi si parte alle 5.30 (lo scorso anno si iniziava alle 8) per finire a mezzanotte. Idem il 1 gennaio. Tutto senza la pausa, prevista invece negli anni passati, tra le 13.30 e le 16. Un full time che, ricodano molti lavoratori, “non viene assicurato nemmeno in altre grandi capitoli europee come Londra”. 

“Si tratta di una richiesta che parte dall'Agenzia di Roma dei Servizi per la Mobilità” spiega Gianluca Donati della Fit Cisl. “Aspettiamo di capire nei particolari quanto e in cosa consisterà il lavoro aggiuntivo richiesto. Dal momento che è al di fuori del contratto di servizio, ritengo debba essere svolto su base volontaria e con incentivo economico. Da valutare, naturalmente, in base alle condizioni che verranno poste sul tavolo”.  

Dichiarano guerra a questa eventualità, invece, altre sigle sindacali. Se l'eventualità di dover assicurare 'tempo pieno' per Natale e Capodanno ha già surriscaldato gli animi dei dipendenti, non bisogna dimenticarsi infatti che questa richiesta cade a pochi giorni dallo sciopero del 14 dicembre, indetto da una serie di rapprentanze dei lavoratori, convocato proprio per chiedere un referendum sull'accordo di secondo livello del luglio del 2015 che ha regolato produttività e indennità.  

Il segretario generale della Faisa Confail, Claudio De Francesco ha scritto anche al Papa, attraverso il suo profilo social su Twitter, Pontifex. Ecco il testo: “Santità in Atac si sta violentando una festività sacra come la vigilia di natale a danno dei lavoratori. Aiuto” conclude il breve messaggio. Il sindacato rigetta questa ipotesi: “In Atac è già accaduto un percorso analogo” afferma Alessandro Neri della Faisa Confail. “Anni fa il primo maggio non si lavorava, inizialmente i turni vennero introdotti su base volontaria e dietro versamento di incentivi economici. Con il passare del tempo queste due caratteristiche sono scomparse e il primo maggio è diventato un normale giorno festivo. Questa storia ci insegna che non è possibile barattare le festività con dei diritti. I lavoratori di Atac hanno già dato con gli accordi Era 1 ed Era 2. Inoltre lavorare a Natale e Capodanno non ha senso in termini di servizio”. 

Contraria anche l'Unione sindacale di base. “In primis perché crediamo sussista un rischio per la sicurezza degli autisti, degli utenti e dei mezzi, sia per la poca affluenza prevista in quelle fasce orarie sia per il pericolo che, a Capodanno, oggetti infiammabili raggiungano i veicoli” spiega Fabiola Bravi. “In secondo luogo siamo contrari anche per quanto riguarda l'aspetto economico: in un momento così delicato per l'azienda si tratta di un ulteriore esborso, non giustificabile nemmeno sulla richiesta dell'utenza”. Infine il fattore ferie: “A causa della carenza d'organico spesso i lavoratori hanno difficoltà a smaltire le ferie pregresse. Impedire a questi dipendenti di esercitare questo diritto sarebbe una grave mancanza di rispetto”. 

Fibrillazione 'trasversale' a livello sindacale, anche dalle rsu di Roma Tpl e Atac che hanno indirizzato sul tema due diverse lettere. La prima si rivolge al prefetto, al Comune, all'assessore alla Mbilità e al consorzio privato che svolge il servizio di trasporto periferico ed è firmata da una serie di Rsu (Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Trasporti, Sul Ct, Faisa Cisal, Fast Confsal) che esprimono una serie di preoccupazioni. Da quella economica, è “poco conveniente investire su un servizio da offrire nelle giornate suindicate a fronte di introiti minimi”, alla sicurezza, dal momento che per i lavoratori sussistono “forti rischi di aggressione per il personale” oltre “al danneggiamento dei mezzi aziendali”. E ancora, difficoltà pratiche: la notte del 31 le “strade romane saranno invase da vetture private che congestioneranno la circolazione”. Infine le ferie: la “necessità di garantire al personale impegnato nel servizio la corretta fruizione delle festività religiose, oltre che la fruizione delle ferie programmate o maturate nel rispetto della normativa vigente”. 

Una lettera alla sindaca Raggi, alla dirigenza Atac, alle segreterie regionali di Cgil, Cisl, Uil, Faisa, Utl e alla segreteria dell'azienda è arrivata anche dalle Rsu Atac del deposito di Tor Sapienza aderenti ai sindacati 'interpellati'. Le anticipazioni rimbalzate sui social e diffuse mezzo stampa “stanno creando un enorme quanto preoccupante stato di ansia tra i vostri dipendenti” si legge nella lettera. Preoccupati per la sicurezza dei lavoratori, auspicano “che queste che sentiamo siano solo voci e che qualora risultino vere vi invitiamo [...] a passare con noi quesi indimenticabili momenti”.

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